Nardò, 6 dicembre 2025 – Il caso di Tatiana Tramacere, la giovane 27enne scomparsa da Nardò il 24 novembre e ritrovata due giorni fa nell’appartamento dell’amico Dragos Ioan Gheormescu, sembra destinato a chiudersi senza accuse. Dalle prime indiscrezioni che arrivano dagli ambienti giudiziari, l’inchiesta aperta dalla Procura di Lecce è vicina all’archiviazione: secondo gli investigatori, si tratterebbe di un allontanamento volontario, non di un reato. Una svolta che ha già acceso il dibattito, soprattutto dopo le parole della criminologa Roberta Bruzzone, che ha chiesto che sia Tatiana a farsi carico delle spese sostenute per le ricerche.
La corsa contro il tempo e le indagini
Tutto è cominciato la sera del 24 novembre, quando la famiglia di Tatiana Tramacere ha lanciato l’allarme per la sua scomparsa. Da quel momento, i carabinieri hanno iniziato una serie di controlli: hanno raccolto i video delle telecamere di sorveglianza, analizzato i tabulati telefonici e fatto sopralluoghi nel parco vicino a casa. Un temporale aveva però compromesso diversi impianti pubblici, costringendo gli investigatori a cercare aiuto tra i privati della zona. Solo tra il 2 e il 3 dicembre sono riusciti a mettere le mani su immagini decisive: si vede Tatiana insieme a Dragos che lasciano il parco e entrano nell’appartamento di lui.
Dalle ricostruzioni degli inquirenti, la ragazza sarebbe rimasta chiusa in casa per undici giorni, senza mai uscire. Le telecamere non hanno registrato movimenti strani né ingressi o uscite diverse da quella del 24 novembre. Questo dettaglio ha fatto pendere la bilancia verso l’ipotesi di un allontanamento volontario, escludendo – almeno per ora – responsabilità penali per l’amico trentenne.
Il ritrovamento e le condizioni di Tatiana
Il 4 dicembre, dopo giorni di ricerche e con la certezza che Tatiana fosse ancora nell’appartamento di Dragos, i carabinieri sono entrati con l’aiuto degli specialisti del Ris. Temendo il peggio, hanno trovato invece la giovane viva e in buone condizioni: si nascondeva in un abbaino sul terrazzo, chiusa dentro un armadio. Al momento dell’arrivo dei militari, aveva con sé due telefoni cellulari, non il suo personale, che risultava spento. Probabilmente li aveva usati durante quei giorni di “reclusione” volontaria.
Dragos Ioan Gheormescu è stato ascoltato dagli inquirenti come persona informata sui fatti. Secondo le sue prime dichiarazioni, sarebbe stata Tatiana a organizzare tutto: “Voleva cambiare vita”, avrebbe detto agli agenti. La ragazza, invece, non è ancora stata sentita ufficialmente dai magistrati.
Le polemiche sui costi delle ricerche
Il caso ha scatenato forti reazioni anche fuori dalle aule di giustizia. La criminologa Roberta Bruzzone ha detto la sua sui social: “Non è giusto che un’intera comunità venga messa in allarme, che forze dell’ordine, volontari, unità cinofile ed elicotteri vengano mobilitati per giorni… e poi si scopra che tutto nasce da una scelta autonoma”. Bruzzone chiede che, se si conferma il carattere volontario della sparizione, sia la stessa Tatiana a pagare i costi di ricerche e procedimenti.
Un messaggio che ha riaperto il dibattito sulla responsabilità personale in casi come questo. “Le vere emergenze meritano mezzi e rispetto. Quelle inventate, no”, ha scritto Bruzzone. Per lei, questa vicenda deve diventare un segnale chiaro: “Non si può giocare con le istituzioni, con le risorse pubbliche e con la paura delle famiglie”.
Verso l’archiviazione: cosa succede ora
La Procura non ha ancora sentito formalmente Tatiana Tramacere. L’unico indagato resta Dragos Ioan Gheormescu, ma l’ipotesi iniziale di istigazione al suicidio sembra ormai caduta. Anche le accuse di procurato allarme o simulazione di reato appaiono deboli, alla luce delle prove raccolte.
Resta però aperto il capitolo delle risorse spese nelle ricerche: decine di uomini delle forze dell’ordine, volontari della protezione civile, unità cinofile e mezzi aerei sono stati mobilitati per undici giorni. Un impegno enorme per una vicenda che, almeno secondo gli investigatori, non nascondeva un reale pericolo.
Mentre si aspetta la decisione definitiva della magistratura, il caso di Tatiana Tramacere continua a far parlare Nardò e non solo. Sullo sfondo resta il nodo della responsabilità personale e dei costi sociali legati agli allontanamenti volontari.
