Roma, 6 dicembre 2025 – Giuseppe Tornatore ha scelto il Teatro dell’Opera di Roma per presentare il suo nuovo documentario, “Brunello, il visionario garbato”, davanti a una platea piena di giornalisti italiani e stranieri. Il film, in uscita il 9, 10 e 11 dicembre con 01 Distribution, racconta la storia umana e professionale di Brunello Cucinelli, l’imprenditore-filosofo dietro l’azienda di cashmere di Solomeo, simbolo del cosiddetto “capitalismo umanistico”.
Un documentario che mescola realtà e racconto
“All’inizio ero scettico, mi sono tirato indietro, ma lui sa come ottenere quello che vuole”, ha confessato Tornatore con un sorriso che mescolava ammirazione e resa. In prima fila, accanto a lui, c’erano il premio Oscar Nicola Piovani, lo stesso Cucinelli e Saul Nanni, il giovane attore che interpreta l’imprenditore da ragazzo. La sala, piena fino all’ultimo posto, ha ascoltato con attenzione: “Mi ha convinto la sua storia – ha detto il regista – un ragazzo che non sapeva cosa fare e poi ce l’ha fatta. Un messaggio importante per i giovani di oggi”.
Il film si muove tra documentario e fiction, alternando testimonianze dirette, immagini d’archivio e ricostruzioni narrative. Si parte dall’infanzia di Cucinelli nella campagna umbra, in una famiglia di contadini, con la povertà e i primi sogni, fino ad arrivare a Solomeo, oggi simbolo di un modo diverso di fare impresa. “Nel film si vede il suo carisma naturale”, ha detto Tornatore, “ma dal vivo è ancora più forte”.
Il capitalismo umanistico secondo Brunello Cucinelli
Seduto al centro del palco, Cucinelli ha parlato con calma: “Sono partito da un’idea semplice”, ha detto. “Ho visto tanti documentari in cui il protagonista si sarebbe rivoltato nella tomba. Allora ho chiamato Tornatore. Il mio film preferito è Nuovo Cinema Paradiso”. Il regista, inizialmente titubante, ha ceduto dopo un mese: “Va bene, proviamoci”, avrebbe detto.
Al centro del racconto c’è la visione di Cucinelli sull’impresa. “Credo che ogni cosa debba essere attuale, allora anche il capitalismo deve esserlo”, ha spiegato. “Non ci deve essere troppa differenza nei salari. Serve equilibrio tra guadagno e generosità”. Una regola chiara: “Nella mia azienda chi maltratta un collega viene licenziato”, ha ribadito.
Un successo fondato su valori concreti
Oggi Brunello Cucinelli è tra i trenta più ricchi d’Italia. Ma, come mostra il documentario, la sua storia resta quella di un uomo che ha cercato un senso e ha sempre tenuto fede a valori come dignità e giustizia sociale. “Non sapeva cosa fare da giovane”, ha ricordato Tornatore, “ma alla fine ha trovato la sua strada”. Nel film si alternano ricordi personali e testimonianze di amici, collaboratori e abitanti di Solomeo.
Durante la conferenza stampa, Cucinelli ha risposto anche alle domande più curiose. Alla possibilità di un film su Dolce & Gabbana, ha risposto secco: “No, siamo solo amici”. Sulla voglia di fare il produttore cinematografico ha scherzato: “Mi piacciono solo i film d’amore, quelli che ti fanno tornare a casa e abbracciare il cuscino. A Tornatore ho detto: lo finanzio solo se mi piace”.
Un ritratto fuori dal comune
“Brunello, il visionario garbato” non è solo un omaggio a un imprenditore di successo. È un racconto italiano di riscatto personale e attenzione al bene comune, come confermato dai primi commenti in sala. Il pubblico del Teatro dell’Opera ha seguito con interesse ogni parola; qualcuno prendeva appunti, altri fotografavano Cucinelli mentre parlava con tono calmo ma deciso.
Il film sarà proiettato in anteprima nazionale nelle principali città italiane. L’attesa è alta: tra chi lavora nella moda e chi cerca nuovi modelli di impresa, molti guardano a Solomeo come a un laboratorio vivo. Eppure, come ha ricordato Tornatore, “la realtà supera sempre la finzione”. Solo così si capisce perché un regista premio Oscar abbia accettato di raccontare una storia così fuori dagli schemi.
