Cambogia in lutto: quattro civili perdono la vita negli attacchi thailandesi

Cambogia in lutto: quattro civili perdono la vita negli attacchi thailandesi

Cambogia in lutto: quattro civili perdono la vita negli attacchi thailandesi

Matteo Rigamonti

Dicembre 8, 2025

Phnom Penh, 8 dicembre 2025 – Almeno quattro civili cambogiani hanno perso la vita oggi, domenica, in una serie di attacchi aerei thailandesi lungo il confine tra Cambogia e Thailandia, ha riferito il ministro dell’Informazione cambogiano, Neth Pheaktra. Gli scontri, avvenuti nelle province di Oddar Meanchey e Preah Vihear, hanno lasciato anche una decina di feriti tra la popolazione locale. La notizia è stata confermata nel primo pomeriggio, mentre la tensione tra i due Paesi resta alta.

Frontiera infuocata: almeno quattro civili uccisi

Secondo il governo cambogiano, gli attacchi thailandesi sono iniziati nelle prime ore del mattino. “Almeno quattro civili cambogiani sono stati uccisi negli attacchi thailandesi”, ha detto il ministro Neth Pheaktra all’agenzia AFP, aggiungendo che i feriti sono circa una decina. Le vittime si trovavano in villaggi di confine, in zone dove da tempo si registrano dispute territoriali.

Sul posto sono arrivati soccorsi e personale medico. Testimoni raccontano di aver sentito “forti esplosioni e colpi d’arma da fuoco” intorno alle 7 del mattino, ora locale. Le autorità cambogiane hanno deciso di evacuare alcune famiglie che vivono nelle aree più esposte.

La versione thailandese: un militare morto e otto feriti

Dal lato thailandese, il portavoce delle forze armate ha confermato la morte di un soldato e otto feriti durante gli scontri. La Thailandia ha ammesso di aver condotto attacchi aerei in risposta a “provocazioni” lungo la linea di confine, senza però fornire dettagli precisi. Secondo fonti di Bangkok, l’operazione era necessaria per “difendere l’integrità territoriale”.

Il generale Somchai Rattanapong, responsabile delle operazioni nel nord-est, ha spiegato che “le forze thailandesi hanno risposto a un attacco proveniente dal territorio cambogiano”. I dettagli sull’escalation però restano ancora poco chiari.

Confine fragile: vecchie tensioni che tornano a galla

L’area tra Oddar Meanchey e Preah Vihear è da anni un punto caldo tra i due Paesi. In passato, le dispute hanno riguardato soprattutto il controllo di templi antichi e terre agricole. Nel 2011, scontri simili avevano provocato decine di vittime e migliaia di sfollati. Oggi la situazione si ripete, con modalità diverse ma la stessa incertezza.

Fonti locali raccontano che la gente vive “con la paura costante di nuovi attacchi”. Alcuni abitanti dicono che le scuole sono rimaste chiuse per sicurezza e che molte famiglie stanno cercando rifugio nelle città più lontane dal confine.

Preoccupazione internazionale: il rischio di una escalation

Finora non ci sono state prese di posizione ufficiali da parte delle Nazioni Unite o dell’ASEAN, l’organizzazione regionale del Sud-Est asiatico. Ma diplomatici occidentali a Phnom Penh hanno espresso preoccupazione per il rischio di un’escalation militare. “Ogni vittima civile è una tragedia che può scatenare reazioni a catena”, ha detto un funzionario europeo, chiedendo l’anonimato.

Il governo cambogiano ha chiesto di aprire subito un canale diplomatico per fermare il sangue. Da Bangkok si attende una dichiarazione ufficiale del primo ministro Srettha Thavisin nelle prossime ore.

Il bilancio e l’attesa

Il conto delle vittime resta provvisorio: quattro civili cambogiani morti, circa dieci feriti tra la popolazione, un soldato thailandese morto e otto feriti tra i militari. Le autorità di entrambi i Paesi hanno rafforzato la presenza militare lungo il confine e invitano alla calma.

Nei prossimi giorni si capirà se prevarrà la via del dialogo o se la crisi si allargherà. Intanto, nei villaggi lungo il confine tra Cambogia e Thailandia si vive nell’attesa, con un clima carico di tensione e apprensione.