Roma, 8 dicembre 2025 – La Squadra Mobile di Roma ha messo le manette giovedì mattina al polso del primario di Nefrologia dell’ospedale Sant’Eugenio, Roberto Palumbo, e di un imprenditore romano legato alla strumentazione per la dialisi. L’accusa è di corruzione. L’operazione, scattata all’alba tra i corridoi dell’ospedale e alcuni uffici privati nella zona sud della capitale, fa parte di un’indagine più ampia che coinvolge in tutto dodici persone.
Tangente da 3mila euro consegnata in ospedale
Gli investigatori raccontano che il medico, 57 anni e alla guida del reparto da più di dieci anni, è stato beccato in flagranza mentre riceveva una mazzetta di circa 3mila euro. Il denaro sarebbe stato consegnato direttamente nei locali dell’ospedale, in un momento in cui, dicono dalla Questura, “non c’erano pazienti in zona”. Per settimane gli agenti hanno seguito i passi del primario e dell’imprenditore, monitorando incontri e conversazioni. Solo giovedì mattina, poco dopo le 10, è scattato il blitz.
Un giro di mazzette e pazienti dirottati verso cliniche private
Al centro dell’inchiesta, coordinata dalla Procura che si occupa di reati nella pubblica amministrazione, ci sarebbe un vero e proprio giro di tangenti legato alla gestione dei pazienti in dialisi dimessi dal Sant’Eugenio. Secondo le prime ricostruzioni, alcuni malati venivano “dirottati” verso strutture private convenzionate in cambio di soldi illeciti. Questo sistema, spiegano fonti investigative, ha permesso a cliniche e fornitori di aumentare i propri guadagni, mentre il personale sanitario coinvolto riceveva soldi o altri vantaggi.
Il ruolo chiave dell’imprenditore e gli altri indagati
L’imprenditore finito in manette – il cui nome non è stato ancora reso pubblico – lavora da anni nel settore della fornitura di macchinari per la dialisi. Per gli inquirenti, ha fatto da tramite tra alcune aziende e il personale dell’ospedale. “Abbiamo raccolto prove di una rete di rapporti consolidati”, ha detto un investigatore della Mobile. Oltre ai due arrestati, risultano indagate altre dieci persone, tra cui infermieri, impiegati amministrativi e rappresentanti di società private.
Carcere e domiciliari in attesa della convalida
Nel pomeriggio di giovedì, Roberto Palumbo è stato portato nel carcere di Regina Coeli. L’imprenditore è invece ai domiciliari, in attesa delle decisioni del giudice. Il gip non ha ancora fissato l’udienza di convalida; fonti giudiziarie dicono che la data potrebbe arrivare nelle prossime ore. Gli avvocati difensori hanno chiesto di visionare tutti gli atti prima di valutare eventuali richieste di scarcerazione.
Sorpresa e tensione al Sant’Eugenio
La notizia dell’arresto ha colto di sorpresa colleghi e pazienti dell’ospedale Sant’Eugenio. “Non ce lo aspettavamo proprio”, confida un’infermiera del reparto, che preferisce restare anonima. La direzione sanitaria ha diffuso una breve nota: “Massima fiducia nel lavoro della magistratura. L’attività assistenziale continua regolarmente”. Nel pomeriggio, davanti all’ingresso del reparto, alcuni pazienti si sono fermati per chiedere informazioni. “Speriamo che tutto venga chiarito al più presto”, ha detto una donna in attesa della visita.
Le indagini non si fermano
Gli investigatori stanno ora controllando documenti amministrativi, cartelle cliniche e i dati dei pazienti dimessi negli ultimi due anni. Non si esclude che possano spuntare altri episodi o nuovi nomi. “Le verifiche sono ancora in corso”, spiegano dalla Procura. Intanto, la vicenda riporta al centro dell’attenzione il problema della corruzione nella sanità pubblica e le debolezze nei controlli interni degli ospedali romani.
