Milano, 11 dicembre 2025 – Questa mattina sono stati messi sotto sequestro due edifici in costruzione nel cuore di Brera, a Milano. L’operazione fa parte di una vasta inchiesta urbanistica che coinvolge 27 persone, tra proprietari, progettisti ed esperti del settore. Il provvedimento, firmato dal giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini su richiesta dei pm Petruzzella, Filippini e Clerici, riguarda il complesso residenziale “Unico-Brera” in via Anfiteatro 7, già al centro di polemiche e indagini nei mesi scorsi. Secondo la Procura, sarebbero state adottate pratiche irregolari per aggirare le norme edilizie e aumentare i volumi edificabili.
Sequestrati i cantieri di Brera: cosa è successo
L’operazione è scattata all’alba, quando gli agenti della polizia giudiziaria hanno messo i sigilli ai due cantieri: uno di quattro piani, l’altro di undici, con tre livelli interrati destinati a box auto. Sono 27 gli appartamenti previsti, con prezzi che partono da 700mila euro per un monolocale. L’area, rimasta vuota dal 2006 dopo la demolizione di un palazzo settecentesco, era già considerata un punto critico nella gestione urbanistica della città.
Dai documenti emerge che il progetto “Unico-Brera” era finito sotto la lente degli investigatori lo scorso marzo, quando l’ex vicepresidente della Commissione Paesaggio, Giovanni Oggioni, era stato arrestato e l’architetto Marco Cerri era stato raggiunto da una misura interdittiva. Questo nuovo sequestro si inserisce in un filone più ampio che punta a fare luce su presunte lottizzazioni abusive e falsi documenti nella trasformazione urbana milanese.
Le accuse: volumetrie gonfiate e oneri sottostimati
Al centro delle contestazioni c’è la presunta sottostima degli oneri di urbanizzazione e un aumento illecito dei volumi. Gli inquirenti sostengono che l’intervento non poteva essere considerato una semplice ristrutturazione – che avrebbe permesso di partire con una Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) – ma una vera e propria “nuova costruzione”, soggetta a permesso di costruire e piano attuativo.
I progettisti, invece, avrebbero omesso di calcolare i volumi reali degli edifici, concentrandosi solo sulla “superficie lorda di pavimento”, cioè la metratura calpestabile. Secondo l’architetto Marco Emilio Maria Cerri, questa sarebbe una prassi comune a Milano, dove per “volumetria” si intende la superficie e non il volume in metri cubi. Il giudice Fiorentini ha però sottolineato che questa lettura “stravolge il significato tecnico della parola” e non corrisponde alle corrette pratiche edilizie.
La documentazione raccolta mostra invece che i precedenti progettisti avevano sempre distinto chiaramente tra superficie lorda e volume reale, rispettando le norme urbanistiche. Una differenza importante, perché il calcolo esatto dei volumi influisce direttamente sugli oneri da versare al Comune e sulle possibilità di costruire nuovi piani o ampliamenti.
Speculazione edilizia sotto accusa, le reazioni in città
Per la Procura, le procedure adottate servivano a bypassare le proteste dei residenti – più volte riportate nei verbali delle assemblee condominiali – e a nascondere i passaggi amministrativi. “Non si trattava di persone impreparate – scrive il gip nel decreto di sequestro – ma di professionisti e imprenditori che conoscevano bene la materia e gli strumenti urbanistici”.
Brera, già al centro di altre inchieste immobiliari negli ultimi anni, torna così a essere il simbolo della lotta contro la speculazione edilizia a Milano. Questa mattina, davanti ai cantieri chiusi, alcuni residenti hanno espresso sollievo. “Era ora che qualcuno intervenisse”, ha detto una signora che vive in via Anfiteatro da più di vent’anni. Altri però temono che la vicenda possa lasciare l’area in uno stato di abbandono ancora più lungo.
Un’inchiesta che scuote il mercato immobiliare milanese
Il sequestro di “Unico-Brera” è solo l’ultimo capitolo di una maxi-inchiesta che coinvolge anche altri progetti nel centro storico. Gli investigatori stanno esaminando decine di pratiche edilizie presentate negli ultimi anni, con un occhio particolare a chi ha adottato interpretazioni “creative” delle regole su volumi e superfici.
Per ora, il Comune di Milano non ha rilasciato commenti ufficiali. Fonti vicine all’assessorato all’Urbanistica spiegano che l’amministrazione aspetta di vedere come si evolve l’indagine prima di prendere eventuali decisioni sui permessi già concessi. Nel frattempo, il mercato immobiliare resta vigile: i prezzi delle nuove costruzioni in centro sono alti, ma l’incertezza sulle regole potrebbe frenare nuovi investimenti nei prossimi mesi.
La vicenda di Unico-Brera si inserisce in un quadro più ampio di tensioni tra sviluppo urbano e rispetto delle regole. Una partita ancora aperta, che coinvolge professionisti affermati, amministratori pubblici e cittadini preoccupati per il futuro del loro quartiere.
