Ottawa, 9 dicembre 2025 – I ministri delle Finanze del G7 si sono incontrati oggi in videoconferenza, convocati dal Canada, per parlare della situazione in Ucraina e del futuro delle sanzioni contro la Russia, proprio mentre i negoziati di pace sembrano più incerti che mai. Al termine dell’incontro, i sette Paesi hanno diffuso un comunicato congiunto, ribadendo la volontà di “alzare la pressione sulla Russia se i colloqui dovessero fallire”, sottolineando ancora una volta l’importanza della crisi ucraina nell’agenda globale.
G7, nessuna concessione a Mosca
La riunione, iniziata alle 15 ora italiana, ha visto collegati i ministri delle Finanze di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti. Al centro della discussione, le sanzioni economiche e il sostegno finanziario a Kiev. “Abbiamo concordato sull’importanza di tenere l’Ucraina al centro dell’agenda del G7 durante la prossima presidenza francese”, si legge nella nota ufficiale. Un chiaro segnale che Parigi, da gennaio, intende mantenere una linea rigida nei confronti di Mosca.
Fonti diplomatiche canadesi raccontano di un confronto “deciso ma prudente”. Nessun nuovo pacchetto di sanzioni è stato annunciato, ma – come ha spiegato il ministro tedesco Christian Lindner – “il G7 è pronto a muoversi subito se la Russia dovesse abbandonare i negoziati o intensificare il conflitto”. Una posizione condivisa dalla segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen, che ha parlato di “unità senza precedenti” tra i partner occidentali.
Coordinarsi per resistere
Nel dibattito è emersa anche la necessità di un coordinamento internazionale più stretto. I ministri hanno sottolineato l’importanza di rafforzare i legami con altri attori globali – Unione Europea, Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale – per assicurare risorse all’Ucraina e limitare le conseguenze economiche del conflitto. “Continueremo a rafforzare la nostra sicurezza e la nostra capacità di resistere insieme”, si legge nel comunicato.
Sul piano concreto, il G7 ha confermato l’impegno a sostenere il bilancio ucraino anche nel 2026, introducendo nuovi strumenti finanziari. Secondo dati del Ministero dell’Economia francese, nell’ultimo anno i Paesi del G7 hanno stanziato più di 60 miliardi di dollari in aiuti diretti a Kiev. Una cifra destinata a salire se la situazione dovesse peggiorare.
La Francia prende il timone
Con la presidenza francese del G7 alle porte, prevista per gennaio 2026, cresce l’attenzione sulle prossime mosse del gruppo. Il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire ha assicurato che “la questione ucraina resterà una priorità”, aggiungendo che Parigi lavorerà per “rafforzare il coordinamento con i partner internazionali e garantire una risposta efficace alle sfide della guerra”.
Non sono mancati i riferimenti alle difficoltà economiche che la guerra sta causando anche ai Paesi occidentali. Il ministro italiano Giancarlo Giorgetti ha sottolineato che “le sanzioni pesano anche sulle nostre economie”, ma ha ribadito con fermezza che “la difesa dei principi internazionali viene prima di tutto”. Un equilibrio delicato che, secondo molti osservatori, richiederà scelte difficili nei prossimi mesi.
Il nodo dei negoziati e le reazioni internazionali
La dichiarazione del G7 arriva in un momento di forte incertezza. I colloqui tra Mosca e Kiev, iniziati a Istanbul lo scorso ottobre, sembrano bloccati dopo l’ennesimo scambio di accuse. Fonti ucraine riferiscono che la Russia ha posto nuove condizioni giudicate “inaccettabili” da Kiev. Dall’altra parte, il Cremlino accusa l’Occidente di voler “allungare il conflitto” con il suo sostegno militare ed economico all’Ucraina.
A Bruxelles, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha lodato la posizione del G7: “L’unità dei nostri partner è fondamentale per mantenere la pressione su Mosca”. Anche il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha parlato di “segnale importante”, sottolineando che “solo una pressione costante può spingere la Russia al tavolo delle trattative”.
Una strada ancora tutta da scrivere
Per ora, nessuna svolta concreta. I ministri delle Finanze del G7 hanno scelto una linea ferma, ma tengono aperta la porta al dialogo. La crisi ucraina resta al centro dell’attenzione mondiale. Solo nelle prossime settimane si capirà se le minacce di nuove sanzioni basteranno a sbloccare i negoziati o se si andrà verso un’escalation ancora più dura. Intanto, l’Europa guarda con attenzione e si prepara alle prossime mosse.
