Varsavia sfida Musk: ‘Lascia la Terra e vai su Marte’

Varsavia sfida Musk: 'Lascia la Terra e vai su Marte'

Varsavia sfida Musk: 'Lascia la Terra e vai su Marte'

Matteo Rigamonti

Dicembre 7, 2025

Varsavia, 7 dicembre 2025 – Il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, ha risposto senza giri di parole agli attacchi di Elon Musk contro l’Unione Europea, invitando l’imprenditore a “andarsene su Marte”. Lo scambio, avvenuto ieri sera su X (ex Twitter), ha acceso un nuovo fronte nel confronto tra Bruxelles e i grandi colossi digitali. Nel frattempo, le parole di Musk hanno trovato un inatteso alleato nella Federazione russa.

Sikorski risponde a Musk: lo scontro social che infiamma l’Europa

Tutto è partito da un post di Elon Musk, fondatore di Tesla e SpaceX, che ha auspicato la “abolizione” dell’Unione Europea. Un’affermazione che ha subito scatenato reazioni tra i politici del Vecchio Continente. Tra i più decisi a replicare c’è stato proprio Sikorski, che da tempo si batte per difendere le istituzioni comunitarie. Il ministro polacco non ha usato mezzi termini: “Vattene su Marte”, ha scritto, aggiungendo che sul pianeta rosso “non censurano il saluto nazista”.

La frase, secca e provocatoria, è stata subito ripresa da molti utenti e media polacchi. Ma Sikorski non si è fermato qui: ha condiviso anche la risposta di Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, che aveva commentato con un freddo “Esattamente” al post di Musk.

La Russia entra in gioco: propaganda e politica anti-UE

Il sostegno di Medvedev non è passato inosservato. In Polonia e a Bruxelles si legge questo intreccio di critiche come un segnale politico chiaro. “Ecco a chi servono tutte queste chiacchiere contro l’UE sulla sovranità: a chi vuole seminare odio e a chi punta a conquistare l’Europa”, ha scritto Sikorski in un secondo post.

Fonti diplomatiche polacche spiegano che la reazione del ministro riflette un crescente timore per le campagne di disinformazione e per il ruolo che i social network giocano nel diffondere messaggi ostili all’Unione Europea. Negli ultimi mesi, Varsavia ha chiesto a più riprese a Bruxelles di stringere i controlli sui contenuti online, soprattutto in vista delle elezioni europee del prossimo anno.

Musk e la libertà di parola: un tema sempre caldo

Non è la prima volta che Elon Musk si trova al centro di polemiche con i leader europei. In passato, il patron di X aveva criticato le norme UE sulla moderazione dei contenuti digitali, sostenendo che limitano la libertà di espressione. “L’Europa rischia di diventare una prigione digitale”, aveva detto in un’intervista a ottobre.

Le sue posizioni hanno spesso trovato consenso tra i movimenti sovranisti e tra chi è critico verso le istituzioni comunitarie. Ma questa volta, il sostegno esplicito della Russia ha aperto un dibattito più ampio sul confine tra legittima critica politica e propaganda.

Reazioni in Europa: tra prudenza e fermezza

A Bruxelles la vicenda è stata seguita con attenzione. Un portavoce della Commissione europea, interpellato stamattina, ha evitato di commentare direttamente le parole di Musk, ma ha ribadito “l’importanza di difendere i valori democratici e la coesione dell’Unione”.

In Polonia, la risposta di Sikorski ha raccolto l’appoggio dei partiti europeisti, mentre le opposizioni hanno invitato alla cautela. “Non bisogna alimentare lo scontro con i grandi social, ma lavorare a regole chiare”, ha detto Katarzyna Lubnauer, deputata della Coalizione Civica.

Sovranità digitale e il futuro delle regole europee

Questo episodio riaccende il dibattito sulla sovranità digitale europea e sul peso dei giganti tecnologici americani. Nei prossimi giorni sono attese nuove reazioni da parte dei governi nazionali e delle istituzioni UE. Intanto, la polemica tra Sikorski e Musk sembra destinata a non placarsi, alimentando un confronto che va ben oltre i social.

Gli osservatori vedono in questa tensione la spaccatura tra chi considera l’Unione Europea un baluardo contro le ingerenze esterne e chi invece ne contesta le norme. Sullo sfondo restano le preoccupazioni per la sicurezza informatica e la tenuta democratica del continente.