Qatargate: la fuga di notizie e le indagini sugli agenti belgi

Qatargate: la fuga di notizie e le indagini sugli agenti belgi

Qatargate: la fuga di notizie e le indagini sugli agenti belgi

Matteo Rigamonti

Dicembre 9, 2025

Bruxelles, 9 dicembre 2025 – L’inchiesta sui metodi della giustizia belga nel caso Qatargate si allarga e ora coinvolge anche i vertici dell’Ufficio anticorruzione di Bruxelles. Dopo le denunce presentate dagli indagati Eva Kaili, Francesco Giorgi e Maria Arena per presunte violazioni del segreto istruttorio e ripetute fughe di notizie, la procura ha aperto un nuovo fascicolo a carico di alcuni alti funzionari presenti ai blitz del 9 dicembre 2022. Una svolta che arriva a tre anni esatti da quella notte, quando la polizia fece irruzione in diversi appartamenti tra Bruxelles e dintorni.

Indagato il direttore dell’Ufficio anticorruzione: una scossa per la magistratura

Secondo fonti giudiziarie, il direttore dell’Ocrc, Hugues Tasiaux, è stato formalmente indagato e rimosso dall’incarico. La notizia ha scosso gli ambienti della magistratura belga, già sotto pressione per la gestione di un’inchiesta seguita a livello internazionale. Tasiaux, figura chiave nelle indagini sulla presunta corruzione legata al Parlamento europeo, avrebbe partecipato in prima persona ai blitz che portarono all’arresto di Kaili e degli altri sospettati. Ora la sua posizione è al centro di una verifica interna: la procura vuole capire se sono state rispettate tutte le procedure e se ci sono state responsabilità nella diffusione di informazioni riservate.

Sentito anche il capo delle indagini: nuovi scenari si aprono

Non solo Tasiaux. Nei giorni scorsi è stato ascoltato anche Bruno Arnold, il capo delle indagini sul Qatargate. Secondo quanto trapela, Arnold avrebbe chiamato in causa l’ex procuratore Raphael Malagnini durante il suo interrogatorio. Un passaggio che apre nuovi scenari: la catena di comando e la gestione delle informazioni sensibili sono ora sotto la lente degli inquirenti. “Stiamo controllando ogni passaggio – ha detto una fonte vicina al dossier – per capire se ci sono state violazioni o leggerezze”.

Denunce e fughe di notizie: il quadro si fa più complesso

Le denunce di Eva Kaili, ex vicepresidente del Parlamento europeo, del suo compagno Francesco Giorgi e della parlamentare Maria Arena hanno acceso i riflettori sulle modalità della giustizia belga. I tre, tramite i loro legali, hanno denunciato ripetute violazioni del segreto istruttorio e una gestione poco chiara delle informazioni raccolte durante le perquisizioni. In particolare, secondo quanto riferito dagli avvocati, alcune notizie sarebbero arrivate alla stampa prima ancora che gli indagati ne fossero ufficialmente informati. “Ci sono state fughe di notizie che hanno compromesso la serenità dell’indagine”, ha detto uno degli avvocati di Kaili.

Qatargate, uno scandalo che continua a scuotere l’Europa

Il Qatargate resta uno degli scandali più grandi che hanno coinvolto le istituzioni europee negli ultimi anni. L’inchiesta, partita nel dicembre 2022, riguarda presunti pagamenti illeciti da parte di governi stranieri – in particolare Qatar e Marocco – per influenzare le decisioni del Parlamento europeo. Le immagini dei sacchi pieni di soldi sequestrati negli appartamenti degli indagati fecero il giro del mondo. Da allora, la magistratura belga è finita spesso nel mirino per come ha gestito il caso: tra arresti clamorosi, scarcerazioni improvvise e una serie di indiscrezioni filtrate ai media.

Procura al lavoro: la parola d’ordine è chiarezza

Ora l’attenzione si concentra sulle responsabilità all’interno della macchina giudiziaria. La rimozione di Tasiaux dall’Ocrc è un segnale chiaro: la procura vuole fare luce su ogni aspetto dell’indagine, anche se questo significa mettere in discussione i propri vertici. Nei prossimi giorni sono attesi nuovi interrogatori e non si esclude che altri funzionari vengano iscritti nel registro degli indagati. “La trasparenza è fondamentale”, ha detto un magistrato belga incontrato davanti al Palazzo di Giustizia di Place Poelaert.

Tensione alta tra magistratura e politica

Il clima resta teso anche sul fronte politico. A Bruxelles circolano voci su possibili pressioni esterne e su un’inchiesta che rischia di mettere in discussione la credibilità delle istituzioni europee. “Serve rigore, ma anche rispetto delle regole”, ha commentato un eurodeputato socialista belga, chiedendo che si faccia piena luce sulle responsabilità di tutti i coinvolti.

Solo allora, forse, il caso Qatargate potrà davvero chiudersi. Per ora, restano i dubbi – e un’indagine che continua a scuotere i palazzi del potere europeo.