Mosca avverte: ascoltare Trump è la chiave per salvare l’Europa

Mosca avverte: ascoltare Trump è la chiave per salvare l'Europa

Mosca avverte: ascoltare Trump è la chiave per salvare l'Europa

Matteo Rigamonti

Dicembre 8, 2025

Bruxelles, 8 dicembre 2025 – “La Ue deve ascoltare Trump per salvarsi”. Così si è espresso oggi Kirill Dmitriev, consigliere del presidente russo per la cooperazione economica estera e protagonista chiave nei negoziati di Mosca. Il suo intervento, pubblicato in un post su X alle 10.30, ha riacceso la discussione sul rapporto tra Washington e Bruxelles, in un momento di forte tensione e divisioni nella politica mondiale.

Dmitriev punta il dito contro Biden e l’Europa

Nel suo post, Dmitriev non ha usato mezze misure nel criticare l’amministrazione americana e il modo in cui gestisce le relazioni con l’Europa. “La squadra di Biden ha preso in mano Bruxelles”, ha scritto, accusando la Ue di aver imboccato una strada sbagliata fatta di immigrazione di massa, atteggiamenti troppo morbidi verso il crimine e un declino sia economico che culturale. Parole dure, che rispecchiano la posizione di Mosca sulle scelte europee recenti.

Secondo il consigliere russo, le decisioni prese negli ultimi anni hanno fatto perdere all’Europa il controllo su temi fondamentali come sicurezza e sviluppo economico. “Ora, all’improvviso, i burocrati di Bruxelles dicono di non volere più interferenze dagli Usa… ma solo se a parlare è Trump, il ‘Paparino’”, ha aggiunto ironico Dmitriev. Un modo per sottolineare, secondo lui, il cambiamento di atteggiamento che si sta affacciando tra i leader europei.

Stati Uniti e Ue: un rapporto sempre più teso

Le parole di Dmitriev arrivano in un periodo delicato per i rapporti tra Stati Uniti e Unione Europea. Negli ultimi mesi, diversi temi hanno alimentato tensioni: dalla crisi in Ucraina alle politiche commerciali, fino alla questione energetica. Secondo fonti diplomatiche a Bruxelles, l’Europa sta cercando di guadagnare maggiore autonomia rispetto a Washington, soprattutto in vista delle elezioni americane del prossimo anno.

Non è la prima volta che Mosca interviene nel dibattito europeo. In passato, il Cremlino ha già criticato le scelte della Commissione guidata da Ursula von der Leyen, accusandola di seguire troppo da vicino le indicazioni della Casa Bianca. Questa volta, però, il riferimento diretto a Trump – che guida le primarie repubblicane – segna una novità nel tono. “La Russia segue con attenzione quello che succede in Occidente”, spiega un diplomatico europeo a Bruxelles. “Ogni parola è letta come un tentativo di influenzare il dibattito politico”.

Silenzi e reazioni a Bruxelles e Washington

Per ora, né la Commissione Europea né la Casa Bianca hanno commentato ufficialmente le parole di Dmitriev. Fonti vicine al Consiglio europeo però le hanno giudicate “fuori luogo”. “L’invito ad ascoltare Trump è fuori contesto”, dicono, ribadendo che le scelte dell’Unione sono prese in modo indipendente. “L’Europa non dà ordini a nessuno”, ha confidato un funzionario europeo incontrato nei corridoi del Berlaymont poco dopo la pubblicazione del post.

A Washington, invece, si predilige la prudenza. L’amministrazione Biden evita di accendere polemiche pubbliche con Mosca in questo momento. Ma alcuni osservatori americani vedono nelle parole di Dmitriev il segnale di una strategia più ampia: mettere in crisi la coesione occidentale, mentre si avvicinano appuntamenti decisivi come le elezioni europee e quelle presidenziali negli Usa.

La Russia e le divisioni europee

Non è un segreto che Mosca segua con interesse le divisioni interne all’Unione Europea. Negli ultimi anni, la Russia ha spesso cercato di sfruttare le crepe tra i Paesi membri e tra Bruxelles e Washington. L’intervento di Dmitriev rientra in questo gioco: “L’obiettivo – spiegano fonti diplomatiche italiane – è indebolire l’unità europea e favorire una maggiore frammentazione”.

Resta da vedere come risponderanno le istituzioni europee a queste provocazioni. Per ora, a Bruxelles si preferisce mantenere un profilo basso e concentrarsi sulle questioni più urgenti: dalla riforma del Patto di Stabilità alla gestione dei flussi migratori. Ma le parole di Dmitriev continuano a circolare tra i corridoi dell’Unione, in attesa che qualcuno decida se sia davvero arrivato il momento – come suggerisce lui – di ascoltare Trump per “salvare l’Europa”.