Milano, 10 dicembre 2025 – Francesco Mutti, presidente di Centromarca, ha tracciato oggi a Milano, durante l’incontro annuale con la stampa, le prospettive dell’industria di marca in Italia per il 2026. Ha messo in luce come la ripresa economica e l’aumento dei salari possano ridare fiducia e potere d’acquisto ai consumatori italiani. L’evento, ospitato nella sede dell’associazione, ha richiamato numerosi addetti ai lavori e giornalisti, tutti pronti a capire come il settore del largo consumo affronterà le sfide dei prossimi mesi.
Marca e mercato: i numeri che contano
I dati di Centromarca parlano chiaro: le aziende di marca coprono oltre due terzi del mercato nazionale. Un segnale, ha detto Mutti, che “dimostra quanto gli italiani sappiano riconoscere la qualità”. Ma non si può dimenticare il momento difficile. “Negli ultimi anni – ha ricordato – il potere d’acquisto delle famiglie è calato parecchio. Però con l’inflazione in frenata e i primi segnali di ripresa, i cittadini stanno tornando a mettere qualcosa da parte”. Un messaggio accolto con prudenza dagli operatori presenti.
Tra difficoltà e speranze per il 2026
Mutti non ha nascosto i problemi: “Stiamo attraversando un periodo con poche risorse da poter usare liberamente. Però l’Italia sta guadagnando sempre più peso in Europa”. Secondo lui, serve una visione chiara che sappia unire efficienza e protezione della qualità. “L’eccellenza passa dalla marca”, ha ribadito, “ma deve poggiare su regole semplici e trasparenti”. Solo così si garantisce una concorrenza leale e si tutela il lavoro delle imprese italiane.
Le proposte sul tavolo
Durante l’incontro, Mutti ha spiegato alcune delle proposte che Centromarca ha messo sul piatto del Governo. “Abbiamo individuato 14 punti per rendere il sistema più snello”, ha detto. Tra questi, la digitalizzazione completa dei documenti, meno burocrazia e interventi mirati sulla logistica. L’obiettivo è duplice: rendere più efficiente il lavoro delle aziende e offrire prodotti di alta qualità a prezzi più accessibili. “Solo così – ha sottolineato – si può rafforzare la competitività e sostenere l’intero sistema Paese”.
Come i beni di largo consumo hanno retto la crisi
Un altro punto su cui Mutti ha insistito riguarda i beni di largo consumo durante la recente crisi inflazionistica. “Dopo il picco del 2022”, ha ricordato, “il settore è riuscito a limitare l’aumento dei prezzi”. Un risultato che, secondo Centromarca, si deve anche alle solide relazioni tra le diverse parti della filiera. “Ora dobbiamo lavorare per trovare nuove aree di collaborazione, prima che arrivi la concorrenza”.
Il peso delle aziende di marca nell’economia italiana
Nel suo discorso finale, Mutti ha voluto sottolineare il ruolo chiave delle aziende di marca per l’economia nazionale. “Non sono solo portatrici di valore”, ha detto, “ma sono un pilastro per tutto il sistema Paese”. La sfida futura sarà mantenere alta la qualità e la competitività dei prodotti italiani, senza dimenticare i bisogni dei consumatori. “Come filiera”, ha concluso, “continueremo a lavorare per migliorare ogni aspetto e fare in modo che l’eccellenza italiana resti un punto di riferimento anche nel 2026”.
L’incontro si è chiuso poco dopo mezzogiorno, tra strette di mano e qualche domanda fuori programma. Sul tavolo restano proposte concrete e una certezza: per l’industria di marca italiana, il futuro passa da efficienza, innovazione e ascolto del mercato.
