Minacce mortali e paura: la drammatica storia di una famiglia nel Vicentino

Minacce mortali e paura: la drammatica storia di una famiglia nel Vicentino

Minacce mortali e paura: la drammatica storia di una famiglia nel Vicentino

Matteo Rigamonti

Dicembre 6, 2025

Vicenza, 6 dicembre 2025 – Beatrice, 24 anni, italiana con radici srilankesi, vive da più di due anni sotto la costante minaccia del padre. La giovane ha denunciato che lui, oggi indagato per maltrattamenti, ha addirittura mandato persone a pedinarla, insultarla e controllare ogni suo passo, sia in Italia che in Sri Lanka. “Quest’estate c’era uno davanti al cancello con una pistola in tasca”, ha raccontato al Gazzettino. Dopo mesi di paura, appostamenti e riprese video, lei e la madre si sono rivolte alle autorità. Ma oggi si sentono “abbandonate dalle istituzioni”.

Minacce che attraversano continenti

Tutto inizia nel Vicentino, dove le prime denunce contro il padre risalgono a maggio e giugno 2023. La madre di Beatrice aveva raccontato dettagli precisi: “Mi minaccia di morte, stessa cosa con mia figlia. Se andate dai carabinieri, vi ammazzo, ammazzo tutta la famiglia”. Dopo queste parole, madre e figlia sono dovute scappare dall’appartamento in affitto. Il padre è rimasto a casa, cambiando la serratura. Per mesi hanno vissuto da amici e conoscenti, in condizioni difficili.

Nel 2024 la Procura aveva chiesto di chiudere il caso, ma la comunicazione è arrivata solo quando loro erano all’estero. “Non sapevamo più chi ascoltare”, ha spiegato Beatrice. “Ogni giorno era un’incognita”.

Paura armata e telefonate inquietanti

La situazione è peggiorata in Sri Lanka, dove madre e figlia erano andate per un delicato intervento chirurgico della donna, previsto per febbraio 2025. Da subito, Beatrice ha notato uomini sconosciuti davanti al cancello. “Stavano ore a guardare dentro casa, tornavano più volte a controllare la zona”, ha detto.

Poi sono arrivate le chiamate anonime sul cellulare di Beatrice. “Quel numero ce l’aveva solo mio padre e gli ospedali, non so come l’abbia preso”. Le telefonate arrivavano da profili WhatsApp pieni di immagini di armi e coltelli. Beatrice è convinta che il padre in Sri Lanka abbia legami con una banda criminale locale.

Le telecamere hanno ripreso episodi ancora più inquietanti: il 25 agosto un uomo armato davanti al cancello; l’8 ottobre un’auto ferma a mezzanotte con un uomo che spia dentro casa. “Abbiamo passato settimane senza chiudere occhio”, ha confidato.

L’appello al Consolato e il ritorno in Italia

A quel punto Beatrice ha chiesto aiuto al Consolato italiano a Colombo. Le autorità locali hanno attivato una protezione temporanea. “Solo allora ci siamo sentite un po’ più sicure”, ha detto la giovane. Ma la paura non è mai sparita del tutto.

Rientrate in Italia a fine ottobre, madre e figlia hanno presentato nuove richieste urgenti alla Procura, chiedendo tutela e di poter tornare nella loro casa. “Ci sentiamo abbandonate da tutti”, hanno scritto nell’ultima istanza. Finora, però, nessuna misura concreta è stata presa per la loro sicurezza.

Una storia che non si chiude

La vicenda di Beatrice e della madre resta aperta. L’uomo è sotto indagine per maltrattamenti, ma loro vivono ancora nell’incertezza. “Non vogliamo altro che vivere tranquille”, ha concluso Beatrice. La Procura di Vicenza non ha rilasciato commenti sull’inchiesta. Nel frattempo, la paura è il loro compagno di ogni giorno.