Marcia No Tav: da Venaus a Susa per una protesta che fa rumore il 8 dicembre

Marcia No Tav: da Venaus a Susa per una protesta che fa rumore il 8 dicembre

Marcia No Tav: da Venaus a Susa per una protesta che fa rumore il 8 dicembre

Matteo Rigamonti

Dicembre 8, 2025

Torino, 8 dicembre 2025 – In un pomeriggio freddo ma terso, circa mille persone si sono ritrovate a Venaus, nel cuore della Val di Susa, per la tradizionale marcia No Tav dell’8 dicembre. L’incontro, che segna il ventennale dello sgombero del presidio contro la Torino-Lione avvenuto nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2005, ha visto insieme attivisti, cittadini e rappresentanti delle amministrazioni locali. Il corteo, partito intorno alle 14.30 dalla piazza centrale, si è diretto verso il presidio di San Giuliano, frazione di Susa.

Vent’anni dopo Venaus: memoria e lotta ancora vive

A guidare il corteo, uno striscione bianco con la scritta: “Avere 20 anni e avere sogni grandi. Vent’anni di lotte, amore e resistenza”. Un messaggio che non celebra solo la ricorrenza, ma anche lo spirito che – dicono i partecipanti – anima ancora il movimento. “L’8 dicembre non è una data qualunque”, hanno spiegato dal megafono alcuni portavoce No Tav. “È un appuntamento che da vent’anni tiene insieme la memoria e la determinazione di un movimento popolare che non ha mai mollato”.

Il riferimento è alla notte del 2005, quando le forze dell’ordine sgomberarono il primo presidio No Tav a Venaus. Dopo ore di tensioni e scontri, centinaia di persone tornarono a occupare l’area con un corteo che segnò una svolta per la Val di Susa. “Le barricate di Venaus, le notti al presidio, la cacciata delle ruspe e la riconquista collettiva del territorio”, hanno ricordato gli organizzatori. “Quel momento ha segnato per sempre la storia della valle e ha aperto una strada che è ancora viva”.

In piazza anche gli amministratori locali

Alla manifestazione hanno partecipato diversi rappresentanti delle amministrazioni valsusine. Tra loro, sindaci e consiglieri di piccoli comuni come Bussoleno, Mompantero e Susa. Alcuni indossavano la fascia tricolore. “Siamo qui per far sentire la voce della valle”, ha detto il sindaco di Venaus, Marco Ferrero. “La nostra posizione è chiara: vogliamo trasparenza e rispetto per chi vive questi territori”.

Il corteo ha camminato ordinato lungo la provinciale 210, tra bandiere No Tav, canti e slogan. Qualche anziano si è affacciato dalle finestre delle case lungo il percorso; altri hanno seguito dalla piazza della chiesa. “È importante esserci”, ha detto una donna sulla sessantina, “perché questa storia riguarda tutti noi”.

Tensioni ai cantieri, il movimento prende le distanze

La marcia arriva a pochi giorni da nuovi episodi di tensione vicino ai cantieri di San Didero e Chiomonte. Sabato sera e ieri notte, secondo la Questura di Torino, gruppi di antagonisti hanno lanciato bombe carta, bulloni, pietre e fuochi d’artificio contro le forze dell’ordine schierate a protezione dei lavori. Non ci sono stati feriti gravi, ma la situazione resta tesa.

Gli organizzatori hanno preso le distanze da questi episodi violenti, sottolineando che la manifestazione di oggi voleva essere “un momento di memoria collettiva e protesta pacifica”. “La nostra forza è sempre stata la partecipazione della gente”, ha detto uno degli storici attivisti della valle. “Non ci riconosciamo in azioni che mettono a rischio la sicurezza delle persone”.

Il movimento non si ferma

Dopo quasi tre ore di cammino, il corteo è arrivato al presidio di San Giuliano verso le 17. Tra bandiere e striscioni appesi alle recinzioni, si sono alternati interventi dal palco improvvisato: testimonianze di chi c’era vent’anni fa e parole delle nuove generazioni. “Abbiamo vent’anni come questa lotta”, ha detto una ragazza al microfono. “E sogniamo ancora una valle libera”.

Per gli organizzatori, la partecipazione alla marcia conferma che il movimento No Tav resta ben radicato sul territorio. “Nonostante tutto – le difficoltà giudiziarie, le divisioni politiche, i cambiamenti sociali – qui c’è ancora chi crede che difendere la propria terra sia possibile”, ha concluso uno dei portavoce.

La giornata si è chiusa senza incidenti. Sullo sfondo, le montagne già imbiancate dalla prima neve e una domanda ancora aperta: quale sarà il futuro della Torino-Lione e della Val di Susa? Per ora, almeno oggi, la risposta è arrivata dalle strade di Venaus.