Roma, 10 dicembre 2025 – Un nuovo capitolo per il calcolo quantistico in Italia si è aperto questa mattina all’Università Sapienza di Roma con la presentazione di Qolossus 2.0, il primo computer quantistico fotonico realizzato nel nostro Paese. Il progetto, guidato dal fisico Fabio Sciarrino e dal suo team del Quantum Lab, nasce grazie all’iniziativa del Pnrr Icsc – Centro Nazionale di Ricerca in High Performance Computing, Big Data e Quantum Computing. L’obiettivo? Ripensare l’informatica del futuro sfruttando la potenza delle particelle di luce, i fotoni.
Qolossus 2.0: la rivoluzione fotonica del calcolo quantistico
Il nome Qolossus è un chiaro omaggio al celebre Colossus, uno dei primi computer elettronici della storia, usato durante la Seconda guerra mondiale per decifrare i messaggi segreti nazisti. Ma qui la tecnologia cambia completamente. “Dal 9 dicembre Qolossus 2.0 è operativo al 100%”, ha spiegato Sciarrino durante la presentazione nell’aula magna della Sapienza. “Ora vogliamo lavorare su due fronti: usarlo per sviluppare nuove applicazioni e allo stesso tempo migliorare la sua struttura, pensando anche a come collegarlo ad altri chip o a computer diversi”.
Il cuore tecnologico di Qolossus è stato creato in Italia, all’Istituto di Fotonica e Nanotecnologie del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Milano, con il supporto dell’Università di Pavia. Un dettaglio importante, che mette in luce la filiera tutta italiana dietro il progetto.
Come funziona: i fotoni al posto dei superconduttori
A differenza dei più noti computer quantistici basati su superconduttori, come quelli dei grandi nomi internazionali, Qolossus 2.0 usa i fotoni per elaborare le informazioni. Questo permette al sistema di funzionare a temperatura ambiente, senza bisogno di costosi sistemi di raffreddamento criogenico.
Il cuore del sistema sono i cosiddetti qubit fotonici, versioni quantistiche dei tradizionali bit. Grazie alla luce, questi qubit possono trasportare molta più informazione rispetto ai bit classici. “Questa soluzione potrebbe offrire prestazioni migliori e allo stesso tempo ridurre i consumi energetici”, ha sottolineato Sciarrino. Un vantaggio non da poco, soprattutto oggi che l’efficienza energetica è una priorità anche nel settore tecnologico.
Applicazioni e prospettive: dalla ricerca alle reti quantistiche
Con Qolossus 2.0 si aprono nuove strade sia per la ricerca sia per l’industria. Sciarrino ha evidenziato un aspetto molto interessante: la possibilità di collegare questi computer a reti di comunicazione quantistiche, che usano proprio i fotoni per trasferire dati in modo sicuro e rapidissimo. “Questi computer si integrano più facilmente con le reti quantistiche”, ha detto il fisico romano, “e questo potrebbe essere un vantaggio competitivo nel prossimo futuro”.
Oggi Qolossus 2.0 è una piattaforma sperimentale, ma l’obiettivo è chiaro: sviluppare applicazioni concrete in campi come la crittografia avanzata, la simulazione di materiali complessi e l’ottimizzazione di processi industriali. Il tutto guardando anche oltre i confini italiani: “Stiamo già lavorando per collegare Qolossus ad altri sistemi simili”, ha rivelato Sciarrino.
Un progetto italiano con ambizioni globali
La presentazione di oggi segna un passo avanti importante per la ricerca italiana nel campo del quantum computing. Non solo per il risultato tecnico – un computer quantistico fotonico funzionante – ma anche per la capacità di mettere insieme competenze diverse: fisica, ingegneria e informatica. “È un lavoro di squadra”, ha ammesso Sciarrino davanti a colleghi e studenti.
Nei prossimi mesi, il team della Sapienza punterà a proseguire sia nella ricerca sia nelle collaborazioni con aziende e istituzioni pubbliche. L’obiettivo è ambizioso: mettere l’Italia al centro della nuova corsa al calcolo quantistico, puntando su una tecnologia – quella fotonica – che promette efficienza e scalabilità.
Per ora, Qolossus 2.0 resta acceso nei laboratori romani, pronto a scrivere le prime pagine di una storia tutta italiana nel mondo dei computer del futuro.
