San Martino di Castrozza, 6 dicembre 2025 – Un ragazzo disabile escluso dalla sala ristorante di un hotel: è questa la storia che ha portato, pochi giorni fa, alla condanna dei gestori dell’Hotel Colbricon, quattro stelle della provincia di Trento, a seguire un corso di formazione sull’accoglienza delle persone con disabilità. Il fatto risale a marzo 2023, quando Tommaso Pimpinelli, 24 anni, affetto dalla malattia di Norrie, si era visto negare l’ingresso nella sala principale del ristorante insieme alla sua famiglia. La sentenza, arrivata dopo quasi due anni, punta più a riparare che a punire.
San Martino, un’esclusione che lascia il segno
Era una tranquilla giornata di marzo, poco dopo l’una, quando la famiglia Pimpinelli si era seduta al tavolo del ristorante dell’Hotel Colbricon. Avevano scelto San Martino di Castrozza per una breve vacanza. Ma il clima sereno è durato poco. “Sono in imbarazzo, ma alcuni ospiti si sono detti infastiditi dalla presenza di suo figlio”, ha detto Isabella Doff, la titolare dell’albergo, rivolgendosi a Cecilia Bonaccorsi, madre di Tommaso. La richiesta era netta: spostarsi in una saletta separata, schermata da vetri ambrati, lontana dagli altri clienti.
La famiglia aveva già avvertito l’hotel della condizione di Tommaso con una mail prima dell’arrivo. Nonostante questo, si sono ritrovati isolati. “Sono stato trattato come un cane, non ammesso nella sala ristorante principale”, ha scritto Tommaso su Facebook poche ore dopo. La madre non ha nascosto il suo dolore: “Non è piacevole stare dove non sei gradito. Vacanze rovinate e tanto amaro in bocca”.
La denuncia: più rispetto che risarcimenti
Dopo aver interrotto la vacanza, Cecilia Bonaccorsi e Remo Pimpinelli hanno deciso di andare fino in fondo. Hanno presentato una causa civile contro l’hotel. La richiesta? Un euro simbolico e la pubblicazione della sentenza. “Non volevamo soldi – ha spiegato Bonaccorsi – ma che si riconoscesse la necessità di educazione e rispetto. Che chi si comporta così segua un corso per capire”.
La causa si è chiusa con un accordo. Il giudice ha imposto ai gestori dell’hotel di partecipare a un percorso formativo organizzato da HandiCrea, associazione specializzata nell’inclusione delle persone con disabilità. Il corso affronta temi come la conoscenza delle diverse disabilità, le esigenze dei clienti e il modo giusto di approcciarsi alle varie situazioni.
Formazione obbligatoria: una risposta concreta
La sentenza vuole evitare che episodi simili si ripetano. I gestori dovranno seguire il corso e dimostrare di aver imparato a gestire al meglio l’accoglienza delle persone con disabilità. Un passo che, secondo il giudice, deve sensibilizzare anche il personale dell’hotel.
“Purtroppo – ha aggiunto Bonaccorsi – in tutti questi mesi non ho ricevuto nemmeno una telefonata da parte loro. Non credo che tornerò mai in quell’albergo”. La madre di Tommaso ha raccontato come questa esperienza abbia lasciato un segno profondo nella famiglia. “Il rispetto e l’inclusione non sono mai scontati”, ha detto.
Oltre il Trentino: il tema dell’inclusione resta aperto
La vicenda ha acceso i riflettori anche oltre i confini del Trentino. Diverse associazioni per i diritti delle persone con disabilità hanno espresso solidarietà alla famiglia Pimpinelli e chiesto più attenzione dagli operatori turistici. Secondo HandiCrea, “la formazione è uno strumento fondamentale per evitare discriminazioni e garantire pari dignità a tutti i clienti”.
Il caso dell’Hotel Colbricon riporta al centro il tema dell’accessibilità e dell’accoglienza nei luoghi pubblici, soprattutto nel turismo. In Italia, dicono i dati Istat del 2024, ci sono oltre 3 milioni di persone con una disabilità certificata. Eppure, episodi come quello di Tommaso mostrano che la strada verso una vera inclusione è ancora lunga.
Per la famiglia Pimpinelli resta l’amarezza di una vacanza interrotta e la speranza che questa sentenza serva da lezione. “Volevamo solo rispetto”, ha ribadito la madre. E forse, da oggi, qualche passo avanti sarà stato fatto.
