Milano, 8 dicembre 2025 – Ieri, al Teatro Dal Verme, si è tenuta la cerimonia per la consegna degli Ambrogini d’Oro, il premio più importante che il Comune di Milano assegna ogni anno a cittadini e realtà che hanno onorato la città. Ma l’edizione 2025 è stata segnata da una polemica che ha scosso l’opinione pubblica: non tanto per i nomi famosi tra i premiati, quanto per la decisione di conferire l’onorificenza al Nucleo operativo radiomobile dei carabinieri, finito al centro della bufera per il caso di Ramy Elgaml, il giovane morto durante un inseguimento al Corvetto.
Murales e proteste: Milano spaccata sul premio ai carabinieri
Alla vigilia dell’evento, sono comparsi due murales in diversi quartieri della città. L’autrice, Cristina Donati Meyer, ha dipinto il volto sorridente di Ramy con un cartello che recita: “Chiediamo pane e cultura, ci date polizia”. Un messaggio chiaro e diretto, che ha subito acceso la discussione. “Quando la verità non è ancora chiara, celebrare è pericoloso”, ha scritto l’artista sui social. La risposta politica non ha tardato ad arrivare: la senatrice di Forza Italia, Licia Ronzulli, ha bocciato l’iniziativa definendola “un’inaccettabile sentenza sommaria”, sottolineando come “attaccare tutto il corpo dei carabinieri vuol dire gettare fango su chi ogni giorno rischia la vita per noi”.
Durante la cerimonia, anche il capogruppo dei Verdi milanesi, Tommaso Gorini, ha voluto far sentire la sua voce indossando una maglietta con il volto di Ramy e la scritta “Ramy vive”. Gorini, che fa parte della commissione che assegna gli Ambrogini, ha spiegato: “Non è una polemica contro il premio, ma un modo per non dimenticare questa storia”. Il gesto non è passato inosservato tra i presenti.
Il sindaco Sala: “Non mettiamo etichette, serve equilibrio”
Dal palco del Dal Verme, il sindaco Giuseppe Sala ha preso la parola sul tema. “Credo ancora che la vicenda di Ramy meriti giustizia”, ha detto a un pubblico attento. “Ma non vorrei che si finisse a dividere tra buoni e cattivi. È stata una storia dolorosa, ma ha anche mostrato i valori che tengono insieme Milano”. Sala ha rivolto un pensiero alla famiglia di Ramy: “Questa famiglia di immigrati, che continua a essere parte viva della città, merita il nostro rispetto e il nostro applauso”.
Sul ruolo dei carabinieri, il sindaco ha aggiunto: “È un corpo con una lunga storia alle spalle. Come tutti, possono sbagliare. Ma oggi metterci la faccia è un gesto che conta molto per la comunità”. Parole che hanno cercato di calmare gli animi, pur senza nascondere la complessità del momento.
Ambrogini, tra premi e riflessioni sul presente
Nonostante le tensioni, la cerimonia ha celebrato anche volti noti come Enrico Mentana, la cantante Jo Squillo e il Fondo Ambiente Italiano. Sala ha voluto sottolineare il valore di chi ha ricevuto il riconoscimento: “Essere qui significa confrontarsi con le storie migliori della nostra città, persone che non mollano e vedono la vita come una sfida contro la rassegnazione e l’isolamento”.
Poi, il sindaco ha ampliato lo sguardo alla situazione sociale: “Viviamo un periodo in cui sembra prevalere la stanchezza e il disinteresse”, ha osservato, ricordando anche l’alto astensionismo alle urne. “Non nascondo che anche noi politici abbiamo la nostra parte di responsabilità. Ma una società che si chiude e si affida solo ai social fatica a trovare una vera identità e a fare scelte coraggiose”.
Milano in bilico tra memoria e futuro
La decisione di premiare i carabinieri – fortemente spinta dalla Lega come segno di vicinanza ai militari sotto inchiesta – resta ancora un nodo aperto. Il caso di Ramy Elgaml, morto oltre un anno fa durante un inseguimento, è ancora sotto indagine. Milano si interroga su come riconoscere chi serve la città senza dimenticare le ferite ancora aperte.
In questo quadro, gli Ambrogini d’Oro riflettono le tensioni e le speranze di una comunità che cerca un punto d’incontro tra memoria e futuro. E mentre i murales resistono sui muri del Corvetto, il dibattito su giustizia e riconoscimento continua a far discutere e a spingere a riflettere.
