Mosca, 7 dicembre 2025 – È uscito in questi giorni il primo album del progetto “Rap Platoon”, disponibile sulle principali piattaforme di streaming musicale russe. L’obiettivo è chiaro: sostenere le forze armate del Distretto Militare del Caucaso Settentrionale. L’iniziativa, che ha attirato l’attenzione sia dei media locali che internazionali, è stata diffusa dal canale Telegram Ostorozhno, Novosti e rilanciata dal sito indipendente Meduza.
Rap e militari: un binomio che fa discutere
Gli ideatori raccontano che “Rap Platoon” nasce per “dare voce e sostegno morale ai soldati impegnati nel Caucaso Settentrionale”, una zona dove la presenza militare russa si è intensificata negli ultimi anni. L’album, che conta 11 tracce, è stato lanciato il 1° dicembre e in meno di una settimana ha raccolto quasi 7.000 ascolti in streaming su VKontakte, il social network più popolare in Russia. Cinque singoli, già usciti nei mesi scorsi, hanno totalizzato circa 25.000 ascolti.
Soldi pubblici dietro il progetto
Un aspetto che ha colpito molti riguarda i finanziamenti. Secondo Meduza, l’album è stato possibile grazie a una sovvenzione di oltre 4,5 milioni di rubli (circa 50 mila euro) dalla Fondazione presidenziale per le iniziative culturali. Questa fondazione, creata dal Cremlino per sostenere progetti artistici e culturali considerati strategici, ha scelto “Rap Platoon” come una delle iniziative da finanziare nel 2025.
Un portavoce della fondazione ha detto alla stampa russa che “l’intento è valorizzare la creatività dei giovani e rafforzare il senso di appartenenza nazionale attraverso la musica”. Dal Ministero della Difesa, invece, nessun commento ufficiale, anche se alcune fonti sostengono che il progetto sia stato seguito con attenzione.
Tra numeri modesti e reazioni contrastanti
L’album è disponibile su tutte le piattaforme digitali più usate in Russia, come VK Music e Yandex Music, oltre ad altri servizi minori. I brani spaziano da storie di vita militare a pezzi più riflessivi, con testi che mischiano slang giovanile e richiami alla disciplina militare. I promotori parlano di “riscontri incoraggianti”, anche se i numeri sono ancora lontani da quelli dei grandi nomi del rap russo.
Sui social, gli ascoltatori si sono divisi. C’è chi ha apprezzato l’album per la sua sincerità: “Non pensavo fosse così diretto – ha scritto un utente su VKontakte – ma alcune canzoni mi hanno davvero colpito”. Altri, invece, hanno espresso dubbi sulla scelta di unire musica popolare e messaggi patriottici.
Musica e propaganda: un legame sempre più stretto in Russia
Negli ultimi anni, il rapporto tra musica e istituzioni in Russia si è fatto più stretto. Molti progetti artistici sono stati finanziati con fondi pubblici per diffondere valori ritenuti importanti per l’unità nazionale. In questo scenario, “Rap Platoon” è uno degli esempi più recenti di come la cultura pop venga usata per veicolare messaggi politici o sociali.
Per alcuni esperti, puntare sul rap – un genere tradizionalmente legato alla protesta giovanile – è un modo per avvicinare le nuove generazioni. “È una strategia già vista altrove”, ha spiegato a Meduza un analista di comunicazione politica. “Ma in Russia il confine tra arte e propaganda resta molto sottile”.
Cosa ci aspetta da qui in avanti
Al momento, l’album ha conquistato solo una nicchia di ascoltatori. Però gli organizzatori hanno già in mente nuovi progetti: concerti dal vivo nelle città più importanti del Caucaso Settentrionale e collaborazioni con altri rapper russi. Resta da capire se “Rap Platoon” riuscirà a diventare un fenomeno culturale o se resterà un esperimento legato alla comunicazione istituzionale.
Intanto, la discussione continua sui social e sui media russi. C’è chi vede nell’album un tentativo genuino di raccontare la vita dei soldati, e chi lo considera invece uno strumento di propaganda. Una cosa però è chiara: anche in Russia, la musica resta un terreno di confronto e riflessione per tutta la società.
