Milano, 8 dicembre 2025 – Undici minuti di applausi hanno chiuso ieri sera la prima di “Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk”, l’opera che ha dato il via alla stagione lirica della Scala di Milano. Un pubblico attento, tra volti noti della cultura e della politica, ha regalato una lunga ovazione al termine dello spettacolo, confermando il successo della produzione firmata dal regista Vasily Barkhatov e diretta dal maestro Riccardo Chailly.
Scala, una prima da applausi senza fine
Come da tradizione, l’appuntamento dell’8 dicembre ha richiamato in teatro molte personalità del mondo istituzionale e artistico. Alle 18 in punto, le luci si sono abbassate nella sala principale di via Filodrammatici. Sul palco, la regia essenziale e asciutta di Barkhatov ha dato nuova vita al dramma di Šostakovič. Il pubblico – tra cui il sindaco Giuseppe Sala, la ministra della Cultura Gennaro Sangiuliano e tanti protagonisti della scena musicale – ha seguito con grande attenzione ogni scena, fino all’esplosione finale degli applausi.
“Non vedevo una reazione così forte da anni”, ha detto a fine serata un abbonato storico della Scala, mentre usciva nel freddo di piazza della Scala poco dopo le 22.30. I cronometri degli appassionati hanno segnato undici minuti e venti secondi di applausi senza sosta, tra richieste di bis e chiamate a gran voce per tutti gli interpreti.
Chailly e Barkhatov, una coppia vincente
Al centro della scena, come previsto, il maestro Riccardo Chailly, che ha guidato l’orchestra con sicurezza e passione. “Questa è un’opera che scuote, ogni volta è una sfida”, ha raccontato Chailly ai giornalisti nel foyer, poco dopo la fine dello spettacolo. Il direttore ha scelto tempi decisi e un suono compatto, mettendo in risalto le dissonanze e i contrasti della partitura.
A fianco a lui, il regista russo Vasily Barkhatov ha offerto una lettura moderna ma rispettosa dello spirito originale. “Abbiamo voluto mostrare la forza tragica di Katerina senza fronzoli”, ha spiegato Barkhatov durante la conferenza stampa del pomeriggio. La scelta di un allestimento essenziale ha conquistato il pubblico, che ha applaudito anche il cast vocale.
Il cast e l’emozione in sala
Sul palco, protagonisti di alto livello: il soprano Elena Stikhina ha interpretato Katerina con grande intensità e presenza. Accanto a lei, il tenore Sergey Skorokhodov e il basso Dmitry Ulyanov hanno dato vita a personaggi credibili e carichi di drammaticità. “Un cast solido, senza sbavature”, ha commentato un critico musicale presente in sala.
Il pubblico milanese – noto per essere esigente – non ha risparmiato applausi nemmeno ai comprimari e al coro, diretto da Alberto Malazzi. In platea si sono viste lacrime e sorrisi, segno di un coinvolgimento raro anche per la Scala. “Questa Lady Macbeth ci ricorda quanto il teatro possa ancora far vibrare le emozioni”, ha detto una spettatrice all’uscita.
Un’opera scomoda torna in scena
“Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk”, opera di Dmitrij Šostakovič del 1934, è tra le più controverse del Novecento. Bandita per anni in Unione Sovietica, accusata di “formalismo” dalle autorità staliniane, torna ora alla Scala dopo più di vent’anni dall’ultima rappresentazione. La scelta di aprire la stagione con questo titolo è stata letta come un segnale di coraggio artistico.
“Non è un’opera semplice, ma era il momento giusto per proporla”, ha detto il sovrintendente Dominique Meyer ai microfoni delle tv. La serata si è chiusa tra strette di mano e commenti soddisfatti nel foyer, mentre fuori dal teatro sui social si leggevano già i primi messaggi: “Una serata che resterà nella memoria”, scrivevano su X poco dopo le 23.
La Scala riparte con tradizione e sfida
Con questo debutto, la stagione lirica della Scala riparte con una scommessa che guarda al passato ma non teme il presente. Nei prossimi mesi sono in programma titoli come “Don Carlo” e “La Bohème”, ma la serata dell’8 dicembre sarà ricordata come uno dei momenti più intensi degli ultimi anni per il teatro milanese. Gli undici minuti di applausi – ripresi e condivisi già in serata – dimostrano il legame ancora forte tra la Scala e il suo pubblico.
“È stato un inizio che dà fiducia”, ha concluso Chailly lasciando il teatro poco dopo mezzanotte. E in quel momento, tra le luci spente di piazza della Scala, Milano sembrava davvero la capitale mondiale dell’opera.
