Addio a Martin Parr, il maestro della fotografia che ha catturato l’anima della società britannica

Addio a Martin Parr, il maestro della fotografia che ha catturato l'anima della società britannica

Addio a Martin Parr, il maestro della fotografia che ha catturato l'anima della società britannica

Matteo Rigamonti

Dicembre 7, 2025

Bristol, 7 dicembre 2025 – È morto ieri nella sua casa di Bristol Martin Parr, uno dei più noti fotografi documentaristi britannici, all’età di 73 anni. La notizia è stata diffusa dalla Martin Parr Foundation con un breve comunicato sul sito ufficiale: “È con grande tristezza che annunciamo la scomparsa di Martin Parr (1952-2025). Ci mancherà moltissimo”. La famiglia, composta dalla moglie Susie, la figlia Ellen, la sorella Vivien e il nipote George, ha chiesto di rispettare la loro privacy in queste ore.

Martin Parr: una vita raccontata con occhio ironico e attento

Nato a Epsom, alla periferia sud di Londra, nel 1952, Parr ha iniziato a fotografare da ragazzino, ispirandosi ai grandi del bianco e nero come Henri Cartier-Bresson e Bill Brandt. Inizialmente si è dedicato alla fotografia di strada, catturando dettagli apparentemente insignificanti e scene di vita quotidiana. Solo negli anni Ottanta ha abbracciato il colore, che è diventato la sua firma distintiva. “Il colore mi ha permesso di raccontare la realtà con più sincerità”, aveva detto in una delle sue ultime interviste.

I lavori che hanno segnato una carriera

Tra le sue opere più celebri ci sono Bad Weather (1984), un ironico ritratto della pioggia e degli ombrelli britannici, e The Last Resort (1986), un reportage sulle vacanze della working class a New Brighton. Nel 1989 pubblica The Cost of Living, seguito nel 1999 da Common Sense, una raccolta di immagini che esplora il consumismo e le abitudini della società moderna. Ogni progetto, spesso al centro di dibattiti e critiche per il suo sguardo tagliente, ha contribuito a cambiare il modo di fare fotografia documentaria.

Negli anni Novanta entra nella prestigiosa agenzia Magnum Photos, proprio su invito di Cartier-Bresson. Un momento fondamentale che ha segnato la sua consacrazione internazionale: “Martin ha uno sguardo unico sulla società”, disse Cartier-Bresson allora.

Uno stile inconfondibile fatto di colori e ironia

Il segno distintivo delle sue foto è l’uso di colori vividi e la capacità di catturare momenti autentici, spesso bizzarri, della vita di tutti i giorni. Dalle spiagge inglesi ai mercatini di paese, dai bingo ai supermercati, Parr raccontava senza filtri le abitudini della società occidentale. “Non giudico, osservo”, spiegava durante una lezione all’Università del Galles, dove ha insegnato per anni.

Il suo lavoro ha diviso critica e pubblico. C’è chi lo ha accusato di cinismo, chi invece ha visto nelle sue immagini un’ironia affettuosa verso i soggetti ritratti. Nel documentario I Am Martin Parr, diretto da Lee Shulman e uscito lo scorso anno, lui stesso spiegava: “Mi interessa la normalità, quello che tutti fanno senza pensarci”.

Un’eredità che va ben oltre la fotografia

Parr non si è limitato alla fotografia. Ha esplorato la musica, la produzione video e i nuovi media digitali. Ha viaggiato molto, dal Giappone agli Stati Uniti, portando ovunque il suo sguardo curioso e originale. Nel 2014 ha fondato a Bristol la Martin Parr Foundation, un luogo dedicato a promuovere la fotografia documentaria contemporanea.

Le sue opere sono esposte nei musei più importanti del mondo, dal Tate Modern di Londra al MoMA di New York. Negli ultimi anni ha avuto numerose retrospettive, a conferma di un’influenza che supera i confini del Regno Unito.

Il saluto di colleghi e istituzioni

Dopo la notizia della sua morte, sono arrivati messaggi da tutto il mondo dell’arte. “Martin ci lascia un archivio prezioso sulla società di oggi”, ha scritto su X (ex Twitter) il direttore della National Portrait Gallery di Londra. Anche l’agenzia Magnum ha espresso “profondo dolore per la perdita di un collega e amico”.

La famiglia ha chiesto riservatezza, ma già questa mattina davanti alla sede della Foundation a Bristol sono comparsi fiori e biglietti. Un piccolo, concreto segno dell’impatto che Martin Parr ha avuto su generazioni di fotografi e appassionati.