Roma, 10 dicembre 2025 – Undici persone, tra cui cinque minorenni, sono finite nel mirino dei carabinieri della Compagnia di Roma Trastevere con accuse pesanti: tortura, sequestro di persona e porto abusivo di esplosivo. I provvedimenti cautelari sono scattati all’alba, in varie zone della città. Tutti italiani, alcuni appena maggiorenni, sono sospettati di aver rapito e picchiato coetanei per recuperare debiti legati allo spaccio di droga.
Sequestri e torture: il racconto degli inquirenti
Le indagini, guidate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e dalla Procura dei Minori di Roma, hanno ricostruito due casi risalenti a gennaio. Le vittime venivano prese dalle loro case, spesso nel cuore della notte o all’alba, e portate in un garage nel quartiere Massimina. Qui, legate mani e piedi, subivano violenze continue: pugni, schiaffi, colpi con spranghe e altri oggetti. In un caso, addirittura, è stata versata acqua bollente su uno dei ragazzi, che ha riportato ferite gravi, confermate dai medici dell’ospedale San Camillo.
Un aspetto che ha colpito chi indaga è l’età molto giovane di alcuni degli indagati: studenti delle superiori o ragazzi appena usciti dalla scuola. “È un gruppo molto unito, con compiti chiari”, spiega una fonte vicina alle indagini. “C’è chi organizza i sequestri, chi picchia e chi recupera i soldi”.
Droga, arresti e l’esplosione a Primavalle
L’inchiesta è partita da un arresto in flagranza per detenzione di droga, avvenuto a marzo 2025. Da lì, i carabinieri hanno ricostruito i movimenti della banda, scoprendo i due sequestri di gennaio. A coordinare le indagini sono stati i pm Carlo Villani e Carlo Morra, in stretto contatto con la Procura dei Minori.
Durante le verifiche è saltato fuori anche un altro episodio: l’esplosione del 30 giugno in una palazzina Ater di Primavalle. Un ordigno artigianale aveva causato il crollo dell’androne, senza però ferire nessuno. Gli investigatori credono che almeno uno degli arrestati abbia avuto un ruolo in quell’attentato. “Abbiamo prove su chi ha piazzato l’ordigno”, dice una fonte della Dda. “Il movente sarebbe sempre legato a questioni di droga”.
La reazione del quartiere e le parole degli investigatori
A Massimina e Primavalle gli arresti hanno suscitato sorpresa e paura. Alcuni abitanti raccontano di movimenti strani vicino al garage dove avvenivano le violenze. “C’erano ragazzi che entravano e uscivano a tutte le ore”, racconta una donna che abita lì vicino. “Mai avrei pensato che potesse succedere una cosa del genere”.
Gli investigatori mettono in guardia sulla pericolosità del gruppo: “Non è solo una questione di recupero crediti legati alla droga”, spiegano. “La violenza è a un livello preoccupante, soprattutto considerando l’età di chi è coinvolto”. Le indagini continuano per capire se ci siano altre vittime o episodi simili finora sconosciuti.
Il punto sulla giustizia e cosa succederà
Per i sei maggiorenni è scattata la custodia cautelare in carcere. I cinque minorenni invece sono stati affidati a comunità protette. Gli avvocati difensori hanno già annunciato ricorso al Tribunale del Riesame. Nei prossimi giorni sono previsti gli interrogatori davanti ai giudici.
Da fonti giudiziarie filtrano intenzioni di andare a fondo per scoprire eventuali legami con altre bande o organizzazioni criminali più grandi. “Stiamo verificando se ci siano connessioni con gruppi che spacciano su scala più ampia”, conferma un magistrato.
Intanto, nelle vie di Massimina e Primavalle resta un clima di paura. “Speriamo che questa vicenda serva da monito”, dice un commerciante del quartiere. “Qui ci conosciamo tutti, ma certe cose fanno davvero paura”.
