Ue stanzia 728 milioni per sostenere 349 ricercatori: un investimento senza precedenti

Ue stanzia 728 milioni per sostenere 349 ricercatori: un investimento senza precedenti

Ue stanzia 728 milioni per sostenere 349 ricercatori: un investimento senza precedenti

Giada Liguori

Dicembre 9, 2025

Roma, 9 dicembre 2025 – Il Consiglio Europeo della Ricerca ha stanziato 728 milioni di euro per 349 ricercatori in 25 Paesi. L’obiettivo è chiaro: sostenere la crescita professionale di questi studiosi e finanziare progetti all’avanguardia. Una somma record, come l’ha definita la commissaria europea per Startup, Ricerca e Innovazione, Ekaterina Zaharieva. L’annuncio è arrivato ieri da Bruxelles, proprio mentre l’Unione Europea vuole rafforzare il suo ruolo nella ricerca mondiale e trattenere i migliori talenti sul proprio territorio.

Regno Unito in testa ai finanziamenti

In questa tornata di finanziamenti ERC Consolidator Grant, il Regno Unito si è confermato in cima alla lista, con 66 ricercatori premiati. Dietro ci sono la Germania (58) e i Paesi Bassi (40). L’Italia si posiziona al settimo posto con 17 progetti finanziati, ma se si guarda alla nazionalità dei vincitori, gli italiani sono secondi con 37 premiati, dietro solo ai tedeschi (48) e davanti ai britannici (33). Un segnale forte della presenza italiana nei principali centri di ricerca europei.

La quota di donne vincitrici si mantiene stabile intorno al 38%. Un dato che, secondo fonti europee, mostra una crescita lenta ma costante della presenza femminile nella ricerca d’eccellenza.

Un bando tra i più duri di sempre

La presidente del Consiglio europeo della ricerca, Maria Leptin, ha definito questa edizione “uno dei bandi ERC più selettivi di sempre”. Le domande arrivate sono state 3.121, con un calo del 35% rispetto alle precedenti edizioni. “È stimolante vedere in Europa così tanto talento con idee rivoluzionarie”, ha detto Leptin. “Questi progetti potrebbero dare vita a nuove industrie, migliorare la vita delle persone e rafforzare la posizione dell’Europa nel mondo”.

I finanziamenti coprono un ampio ventaglio di discipline. Al primo posto ci sono le scienze fisiche e l’ingegneria con 141 progetti, seguite dalle scienze sociali e umanistiche (115) e dalle scienze della vita (93). Una distribuzione che rispecchia le priorità dell’Unione e le diverse sfide scientifiche affrontate.

Ricerca d’avanguardia: dai tumori alle connessioni cerebrali

Tra i progetti finanziati spiccano temi di grande impatto. In Spagna, un laboratorio sta studiando nanoparticelle per combattere i tumori. Nei Paesi Bassi, si lavora a un’interfaccia tra biologia e chimica che usa la meccanica quantistica per diagnosticare la sepsi in fase precoce. In Slovenia si punta sui motori proteici, mentre in Italia si sta sviluppando un algoritmo per capire come i bambini potrebbero rispondere a interventi di salute mentale.

Nel nostro Paese, i 17 progetti toccano temi come la dinamica delle connessioni cerebrali, lo studio dei terremoti, l’immunologia e le neoplasie. I fondi sono distribuiti su nove regioni, con una presenza importante in Campania (tre progetti a Napoli, tra Università Federico II e Orientale) e Veneto (due a Padova, uno a Verona). Due progetti ciascuno sono stati assegnati a Emilia-Romagna (Bologna e Modena-Reggio Emilia), Lombardia (Milano-Bicocca e Statale), Trentino Alto Adige (entrambi all’Università di Trento) e Lazio (Roma Tor Vergata e Sapienza). Piemonte (Torino), Liguria (Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia) e Toscana (Pisa) completano la mappa.

Europa, la sfida per trattenere i talenti

“L’Ue vuole davvero rendere l’Europa un luogo attrattivo per i ricercatori migliori”, ha ribadito la commissaria Zaharieva. Per farlo, serve offrire condizioni competitive rispetto ad altri poli scientifici nel mondo. Ma, come osservano diversi accademici italiani, resta aperto il problema delle risorse nazionali. “Senza investimenti veri e costanti nei nostri atenei – confida un docente della Statale di Milano – rischiamo di perdere ancora cervelli all’estero”.

Il messaggio di Bruxelles è chiaro: l’Europa punta a essere protagonista nella ricerca globale. Ma, avvertono gli esperti, solo così questi finanziamenti potranno trasformarsi in innovazione concreta e benefici reali per tutti.