Washington, 9 dicembre 2025 – Donald Trump torna a lanciare un duro avvertimento all’Europa, accusando il Vecchio Continente di “prendere strade sbagliate”. Ieri sera, durante un incontro economico a New York, l’ex presidente Usa ha risposto secco ai giornalisti: “L’Europa deve fare molta attenzione. Vogliamo che resti com’è, ma sta andando in direzioni molto sbagliate”. Le sue parole, pronunciate davanti a imprenditori e analisti, hanno subito acceso reazioni sia tra i diplomatici sia tra gli osservatori politici.
Trump contro l’Europa: tensioni che non si placano
Non è certo una novità che Trump critichi l’Unione Europea. Già durante i suoi quattro anni alla Casa Bianca, tra il 2017 e il 2021, aveva spesso puntato il dito contro Bruxelles su temi come difesa, commercio e immigrazione. Stavolta però è andato oltre, ribadendo con forza: “Quello che succede in Europa è molto negativo per la gente. Non vogliamo che cambi così tanto. Sta prendendo una strada sbagliata”. Ha evitato però di spiegare nel dettaglio quali siano i problemi.
Da fonti vicine all’ex presidente arriva però qualche indizio: le sue critiche riguarderebbero soprattutto le recenti decisioni su transizione energetica, regole sul digitale e rapporti con la Cina. “Trump vede la leadership europea come sempre più distante dagli interessi tradizionali dell’Occidente”, ha detto un consigliere repubblicano presente all’evento.
A Bruxelles e nelle capitali europee, prudenza e freddezza
A Bruxelles le parole di Trump sono state accolte con diplomatica cautela. Un funzionario della Commissione europea, contattato subito dopo il discorso, ha evitato commenti diretti, ricordando solo che “l’Unione prende le decisioni in autonomia e nell’interesse dei suoi cittadini”. Più diretto un diplomatico francese, che ha definito le uscite di Trump “prevedibili”: “Non è una novità che lui veda l’Europa più come un rivale che come un alleato”.
Anche a Berlino e Parigi il clima è piuttosto freddo. Un portavoce del governo tedesco ha sottolineato che “i legami transatlantici restano fondamentali”, ma ha evitato di entrare nel merito delle accuse. Dietro le quinte, alcuni funzionari ammettono che le tensioni con Washington potrebbero riaccendersi se Trump tornasse alla Casa Bianca nel 2025.
Energia, digitale, Cina: i nodi sul tavolo
Quali sono quindi le “strade sbagliate” di cui parla Trump? Gli esperti indicano soprattutto le politiche europee su energia verde, regolamentazione delle grandi piattaforme online e i rapporti con Pechino. Negli ultimi mesi Bruxelles ha spinto forte sulla riduzione delle emissioni entro il 2030, ma alcuni osservatori americani temono che questo possa danneggiare la competitività delle imprese occidentali.
Sul fronte digitale, l’UE ha imposto regole più rigide ai giganti del web, molti dei quali americani, suscitando malumori a Washington. E poi c’è il dossier Cina: mentre l’Europa cerca un difficile equilibrio tra economia e diritti umani, Trump spinge per un atteggiamento molto più duro verso Pechino.
L’America in bilico: Trump torna a far parlare di sé
Il discorso di Trump arriva in un momento delicato per la politica Usa. A meno di un anno dalle elezioni presidenziali del 2026, il tycoon ha ripreso la scena pubblica, rilanciando temi come sovranità nazionale e difesa degli interessi americani. Il suo intervento di ieri sera, durato meno di venti minuti, ha raccolto un pubblico variegato al Midtown Hilton, con applausi e qualche mugugno.
“L’Europa deve stare attenta a non perdere la propria identità”, ha ribadito Trump, lasciando intendere che, se tornerà alla Casa Bianca, i rapporti transatlantici potrebbero cambiare. Per ora, però, in Europa prevale la cautela: nessuno vuole alimentare tensioni con Washington, soprattutto in un momento già segnato da molte sfide internazionali.
Cosa ci aspetta nei rapporti tra Usa ed Europa?
Resta da vedere se le parole di Trump siano solo un messaggio elettorale o se preannuncino davvero un cambio di passo nei rapporti tra Stati Uniti e Europa. Gli analisti invitano a non trarre conclusioni affrettate: “Molto dipenderà da come andranno le prossime elezioni americane”, osserva Michael O’Hara, esperto di relazioni internazionali alla Columbia University. A Bruxelles intanto si segue con attenzione ogni mossa della politica americana, consapevoli che ogni parola arrivata da oltreoceano può pesare sulle scelte europee.
