Houston, 10 dicembre 2025 – Sull’asteroide Bennu sono stati trovati zuccheri essenziali per la vita, una sostanza gommosa mai vista prima nelle rocce spaziali e una quantità sorprendente di polvere proveniente da esplosioni di supernova. A svelarlo sono le ultime analisi sui campioni portati sulla Terra nel 2023 dalla missione Osiris-Rex della Nasa, raccontate in tre studi pubblicati sulle riviste Nature Geosciences e Nature Astronomy. Un risultato che, secondo gli scienziati, apre nuove strade per capire da dove arrivano i mattoni della vita nel Sistema solare.
Ribosio e glucosio: la chiave della vita primordiale
Nel primo studio, firmato dall’Università di Tohoku in Giappone e uscito su Nature Geosciences, è stata scoperta la presenza di ribosio – lo zucchero a cinque atomi di carbonio che compone l’Rna – e di glucosio, con sei atomi di carbonio, proprio nei campioni raccolti su Bennu. “Trovare il ribosio vuol dire che tutti i pezzi per costruire l’Rna c’erano già su Bennu”, spiega Yoshihiro Furukawa, che ha guidato la ricerca. Un fatto nuovo è il glucosio, mai visto prima in un campione extraterrestre. Questo zucchero è una fonte di energia fondamentale per la vita, e la sua presenza indica che era già disponibile nel Sistema solare primordiale.
Gli scienziati ricordano che, insieme a zuccheri come questi, erano già stati trovati altri elementi chiave come amminoacidi, basi azotate e acidi carbossilici nei campioni dell’asteroide. Tutto questo fa pensare che i mattoni delle molecole biologiche fossero sparsi nello spazio molto prima che la vita nascesse sulla Terra. Da notare però l’assenza del desossiribosio, lo zucchero del Dna, che rafforza l’idea del cosiddetto “mondo a Rna”: le prime forme di vita avrebbero usato l’Rna per immagazzinare informazioni e guidare le reazioni chimiche indispensabili.
Una sostanza gommosa mai vista prima
Il secondo studio, pubblicato su Nature Astronomy da un gruppo dell’Ames Research Center della Nasa e dell’Università della California a Berkeley, ha scoperto qualcosa di inaspettato: una sostanza gommosa, fatta di molecole complesse, mai osservata prima nelle rocce spaziali. Secondo i ricercatori, questa materia si sarebbe formata agli albori del Sistema solare, quando il giovane asteroide da cui Bennu deriva si riscaldava.
“Questo materiale potrebbe aver avuto un ruolo importante nell’innesco della vita sulla Terra”, ha detto uno degli autori dello studio, aggiungendo che la sua composizione chimica è ancora sotto esame. La scoperta solleva nuovi interrogativi sulle condizioni chimiche e fisiche dei primi milioni di anni del Sistema solare e sul ruolo degli asteroidi come “corrieri” di composti organici.
Polvere di supernova: sei volte più abbondante del previsto
Il terzo studio, sempre su Nature Astronomy, arriva dal team del Johnson Space Center della Nasa. Si concentra su una quantità di polvere di supernova trovata nei campioni di Bennu sei volte più alta rispetto a qualsiasi altro materiale spaziale analizzato finora. Gli scienziati spiegano che questo indica come l’asteroide si sia formato in una zona del disco protoplanetario ricca di polvere prodotta dalle esplosioni di stelle.
“Abbiamo trovato tracce chiare e inconfondibili di questa polvere”, racconta uno dei ricercatori. “La sua grande abbondanza ci dice che Bennu è nato in un ambiente molto diverso da quello degli altri corpi celesti studiati”. Un elemento che può aiutare a ricostruire la storia più antica del Sistema solare e a capire meglio come si sono formati i pianeti.
Un enigma che continua a sfidare gli scienziati
Queste nuove scoperte su Bennu non dimostrano che c’è vita fuori dalla Terra, ma rafforzano l’idea che gli ingredienti base della vita erano già sparsi nello spazio miliardi di anni fa. Gli esperti però mettono in guardia: “Questi risultati confermano che i mattoni della vita erano presenti nel Sistema solare”, dice Furukawa, “ma resta da capire quando e come si sono messi insieme per dare origine ai primi organismi”.
La missione Osiris-Rex, partita nel 2016 e rientrata con i campioni nel settembre 2023, continua a fornire dati preziosi. Solo ora, con le analisi più approfondite, si comincia a scoprire la complessità chimica di asteroidi primitivi come Bennu. Un puzzle cosmico che, pezzo dopo pezzo, sta cambiando il modo in cui raccontiamo le origini della vita.
