Ritorno in famiglia nel bosco: il tribunale frena per mancanza di garanzie e i coniugi restano in silenzio

Ritorno in famiglia nel bosco: il tribunale frena per mancanza di garanzie e i coniugi restano in silenzio

Ritorno in famiglia nel bosco: il tribunale frena per mancanza di garanzie e i coniugi restano in silenzio

Matteo Rigamonti

Dicembre 8, 2025

Roma, 8 dicembre 2025 – Resta in bilico il futuro della famiglia Trevallion-Birmingham, i cui tre figli minorenni sono da due settimane affidati a una casa famiglia di Vasto, in Abruzzo, dopo la decisione del tribunale per i minorenni dell’Aquila. L’ultima udienza, tenutasi pochi giorni fa, si è chiusa senza una decisione definitiva. La presidente Cecilia Angrisano ha scelto di prendersi altro tempo, lasciando la vicenda in un’impasse. Al centro della discussione c’è la possibilità di un ricongiungimento tra i bambini e i genitori, Nathan Trevallion e Catherine Birmingham.

Curatrice speciale: “Serve più tempo e garanzie”

Durante l’udienza, la curatrice speciale dei minori, Marika Bolognese, ha chiesto ai giudici di non correre. “Il tempo trascorso nella struttura protetta è troppo breve per capire se i problemi sono stati superati”, ha spiegato ai magistrati. Per lei servono garanzie più solide: non basta che la famiglia abbia accettato una nuova casa o abbia avviato un progetto di ristrutturazione per cancellare mesi di indagini e approfondimenti da parte dei servizi sociali. La questione centrale resta la capacità dei genitori di garantire un ambiente stabile e sicuro, dopo il lungo periodo trascorso nella vecchia abitazione di pietra nei boschi di Palmoli, provincia di Chieti.

Qualche segnale di speranza: nuova casa e apertura al cambiamento

Negli ultimi giorni, i genitori hanno dato qualche segnale di disponibilità. Nathan Trevallion ha preso le chiavi di una nuova abitazione nel bosco, messa a disposizione gratuitamente da un ristoratore locale. Un gesto che, secondo chi segue da vicino la vicenda, potrebbe essere un primo passo verso il ritorno dei bambini a casa. La famiglia ha mostrato anche la volontà di accettare una ristrutturazione quasi totale della loro casa originaria, anche se, al momento, non è stata fissata una data per l’inizio dei lavori.

Le relazioni delle tutrici che seguono i minori da due settimane parlano di bambini in “buono stato di salute” e con una “socievolezza soddisfacente”. Due aspetti che, all’inizio della vicenda, avevano pesato sulla decisione del tribunale di sospendere la potestà genitoriale. Ma, come fanno notare fonti vicine al caso, questi elementi non bastano a sciogliere tutte le riserve.

Il silenzio dei genitori e l’attesa della Corte d’Appello

Da giorni la famiglia ha scelto di non parlare con la stampa. Solo Nathan, al momento della consegna delle chiavi della nuova casa, ha detto poche parole: “Siamo grati per questo gesto”, avrebbe confidato ai presenti. Per il resto, nessuna dichiarazione ufficiale. Un atteggiamento, secondo alcuni, dettato dal desiderio di evitare ulteriori pressioni mediatiche in un momento delicato.

Il prossimo appuntamento è fissato per il 16 dicembre, quando la Corte d’Appello dell’Aquila tornerà a occuparsi del caso, su richiesta degli avvocati della famiglia. In quella sede potrebbero emergere nuovi elementi e testimonianze. Intanto, i bambini restano nella struttura protetta di Vasto, seguiti da educatori e tutrici.

Futuro incerto: il ruolo decisivo dei servizi sociali

Fonti giudiziarie confermano che la decisione finale passerà anche dalle relazioni aggiornate dei servizi sociali e dalle garanzie concrete che la famiglia potrà offrire. Il tribunale dovrà capire se sono spariti i motivi che avevano portato all’allontanamento dei minori: isolamento sociale, precarietà della casa e difficoltà nella gestione quotidiana.

Solo allora, e non prima, si potrà pensare a un possibile ritorno a casa per i tre fratelli. Per ora, resta l’incertezza. E una domanda che pesa su ogni passo: quali sono le vere garanzie per il benessere dei bambini?