Tragedia in mare: 17 migranti perdono la vita in un naufragio a Creta

Tragedia in mare: 17 migranti perdono la vita in un naufragio a Creta

Tragedia in mare: 17 migranti perdono la vita in un naufragio a Creta

Matteo Rigamonti

Dicembre 7, 2025

Atene, 7 dicembre 2025 – Almeno diciassette migranti hanno perso la vita nella notte tra venerdì e sabato, dopo il naufragio di una barca al largo della costa sud di Creta, in Grecia. La tragedia, confermata dalla guardia costiera greca all’alba, ha coinvolto un gruppo di uomini partiti – secondo le prime ricostruzioni – da un punto ancora sconosciuto del Mediterraneo orientale. Due persone sono sopravvissute, ma sono in condizioni critiche e sono state portate d’urgenza all’ospedale di Heraklion.

Recuperati diciassette corpi, due superstiti in gravi condizioni

La chiamata d’aiuto è arrivata poco dopo le 2 del mattino, quando una nave mercantile ha notato dei corpi in mare a circa 40 miglia nautiche a sud di Creta. Il mare agitato, con vento forte e onde alte, ha reso complicato il lavoro dei soccorritori. “Abbiamo recuperato diciassette corpi, tutti uomini,” ha detto una portavoce della guardia costiera greca, raggiunta dall’agenzia Afp. I due sopravvissuti sono stati trovati aggrappati a un relitto, in ipotermia e con gravi problemi respiratori.

Cause del naufragio ancora da chiarire

Per ora, non è chiaro cosa abbia provocato la tragedia. Gli investigatori non hanno potuto sentire i superstiti, ricoverati in terapia intensiva. “Non sappiamo da dove sia partita la barca né quante persone fossero a bordo,” ha detto un funzionario della polizia portuale di Heraklion. Fonti locali parlano di un affondamento improvviso, forse causato dal sovraccarico o da un guasto. Nessun segno di collisione con altre imbarcazioni.

Un mare sempre più pericoloso per i migranti

Negli ultimi mesi, il tratto di mare tra Libia, Turchia e Grecia è tornato a essere uno dei principali passaggi per i migranti diretti in Europa. Le rotte cambiano spesso, influenzate dai controlli e dal maltempo. “Il sud di Creta è una zona difficile da controllare,” spiega un ufficiale della guardia costiera greca. “Le barche partono quasi sempre di notte, senza luci né mezzi per comunicare.” Solo nel 2025, secondo Frontex, oltre 12mila persone hanno tentato la traversata verso le isole greche.

Il governo greco chiede più controlli e aiuti europei

Atene ha espresso il suo cordoglio per le vittime e ha chiesto di rafforzare i controlli lungo le coste meridionali. “Siamo di fronte a una crisi umanitaria che non si può ignorare,” ha detto il ministro dell’Interno, Nikos Papadopoulos, durante un punto stampa a mezzogiorno. “Serve una risposta comune a livello europeo.” Intanto, al porto di Heraklion, volontari della Croce Rossa hanno montato tende per accogliere eventuali altri superstiti.

La tragedia che riapre il dibattito sulla migrazione nel Mediterraneo

Il naufragio al largo di Creta riporta sotto i riflettori la difficile situazione dei migranti nel Mediterraneo orientale. Le organizzazioni umanitarie denunciano da tempo l’assenza di vie legali e sicure per chi cerca asilo in Europa. “Queste morti sono la conseguenza diretta delle politiche di chiusura delle frontiere,” ha commentato Maria Kouris, portavoce di Medici Senza Frontiere in Grecia. Secondo l’UNHCR, dall’inizio dell’anno almeno 350 persone sono morte o disperse lungo questa rotta.

Inchiesta aperta, si attendono le testimonianze dei sopravvissuti

Le autorità greche hanno avviato un’inchiesta per capire cosa è successo e chi possa essere responsabile. Gli investigatori cercano di ricostruire la rotta della barca e di identificare eventuali trafficanti. Solo quando i due superstiti potranno parlare – spiegano fonti ospedaliere – si potrà avere un quadro più chiaro della tragedia. Nel frattempo, sul molo di Heraklion resta il silenzio, rotto solo dal via vai delle ambulanze e dal vento che soffia dal mare aperto.