Udine, 10 dicembre 2025 – Davide Albini Bevilacqua, giornalista freelance, è stato colpito al volto da un sasso durante gli scontri a Udine il 14 ottobre scorso, in occasione della manifestazione pro-Palestina legata alla partita Italia-Israele. L’aggressione, avvenuta intorno alle 20.30 vicino a viale Venezia, ha lasciato il reporter con ferite gravi e permanenti, sollevando dubbi sulla sicurezza dei cronisti in mezzo alle proteste.
Albini Bevilacqua: “Ho visto il sangue sulle scarpe”
«Cinque minuti prima mia madre mi aveva scritto: “Sto guardando 4 di Sera su Rete 4, attento perché ci sono scontri”», ricorda Albini Bevilacqua. Stava rispondendo al messaggio quando un colpo violento lo ha preso in faccia. «Ho pensato di svenire, mi sono piegato e ho visto le mie scarpe rosse, piene del mio sangue. Poco dopo ho capito che da un occhio non ci vedevo più». Il racconto, fatto oggi a Il Giornale, mette in luce la violenza improvvisa che può colpire chi è lì per raccontare.
La dinamica degli scontri e le ferite
Secondo il giornalista, la tensione era già alta: «Ero subito dietro il cordone della polizia, con la telecamera alzata e il casco allacciato». La manifestazione si era spostata in un’area verde non presidiata, da dove è partita una sassaiola contro le forze dell’ordine. «All’improvviso una pietra mi ha colpito in faccia, il casco è volato via, gli occhiali si sono rotti. Perdevo sangue come da una fontana», spiega. «Ho iniziato a chiedere aiuto, urlavo mentre attorno a me scoppiava la rissa».
Le conseguenze sono pesanti: perdita della sensibilità nella parte sinistra del volto, denti instabili e vista compromessa all’occhio sinistro. «Non ho più sensibilità in metà faccia e i denti mi ballano ancora», confida.
Due operazioni e una lunga ripresa
Portato d’urgenza in ospedale a Udine, Albini Bevilacqua ha subito due interventi: uno per cercare di salvare l’occhio, dove sono stati trovati anche frammenti di vetro, e uno maxillo-facciale per ricostruire la parte sinistra del viso. «Mi hanno messo tre placche di titanio che resteranno con me per sempre», racconta. La riabilitazione sarà lunga e incerta: «Ho perso più di un mese di lavoro, dovrò fare tanti controlli. Non è detto che recuperi la vista o tutto il resto. Anche per i denti si vedrà più avanti».
Poca solidarietà dalle istituzioni, ma vicinanza dai colleghi
Durante la convalescenza, il giornalista ha ricevuto poche parole di sostegno dalle istituzioni. «In ospedale mi ha chiamato il presidente della Fnsi Vittorio Di Trapani. So che in Parlamento Antonio Tajani mi ha citato, e questo mi ha fatto piacere. Ma dagli organizzatori della manifestazione di Udine non è arrivata nemmeno una telefonata, neanche un messaggio», ammette amareggiato.
Diversa, invece, la solidarietà dei colleghi. Tra loro Elisa Dossi di Rainews24, anche lei ferita negli scontri (colpita a una caviglia): «Con Elisa siamo diventati amici», racconta Albini Bevilacqua, sottolineando però la mancanza di un gesto concreto da parte delle istituzioni locali e nazionali.
Indagini in corso, nessun colpevole identificato
La polizia di Udine sta indagando sull’episodio. Da quanto ricostruito finora, dopo la fine pacifica della manifestazione ufficiale sarebbe scoppiata una discussione tra promotori e contestatori più radicali. Questi ultimi, tra cento e duecento persone, si sarebbero staccati dal corteo principale e avrebbero cominciato a lanciare oggetti contro le forze dell’ordine. Al momento non è stato identificato chi ha lanciato il sasso che ha colpito il giornalista.
La vicenda riporta sotto i riflettori il tema della sicurezza di chi racconta le piazze italiane. E lascia aperta una domanda: chi protegge davvero chi racconta la cronaca?
