Addis Abeba, 6 dicembre 2025 – Lucy, la famosa australopiteca che visse circa 3,3 milioni di anni fa nella regione di Afar, in Etiopia, non era l’unica abitante di quei luoghi. Un recente studio internazionale pubblicato su Nature e guidato dall’Arizona State University ha scoperto che accanto a lei c’era un “cugino” di specie diversa: l’Australopithecus deyiremeda. Questa scoperta cambia il modo in cui guardiamo alla convivenza tra ominidi nel Pliocene africano. Secondo i ricercatori, la chiave stava nel fatto che avevano modi di vivere diversi, evitando così di scontrarsi.
Lucy e deyiremeda: due specie vicine, ma diverse
Il nuovo studio si basa su frammenti fossili – mandibole, denti e parti di cranio – trovati a pochi chilometri dai siti dove fu ritrovata Lucy. Gli esperti hanno lavorato su resti attribuiti all’Australopithecus deyiremeda, una specie scoperta solo dieci anni fa, grazie a un piede, chiamato “Burtele Foot”, ritrovato nel 2009. Già allora la forma del piede mostrava chiaramente delle differenze rispetto a quella di Lucy, ma solo ora, con il ritrovamento di resti cranici, è stata confermata la specie.
Yohannes Haile-Selassie, paleontologo etiope e parte del team di ricerca, spiega che “la presenza nello stesso posto e nello stesso periodo di due ominidi così simili è un elemento importante per capire come siamo evoluti”. I fossili sono stati datati con precisione: entrambi avrebbero abitato la zona tra 3,3 e 3,5 milioni di anni fa.
Diversi stili di vita, niente rivalità
La domanda principale era: come facevano due specie simili a vivere vicine senza litigare? La risposta arriva dall’analisi dei reperti. Le ossa del piede di A. deyiremeda mostrano tratti più primitivi rispetto a quelle di Lucy; per esempio, l’alluce opponibile indica che era più abile nell’arrampicarsi sugli alberi. Però anche questa specie sapeva camminare su due gambe.
Un altro elemento importante viene dallo studio degli isotopi nello smalto dei denti. Secondo i dati raccolti dall’Arizona State University, le due specie avevano diete diverse, basate su tipi differenti di piante. “Non c’era vera competizione per il cibo”, dice la paleontologa Stephanie Melillo. Lucy e i suoi probabilmente mangiavano frutti e semi raccolti da terra, mentre deyiremeda preferiva foglie e alimenti presi dagli alberi.
Cosa ci dice questa convivenza sull’evoluzione
Il fatto che Lucy e il suo “cugino” vivessero insieme suggerisce che avere stili di vita diversi è stato fondamentale per l’evoluzione degli ominidi. Gli esperti sottolineano come la presenza di più specie nello stesso ambiente abbia aiutato l’adattamento e la sopravvivenza. “È un modello che si vede anche in altri periodi”, aggiunge Haile-Selassie, “ma qui abbiamo finalmente prove concrete”.
Il sito di Afar, già noto per le scoperte degli anni Settanta, si conferma uno dei luoghi più importanti per studiare le nostre origini. I ricercatori sono certi che nuovi scavi porteranno alla luce altri dettagli sulla vita dei primi ominidi africani.
Futuro e domande aperte
Nonostante i progressi, restano ancora molti misteri da risolvere. Gli studiosi vogliono capire se altre specie hanno condiviso lo stesso territorio e come le scelte alimentari abbiano influenzato la loro evoluzione. “Ogni nuovo fossile racconta una storia diversa”, confida Melillo. Le ricerche continueranno nei prossimi mesi con nuove spedizioni ad Afar.
Nel frattempo, il caso della convivenza tra Lucy e deyiremeda ci offre un’immagine concreta della complessità dell’evoluzione umana: un mosaico fatto di adattamenti, differenze e, sorprendentemente, di una pacifica convivenza.
