Bangkok, 8 dicembre 2025 – Un soldato thailandese è stato ucciso e altri quattro sono rimasti feriti ieri in un violento scontro armato al confine tra Thailandia e Cambogia, nella provincia di Ubon Ratchathani. La notizia, confermata dall’esercito di Bangkok, riaccende le tensioni in una zona già segnata da dispute territoriali e frequenti incidenti tra le due forze armate.
Scontro al confine: cosa è successo davvero
Il portavoce dell’esercito thailandese, Winthai Suvaree, ha spiegato che l’attacco è avvenuto all’alba, in una zona boschiva a pochi chilometri dal villaggio di Ban Nong Mek. “Le forze cambogiane hanno aperto il fuoco contro una nostra pattuglia, uccidendo un soldato e ferendone altri quattro”, ha detto Suvaree in una nota diffusa nel pomeriggio. I militari coinvolti, del 6° reggimento di fanteria, stavano svolgendo un pattugliamento di routine lungo la linea di confine, un’area spesso teatro di tensioni legate al controllo del territorio e al traffico illecito di legname.
Due versioni, tante accuse
La risposta di Phnom Penh non si è fatta attendere. Il ministero della Difesa cambogiano ha fornito una versione diversa: “Le forze thailandesi hanno lanciato un attacco nelle province di frontiera di Preah Vihear e Oddar Meanchey. Le nostre truppe non hanno risposto al fuoco”, si legge nel comunicato diffuso poco dopo mezzogiorno. Secondo la Cambogia, insomma, sarebbero stati i thailandesi a superare la linea di confine e a scatenare gli scontri. Una ricostruzione che Bangkok respinge con forza.
Confine caldo e diplomazia al limite
Il confine tra Thailandia e Cambogia, lungo più di 800 chilometri, è da anni un terreno di scontro. In particolare, la zona attorno al tempio di Preah Vihear – patrimonio dell’Unesco dal 2008 – è stata più volte teatro di scontri armati, l’ultimo nel 2011. Da allora, nonostante diversi tentativi di mediazione internazionale, la situazione resta fragile. “Ogni incidente rischia di far precipitare tutto”, ha detto un funzionario dell’ASEAN contattato da alanews.it. Solo il mese scorso, le due diplomazie avevano avviato un nuovo tavolo tecnico per discutere i confini.
Paura tra i residenti e nuove misure di sicurezza
A Ubon Ratchathani, capoluogo della provincia, la notizia ha fatto subito il giro. Testimoni parlano di un aumento dei posti di blocco sulle strade principali e di controlli più rigidi vicino ai villaggi di confine. “Abbiamo paura che la situazione possa peggiorare”, ha raccontato Somchai, un agricoltore della zona, raggiunto al telefono nel pomeriggio. Le autorità thailandesi hanno rafforzato la presenza militare, mentre il governatore locale ha invitato la popolazione a evitare spostamenti non indispensabili verso la frontiera.
Il bilancio delle vittime
Il soldato ucciso si chiamava Pongsakorn Chaiyaphum, aveva 27 anni ed era originario di Nakhon Ratchasima. I quattro feriti sono stati portati d’urgenza all’ospedale militare di Ubon Ratchathani: due sono in condizioni stabili, mentre per gli altri due la prognosi resta riservata. L’esercito thailandese ha espresso cordoglio alla famiglia di Pongsakorn e assicurato che farà piena luce sull’accaduto.
Cosa succederà adesso
Ieri pomeriggio il ministero degli Esteri thailandese ha convocato l’ambasciatore cambogiano a Bangkok per chiedere spiegazioni sull’incidente. Fonti diplomatiche dicono che nelle prossime ore potrebbero tenersi nuovi incontri tra i rappresentanti dei due Paesi. Sul terreno, però, la tensione resta alta: pattugliamenti rafforzati da entrambe le parti e il timore di nuovi scontri. “Serve sangue freddo e dialogo”, ha sottolineato un analista regionale. Solo così si potrà sperare di evitare una nuova escalation lungo uno dei confini più delicati del Sud-Est asiatico.
