Milano, 10 dicembre 2025 – L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha inflitto a Sky Italia una multa da 4,2 milioni di euro per tre pratiche commerciali considerate scorrette nella gestione degli abbonamenti TV. Il provvedimento, notificato questa mattina, arriva dopo mesi di indagini e segnalazioni da parte di associazioni di consumatori e utenti, che denunciavano comunicazioni poco chiare su aumenti di prezzo e condizioni contrattuali. Con questa decisione, l’Antitrust colpisce uno dei principali operatori del settore televisivo italiano, mettendo in chiaro che la tutela dei clienti deve essere una priorità in un mercato sempre più complesso e competitivo.
Tre violazioni contestate all’azienda
Nel testo ufficiale del provvedimento, la prima infrazione riguarda la “ingannevolezza delle comunicazioni sugli aumenti dei costi degli abbonamenti TV Sky”, per la quale è stata comminata una multa da 2 milioni di euro. In pratica, l’Autorità accusa Sky di aver informato i clienti in modo poco chiaro, rendendo difficile capire le modifiche ai contratti.
La seconda contestazione riguarda le offerte della piattaforma Now. Il messaggio pubblicitario “finché non disdici” – spiega l’Antitrust – ha fatto credere ai consumatori che non ci sarebbero stati aumenti su questi pacchetti. Invece, anche gli abbonati Now hanno subito rincari. Per questa irregolarità, la multa è di 800 mila euro.
L’ultima violazione riguarda le cosiddette “offerte vantaggiose” pensate per trattenere i clienti, spesso tramite l’attivazione di pacchetti aggiuntivi o servizi extra come Sky Wi-Fi. Secondo l’Antitrust, le condizioni promesse non venivano rispettate in fattura. Per questo, Sky è stata sanzionata con 1,4 milioni di euro.
Le associazioni dei consumatori: “Non basta, serve di più”
L’Unione Nazionale Consumatori ha accolto con favore la sanzione, ma invita a non abbassare la guardia. “È una buona notizia, ma non basta”, ha detto Massimiliano Dona, presidente dell’associazione. Dona ricorda che da anni si segnalano pratiche simili da diverse aziende: “Gli aumenti e le modifiche ai contratti vengono nascosti in modo poco visibile, spesso in pagine pubblicitarie o in estate, quando molti sono in vacanza”.
Per Dona il problema va oltre la multa: “Gli interventi dell’Antitrust arrivano a cose fatte, senza un vero risarcimento per i consumatori. Avevamo chiesto regole più chiare, sia alle Authority come Arera e Agcom, sia al Parlamento”. L’associazione insiste: serve il consenso esplicito per ogni aumento di prezzo. “Basta con il silenzio assenso. Serve una comunicazione chiara e la conferma che il cliente l’abbia letta”, ha aggiunto.
Sky replica: “Sorpresi dalla multa”
Non si è fatta attendere la risposta di Sky Italia, che in una nota nel primo pomeriggio ha espresso sorpresa per la decisione. “Siamo stupiti dalla sanzione comunicata oggi dall’Autorità – si legge – soprattutto perché Sky ha messo in atto diverse iniziative per aumentare la trasparenza e mettere il cliente al centro”. L’azienda ha ribadito la propria convinzione di aver agito correttamente e ha annunciato che valuterà tutte le azioni necessarie nelle sedi competenti.
Mercato sotto la lente: trasparenza o gioco al rialzo?
Il caso Sky riapre il dibattito su come le grandi aziende comunicano ai clienti variazioni contrattuali e aumenti di prezzo. In un settore dove la concorrenza è sempre più agguerrita – con l’ascesa di piattaforme come Netflix, Disney+ e Amazon Prime Video – la chiarezza verso gli utenti diventa fondamentale. Fonti vicine all’Antitrust riferiscono che sono in corso ulteriori controlli su altre società del mondo media e telecomunicazioni.
Per ora, la multa a Sky è un segnale netto: le pratiche scorrette non saranno più tollerate. Ma, come sottolineano le associazioni, resta aperto il tema della reale tutela dei consumatori e della necessità di regole più efficaci per garantire un’informazione chiara e un consenso consapevole.
