Riforma dell’avvocatura: professionisti chiedono correttivi urgenti

Riforma dell'avvocatura: professionisti chiedono correttivi urgenti

Riforma dell'avvocatura: professionisti chiedono correttivi urgenti

Matteo Rigamonti

Dicembre 10, 2025

Roma, 10 dicembre 2025 – Professionitaliane, l’associazione che riunisce 22 ordini e collegi professionali, ha chiesto alla Commissione Giustizia della Camera di rivedere il disegno di legge sulla riforma dell’ordinamento forense, ora in discussione. L’obiettivo è evitare un allargamento troppo ampio delle competenze riservate agli avvocati. Secondo l’associazione, senza confini chiari e tutele adeguate, molte professioni tecniche e consulenziali potrebbero perdere terreno, con un impatto diretto su cittadini, imprese e sull’equilibrio complessivo del sistema professionale italiano.

Competenze degli avvocati: il nodo da sciogliere

Il punto critico è l’articolo 2 del ddl, che rafforza in modo deciso la riserva delle competenze agli avvocati. La norma allarga il diritto esclusivo di assistenza, rappresentanza e difesa davanti a tutti gli organi giudiziari e riconosce la consulenza legale come attività riservata solo all’avvocatura. Inoltre, stabilisce che siano nulle le pattuizioni per consulenze o assistenza legale fatte da professionisti non iscritti all’albo, se collegate ad attività giurisdizionali. Una scelta che, secondo Professionitaliane, rischia di escludere molti esperti che oggi lavorano in settori come lavoro, previdenza, assicurazioni e proprietà intellettuale.

Se non si definiscono bene i limiti, si corre il rischio di restringere molto il campo d’azione di tante professioni”, ha spiegato Armando Zambrano, presidente di Professionitaliane, durante l’audizione del 2 dicembre. Nella memoria presentata oggi alla Commissione Giustizia si ribadisce il concetto: “Bisogna trovare un equilibrio tra le categorie. Altrimenti aumentano i costi per cittadini e imprese e cresce il contenzioso tra professionisti”.

Cittadini e imprese nel mirino dei cambiamenti

Professionitaliane avverte che allargare le competenze esclusive degli avvocati avrà conseguenze concrete: cittadini e imprese potrebbero dover rivolgersi a un avvocato anche per questioni che non richiedono strettamente un intervento giudiziario, con un inevitabile aumento delle spese. “Non è solo una questione di principio – ha sottolineato Zambrano – ma riguarda l’accesso ai servizi e la loro sostenibilità economica”. Il timore è che anche per adempimenti tecnici o consulenze specialistiche, per esempio su lavoro o contratti, si debba passare dall’avvocato.

Non è tutto. L’associazione segnala possibili effetti sul sistema delle casse di previdenza dei professionisti: se alcune categorie perdono gran parte delle loro competenze, potrebbero diminuire i contributi versati, mettendo a rischio la tenuta futura degli enti previdenziali di settore.

Le proposte di Professionitaliane: limiti chiari e tutele

Per evitare queste conseguenze, Professionitaliane ha avanzato richieste precise. Prima di tutto, chiede una definizione chiara e stretta di “connessione con l’attività giurisdizionale”, riservandola solo ai casi in cui ci sia un vero e proprio conflitto. In secondo luogo, vuole l’introduzione di garanzie esplicite per le competenze delle altre professioni, compresi i ruoli attribuiti da norme secondarie.

Un altro punto riguarda i poteri dei decreti attuativi della riforma: secondo l’associazione, devono riguardare solo le norme dell’ordinamento forense e non intaccare le regole che disciplinano le altre professioni ordinistiche. “Serve un quadro normativo chiaro, proporzionato e coordinato”, si legge nella memoria depositata.

Un sistema ordinistico che deve guardare avanti

La riforma dell’ordinamento forense arriva in un momento delicato per le professioni in Italia. Da un lato, serve garantire qualità e tutela per chi si rivolge ai professionisti; dall’altro, non si può comprimere lo spazio operativo di categorie che hanno ruoli ben definiti e riconosciuti dalla legge. “Non vogliamo privilegi – ha concluso Zambrano – ma regole chiare che permettano a tutti i professionisti di fare il proprio lavoro senza sovrapposizioni o conflitti inutili”.

Il dibattito in Commissione Giustizia andrà avanti nelle prossime settimane. Il testo del ddl resta aperto a modifiche e la discussione tra avvocati e altri ordini professionali si preannuncia vivace. Sullo sfondo, resta centrale la questione dell’equilibrio tra le diverse competenze per costruire un sistema ordinistico moderno, efficace e davvero al servizio dei cittadini.