Milano, 8 dicembre 2025 – Le principali Borse europee hanno chiuso oggi con un leggero calo, in una giornata di attesa per la riunione della Federal Reserve americana, in programma il 10 dicembre. Gli investitori sono concentrati sulle possibili mosse della banca centrale Usa, che secondo le previsioni potrebbe tagliare i tassi di interesse di 0,25 punti, portandoli al 3,75%. Un passo del genere, se confermato, segnerebbe una svolta dopo mesi di tassi fermi.
Borse europee in rosso, Milano tra le peggiori
A fine giornata, Piazza Affari ha perso lo 0,25%, risultando tra le piazze peggiori. Peggio ha fatto Parigi con un -0,36%, mentre Francoforte ha limitato i danni con un calo dello 0,01%. Piccole variazioni a Londra (-0,06%) e Madrid (-0,2%). Gli scambi sono stati piuttosto cauti, con gli operatori che hanno preferito aspettare segnali più chiari dalla Fed prima di muoversi.
Produzione industriale tedesca meglio del previsto, spread in risalita
Sul fronte dei dati economici, la produzione industriale in Germania ha superato le aspettative a ottobre, sorprendendo gli analisti. In attesa dell’indice Sentix sulla fiducia dei consumatori nell’Eurozona, previsto in leggero miglioramento a -6,2 punti, i mercati sono rimasti cauti. Dagli Stati Uniti, invece, si attendono i nuovi dati sull’inflazione percepita dai consumatori, un indicatore chiave per le prossime decisioni delle banche centrali.
Lo spread tra Btp e Bund tedeschi è tornato a salire, sfiorando i 70 punti base, quattro in più rispetto all’apertura. Il rendimento del decennale italiano si è portato al 3,52%, in rialzo di quasi 4 punti base. Crescono anche i rendimenti dei titoli tedeschi (2,82%) e francesi (3,55%). Un segnale della prudenza degli investitori verso i titoli di Stato europei, in un clima di incertezza sui tassi.
Materie prime e valute: petrolio giù, gas in ripresa
Sul fronte delle materie prime, il prezzo del petrolio Wti ha invertito la rotta nel pomeriggio, perdendo lo 0,3% a 59,91 dollari al barile. Più vivace il gas naturale: il future europeo ha segnato un balzo dell’1,65% a 27,72 euro al MWh. Secondo gli operatori, l’aumento dei prezzi riflette la necessità di attrarre nuove forniture di gas naturale liquefatto (Gnl), per soddisfare la domanda crescente in Asia e in Egitto.
In calo anche l’oro, che ha perso lo 0,29% a 4.210,48 dollari l’oncia. Sul fronte valute, il dollaro si è indebolito contro l’euro (85,82 centesimi), mentre è salito a 155,5 yen e si è mantenuto stabile contro la sterlina (75,06 penny).
Bitcoin oltre i 92mila dollari, capitalizzazione ai massimi
Nel mondo delle criptovalute, il Bitcoin ha superato quota 92mila dollari (+3,33%), spingendo la capitalizzazione complessiva oltre i 1.830 miliardi. Un segnale della volatilità del settore e dell’interesse crescente degli investitori istituzionali.
Titoli in primo piano: Unilever in calo, farmaceutici in luce
Tra i titoli principali, giornata difficile per Unilever (-3,97%) al debutto della nuova quotazione di Magnum dopo lo scorporo annunciato a febbraio. Male anche L’Oreal (-1,82%). Segnali contrastanti nel settore dei semiconduttori: Be ha guadagnato il 3%, Asm l’1,5%, mentre Stm ha perso l’1,32%. Acquisti più decisi sui farmaceutici: Sandoz (+3,4%), Bayer (+3,2%) e Recordati (+2,26%).
Secondo alcuni analisti sentiti oggi a Milano, “la prudenza resta d’obbligo finché non si chiarirà l’orientamento della Fed”. Solo allora i mercati potranno prendere una direzione più netta.
