Pechino, 8 dicembre 2025 – A novembre, l’export cinese ha sorpreso tutti con un balzo del 5,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, dopo il calo di ottobre. A diffondere i dati sono state questa mattina le Dogane cinesi, a poche settimane dalla tregua commerciale firmata il 28 ottobre a San Francisco tra il presidente Xi Jinping e l’ex presidente americano Donald Trump. Un segnale che, secondo molti esperti locali, potrebbe indicare un ritorno della domanda mondiale per i prodotti cinesi, almeno nel breve termine.
Export cinese: la ripresa arriva dopo la tregua
A novembre le esportazioni cinesi hanno ripreso quota con decisione: +5,9% su base annua, a netto contrasto con il -1,1% di ottobre, il primo calo dallo scorso marzo. Il dato di ottobre è stato rivisto al ribasso rispetto alla prima stima (-0,8%), confermando le difficoltà del settore negli ultimi mesi. “La ripresa delle spedizioni è legata anche al clima più sereno tra Pechino e Washington”, ha detto un funzionario del Ministero del Commercio cinese, riferendosi alla riduzione delle tensioni tariffarie dopo il vertice tra i due leader.
Le previsioni raccolte da Reuters e Bloomberg indicavano una crescita più contenuta, intorno al 3%. Invece, la domanda di elettronica, macchinari e tessili ha trainato il rimbalzo. “Abbiamo visto gli ordini salire già dalla seconda settimana di novembre”, ha raccontato Zhang Wei, responsabile export in una media azienda manifatturiera di Shenzhen.
Import in crescita, ma sotto le aspettative
Sul fronte delle importazioni, invece, i numeri sono più modesti: +1,9% su base annua, contro il +2,8% previsto dagli analisti. A ottobre l’import era cresciuto dell’1%. Nonostante Pechino abbia confermato l’impegno ad aumentare gli acquisti dall’estero, soprattutto materie prime e prodotti agricoli, la domanda interna resta cauta. “Il mercato cinese mostra segnali di ripresa, ma i consumi non sono ancora tornati ai livelli pre-pandemia”, ha ammesso Chen Li, economista alla Renmin University.
Le importazioni di semiconduttori e componenti per l’industria tecnologica sono rimaste stabili, mentre si è registrata una leggera flessione negli acquisti di energia e metalli. Secondo i primi riscontri degli operatori doganali, il rallentamento potrebbe dipendere dalla volatilità dei prezzi internazionali e dalle incertezze sulla crescita interna.
Surplus commerciale: quota 111 miliardi di dollari
Sommandosi export e import, il surplus commerciale cinese ha raggiunto i 111,68 miliardi di dollari a novembre. Un valore più alto delle attese degli analisti, ferme a 100,2 miliardi, e tra i più elevati degli ultimi anni. “Il surplus resta sostenuto dalla domanda estera e dalla prudenza negli acquisti interni”, spiega un report della banca d’investimento Nomura.
Gli Stati Uniti rimangono il principale partner commerciale extra-asiatico della Cina, seguiti dall’Unione Europea. Nei porti di Shanghai e Ningbo-Zhoushan, secondo le autorità locali, nelle ultime settimane del mese si sono registrati picchi di traffico. “Abbiamo lavorato anche di notte per gestire l’aumento dei container in uscita”, ha confidato un operatore portuale.
Prospettive incerte per i mesi a venire
Resta da vedere se questa crescita delle esportazioni cinesi potrà continuare nei prossimi mesi. Gli analisti invitano alla prudenza: la tregua commerciale tra Pechino e Washington ha allentato le tensioni, ma non ha risolto tutti i nodi. Inoltre, la domanda globale rischia di risentire delle incertezze economiche in Europa e Stati Uniti.
“Il dato di novembre è incoraggiante, ma non va preso come una garanzia”, ha osservato Wang Tao, chief economist per la Cina di UBS. Per lui, solo una ripresa stabile dei consumi interni potrà assicurare una crescita equilibrata nel medio periodo. Nel frattempo, Pechino continua a seguire da vicino l’andamento degli scambi e valuta nuove misure per sostenere sia l’export che l’import.
In sintesi: novembre segna un passo avanti per il commercio estero cinese, ma la strada verso una vera ripresa resta ancora lunga.
