L’Europa deve agire autonomamente senza isolarsi

L'Europa deve agire autonomamente senza isolarsi

L'Europa deve agire autonomamente senza isolarsi

Matteo Rigamonti

Dicembre 8, 2025

Roma, 8 dicembre 2025 – L’Europa deve rialzare la testa e puntare su una autonomia strategica che metta al centro le sue imprese, i lavoratori e i cittadini. È questo il messaggio lanciato oggi dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante un punto stampa a margine del Consiglio Ue Competitività a Bruxelles. Urso ha sottolineato che il Vecchio Continente ha tutte le carte in regola per farlo, a patto di ragionare con chiarezza e senza chiudersi rispetto ai Paesi del Sud del mondo.

Europa, l’ora di decidere

L’Europa deve fare da sola ed è in grado di farlo. Se rialza la testa e ragiona”, ha detto Urso ai giornalisti nella sala stampa del Consiglio. Il ministro, arrivato a Bruxelles poco dopo le 9, ha ribadito la necessità di una svolta: “L’Europa deve fare la sua parte, pensando alle sue imprese, ai suoi lavoratori, ai suoi cittadini”. Un appello a non restare spettatori davanti ai grandi cambiamenti globali.

Urso ha poi messo in guardia dal rischio di un isolamento: “Non deve chiudersi rispetto ad altri Paesi del Sud del mondo che possono condividere questa strategia di crescita”. Un richiamo a costruire alleanze, soprattutto con quelle economie emergenti che vedono l’Europa come un partner commerciale e industriale.

Stati Uniti sì, ma l’Europa deve tracciare la sua strada

Durante l’incontro con la stampa, il ministro ha chiarito la posizione italiana sui rapporti transatlantici. “Credo che l’Europa debba muoversi verso una vera autonomia strategica”, ha spiegato Urso, sottolineando però che “gli Stati Uniti restano il nostro principale alleato”. Parole nette, quasi a escludere fraintendimenti su un possibile allontanamento da Washington.

Il tema dell’autonomia strategica europea è tornato al centro del dibattito negli ultimi mesi. Le tensioni internazionali, dalla guerra in Ucraina alle difficoltà nelle catene di approvvigionamento, hanno spinto diversi governi – Italia compresa – a chiedere un rafforzamento della produzione interna e una maggiore indipendenza tecnologica.

Imprese e lavoratori: il cuore della strategia

Urso ha insistito: è fondamentale mettere al centro le imprese e i lavoratori europei. “Dobbiamo pensare alle nostre aziende, ai nostri cittadini”, ha ripetuto più volte durante la mattinata. Per il ministro, la competitività dell’Unione passa da qui: investimenti in innovazione, sostegno alla manifattura e attenzione alle filiere chiave.

Il riferimento è anche alle recenti discussioni su sussidi e politiche industriali. In particolare, l’Italia – insieme ad altri Paesi – chiede più flessibilità sugli aiuti di Stato per sostenere settori strategici come l’automotive, la microelettronica e le energie rinnovabili. Temi che hanno dominato i lavori del Consiglio Ue Competitività, iniziati alle 10 nella sede del Justus Lipsius Building.

Il Sud del mondo non è un nemico

Un altro punto toccato da Urso riguarda il rapporto con i Paesi del Sud del mondo. “Non dobbiamo chiuderci”, ha detto il ministro, citando partner come India, Brasile e Sudafrica. Questi Paesi, secondo Urso, possono condividere con l’Europa una strategia di crescita basata su sviluppo sostenibile e innovazione.

La linea italiana cerca un equilibrio: rafforzare l’autonomia strategica senza chiudersi in una logica protezionistica. Un approccio che guarda sia agli interessi interni, sia alla costruzione di nuove relazioni internazionali.

Cosa aspettarsi nelle prossime settimane

Il dibattito sull’autonomia strategica europea continuerà nelle prossime settimane. A Bruxelles si attende una proposta della Commissione per rafforzare le filiere industriali comuni. Intanto, diversi rappresentanti delle imprese italiane – tra cui Confindustria – hanno applaudito la linea indicata da Urso.

“Serve coraggio per cambiare passo”, ha commentato un imprenditore lombardo presente a Bruxelles. Ma nei corridoi del Consiglio Ue non mancano le perplessità: alcuni temono che puntare troppo sull’autonomia possa creare nuove barriere commerciali.

Solo il tempo dirà se l’Europa saprà davvero rialzare la testa, come chiede il ministro italiano. Per ora, la partita resta aperta.