Caos al San Raffaele: farmaci sbagliati e infermieri improvvisati nel weekend drammatico

Caos al San Raffaele: farmaci sbagliati e infermieri improvvisati nel weekend drammatico

Caos al San Raffaele: farmaci sbagliati e infermieri improvvisati nel weekend drammatico

Matteo Rigamonti

Dicembre 10, 2025

Milano, 10 dicembre 2025 – Un fine settimana di tensione e disagi ha scosso l’ospedale San Raffaele di Milano, uno dei poli sanitari privati più noti della città, tra sabato 6 e lunedì 8 dicembre. Da alcune mail interne tra medici, primari e direzione sanitaria, emerge una grave carenza di personale che ha messo a rischio la sicurezza dei pazienti e la tranquillità degli operatori. Il problema? Il ponte dell’Immacolata, che ha complicato la copertura del personale non in ferie, costringendo la direzione a chiamare infermieri da una cooperativa esterna.

Personale in affanno: infermieri improvvisati e stop ai ricoveri

La situazione è degenerata già sabato pomeriggio. Alle 17.22 una mail segnalava che un infermiere appena arrivato non aveva mai lavorato in quel reparto: “Non sapeva dove fossero i farmaci, non riusciva a caricare gli esami ematici nel sistema interno Sap, e non sapeva gestire la ventilazione non invasiva o la terapia insulinica continua”, si legge nel messaggio. Poco dopo un altro infermiere è stato chiamato a sostituirlo, ma la direzione ha deciso di bloccare i nuovi ricoveri dal Pronto soccorso.

Nel frattempo, altre criticità hanno peggiorato la situazione. Un’infermiera assegnata all’Admission Room non conosceva i nomi dei farmaci prescritti e aveva difficoltà con la lingua italiana. Secondo le mail, questa stessa infermiera avrebbe sbagliato a somministrare l’amiodarone: “Ha somministrato il farmaco dieci volte più velocemente rispetto al protocollo”, ha spiegato un medico coinvolto.

Errori e disorganizzazione, familiari esasperati

La notte tra sabato e domenica è stata ancora più difficile. L’infermiera in questione si sarebbe allontanata dal reparto intorno alle 5 del mattino senza più tornare. “Quasi tutte le terapie della notte erano scadute”, si legge nelle comunicazioni interne. Il personale Oss non riusciva a trovare l’emoteca per ritirare urgentemente gli emoderivati. Una situazione che ha scatenato preoccupazione e rabbia tra i parenti.

Samanta Olivieri, figlia di una paziente in condizioni critiche, ha raccontato al quotidiano: “Mia mamma è stata completamente abbandonata, poteva anche morire. Sabato sono arrivata e l’ho trovata senza nessun supporto, ossigeno compreso. Lunedì il colmo: alle 10.30 era ancora senza cure, ho dovuto aspettare quasi tre ore prima che le facessero l’antibiotico”. Parole che raccontano il clima di esasperazione vissuto in reparto.

Allarme interno e dimissioni ai vertici

Le segnalazioni dei medici hanno portato alla convocazione urgente del consiglio di amministrazione del Gruppo San Donato, proprietario dell’ospedale, lunedì 8 dicembre. Subito dopo sono arrivate le dimissioni dell’amministratore unico Francesco Galli. La decisione è stata presa dal presidente Angelino Alfano insieme ai vicepresidenti Paolo Rotelli, Marco Rotelli e Kamel Ghribi, con i consiglieri Nicola Grigoletto e Augusta Iannini.

“Abbiamo tamponato bloccando i nuovi ricoveri dal Pronto soccorso”, ha scritto un medico nella notte tra sabato e domenica. “Ma bisogna pensare anche a chi è già ricoverato. Così non si può andare avanti: gli errori irreparabili sono dietro l’angolo”. Un allarme raccolto anche dai sindacati, che hanno presentato una denuncia alla polizia per quanto accaduto.

Emergenza rientrata, ma resta il nodo festivi

Dal San Raffaele assicurano che l’emergenza è passata. Fino a ieri sono stati richiamati professionisti interni da altri reparti, con incentivi economici – 600 euro per un turno diurno, mille per uno notturno – per coprire le assenze. Da oggi, spiegano dalla direzione sanitaria, alcuni lavoratori saranno trasferiti in modo stabile nei reparti più critici.

Resta però il problema di come gestire le emergenze nei grandi ospedali durante le festività. “Serve una programmazione diversa”, ha ammesso un primario che ha preferito restare anonimo. Intanto, le indagini interne continuano e la vicenda ha acceso i riflettori sulla qualità dell’assistenza nei momenti più delicati dell’anno.