Segre: il mio amore per la Scala merita applausi!

Segre: il mio amore per la Scala merita applausi!

Segre: il mio amore per la Scala merita applausi!

Matteo Rigamonti

Dicembre 8, 2025

Milano, 8 dicembre 2025 – Questa mattina, poco dopo le 17, Liliana Segre, senatrice a vita, è tornata a ricevere un’accoglienza calorosa alla Prima della Scala. Entrando nel palco centrale del teatro milanese, è stata accolta da un applauso spontaneo che si è levato tra il pubblico, vestito in abiti scuri e da sera, come ormai succede da anni. “Sono io che voglio bene alla Scala”, ha detto con un sorriso rispondendo ai giornalisti nel foyer.

Liliana Segre e la Scala: un legame che si rinnova

La presenza della senatrice a vita alla Prima della Scala è diventata quasi un rito per Milano. Anche quest’anno, in occasione dell’apertura della stagione con “Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk” di Dmitrij Šostakovič, Segre non ha voluto mancare. Il pubblico l’ha accolta con una standing ovation, mentre qualcuno si è avvicinato per stringerle la mano o scambiare qualche parola. “Mi emoziona sempre tanto affetto – ha detto Segre – ma sono io che sono affezionata a questo teatro”.

Un’opera controversa, ma la curiosità vince

Interpellata sullo spettacolo scelto per inaugurare la stagione, la senatrice non ha nascosto la sua opinione: “È un’opera piuttosto scandalosa”, ha ammesso, parlando della trama intensa e dei temi forti dell’opera di Šostakovič. Ma, come sempre, ha affrontato la serata con spirito critico e curiosità. “Ho reagito in tre modi”, ha raccontato ai giornalisti. “Prima di tutto, avevo letto cosa avrei visto e ascoltato. Poi, sono così vecchia che da quando avevo cinque anni vengo alla Scala. Quindi sono pronta a tutto: al balletto, all’opera per bambini, e anche a questa che è piuttosto scandalosa”.

Un rapporto lungo una vita

La storia di Liliana Segre è legata a doppio filo con quella del teatro milanese. “Vengo alla Scala da quando avevo cinque anni”, ha ricordato la senatrice, sottolineando come il teatro sia sempre stato una presenza costante nella sua vita. “Mi interessa sempre quello che vedo e sento alla Scala. Poi, certo, posso giudicare secondo il mio gusto, ma prima di tutto mi interessa”, ha aggiunto. Un legame profondo, che ogni anno si rinnova e che il pubblico sembra riconoscere e apprezzare.

Nel foyer, l’attesa e le reazioni

Poco prima che iniziasse lo spettacolo, nel foyer si respirava un’aria particolare. Alcuni spettatori hanno raccontato di aver visto Segre arrivare poco dopo le 17, accompagnata da alcuni collaboratori. “Si è fermata a parlare con noi, sempre gentile”, ha detto una signora di Porta Romana. Altri hanno sottolineato come la sua presenza sia ormai parte integrante della cerimonia d’apertura: “Quando entra lei, è come se la serata cominciasse davvero”, ha raccontato un habitué della Scala.

Tradizione e polemiche alla Prima

La scelta di aprire la stagione con “Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk” ha acceso qualche discussione tra gli appassionati. Composta nel 1934 e censurata dal regime sovietico per i suoi contenuti audaci, l’opera continua a dividere critica e pubblico. Segre, con la sua consueta chiarezza, ha evitato di entrare nelle polemiche artistiche: “Alla fine mi interessa sempre quello che vedo”, ha ribadito.

Un messaggio semplice e potente

Alla fine della serata, mentre i riflettori si spegnevano e il pubblico lasciava il teatro tra commenti e saluti, restava impressa una frase di Segre: “Sono io che voglio bene alla Scala”. Un messaggio semplice, ma che racconta tutto il legame di affetto e gratitudine tra una delle figure più autorevoli della società italiana e il suo teatro. Forse anche con tutta Milano.