Bologna, 7 dicembre 2025 – Margarethe von Trotta, una delle registe più influenti del cinema europeo, sarà la grande protagonista della 24ª edizione del Festival del Cinema di Porretta Terme, in programma dal 6 al 13 dicembre. Un riconoscimento che arriva in un momento in cui i suoi film, attraversati da conflitti sociali e figure femminili forti, sembrano più attuali che mai, in un mondo segnato da nuove tensioni e ferite mai davvero guarite.
Un omaggio che guarda al passato e al presente
La retrospettiva dedicata a von Trotta ripercorre una carriera ricca di successi, dal Leone d’Oro conquistato nel 1981 con “Anni di piombo” fino al suo ultimo lavoro, “Ingeborg Bachmann” (2023). Nel programma anche titoli come “Rosa L.” (1986), “Il lungo silenzio” (1993), “Hannah Arendt” (2012) e “La promessa” (1995). La regista incontrerà il pubblico il 7 dicembre e si dice “molto curiosa e felice di venire a Porretta Terme”, una prima volta che segue la sua partecipazione anni fa a Bologna per “Il cinema ritrovato”. “Ho già vissuto diverse retrospettive – racconta – ma questa è davvero speciale”.
Donne e storia, un legame forte
Nel cinema di von Trotta, al centro ci sono sempre donne forti, come Rosa Luxemburg e Hannah Arendt, figure che hanno attraversato la storia lasciando un segno profondo. Ma la regista nota con amarezza che il presente è ancora pieno di conflitti e passi indietro. “In Germania pensavo che dopo tutto quello che abbiamo vissuto si potesse arrivare a una consapevolezza diversa, sia personale che storica. Invece non lo vedo”, ammette. Il suo sguardo si allarga anche alla politica internazionale: “C’è Trump in America e tanti altri Paesi che si stanno spostando verso posizioni estreme. È un pericolo che riguarda anche la Germania”.
Von Trotta riflette su un ciclo storico che sembra ripetersi: “Più invecchio, più penso che la storia faccia dei giri. Dopo un periodo di democrazia e speranza, torniamo all’angoscia e alla violenza. Forse è un destino da cui non si scappa”.
Diritti delle donne: una battaglia ancora aperta
Il tema dei diritti delle donne resta centrale nel suo lavoro e nel suo sguardo. Parla in italiano, con un tono diretto e senza giri di parole: “Ci sono ancora Paesi come l’Iran dove i diritti delle donne sono inesistenti. Noi in Occidente abbiamo lottato per ottenerli, ma la battaglia non finisce mai. Lo dimostrano i femminicidi che continuano a succedere. È una tragedia: come è possibile che ancora si uccidano tante donne?”. La regista sottolinea come il desiderio femminile di affermarsi si scontri ancora con una violenza brutale: “Abbiamo conquistato il diritto a realizzarci, ma questo provoca ancora tante resistenze, anche violente, da parte di molti uomini”.
Nei suoi film spazio anche ai giovani, costretti a crescere in fretta, travolti dalle sfide del loro tempo. Von Trotta dice di avere fiducia nelle nuove generazioni, ma non nasconde una certa delusione: “I ragazzi oggi non si aspettano più un futuro migliore. Sanno che il clima peggiorerà, che ci saranno sempre più disastri ambientali. E vedono molti Paesi tornare alla violenza e al potere di pochi. È difficile sperare in un futuro migliore, e questo mi colpisce molto”.
Il cinema come arma di cambiamento
Nonostante tutto, la regista non perde la fede nel cinema come strumento di cambiamento sociale. Sta lavorando a un nuovo progetto sulla crisi ambientale che ci riguarda tutti. Sorride però, ricordando una battuta di Nanni Moretti: “Mi ha detto che non si deve mai raccontare il prossimo film, altrimenti rischi di non farlo… quindi per ora non dico altro”.
A Porretta Terme, tra le vette dell’Appennino bolognese, il pubblico potrà riscoprire una filmografia che ha saputo raccontare le inquietudini del Novecento e le sfide di oggi. Un viaggio tra memoria e attualità, dove la forza delle storie – e delle donne – continua a parlare al nostro tempo.
