Dentro Bankitalia: la verità sugli stranieri e i segreti dell’oro

Dentro Bankitalia: la verità sugli stranieri e i segreti dell'oro

Dentro Bankitalia: la verità sugli stranieri e i segreti dell'oro

Matteo Rigamonti

Dicembre 11, 2025

Roma, 11 dicembre 2025 – Torna al centro del dibattito politico la proprietà delle riserve auree della Banca d’Italia, dopo che Fratelli d’Italia ha presentato un emendamento alla legge di bilancio. Il partito della premier Giorgia Meloni, con una nota diffusa ieri sera e anticipata dai principali giornali, ha spiegato chiaramente la sua posizione: “Serve una norma che metta in chiaro a chi appartiene l’oro di Bankitalia”, si legge nel documento. L’obiettivo è evitare che soggetti privati, anche legati a gruppi stranieri, possano avanzare pretese sulle riserve auree del Paese.

Chi davvero possiede l’oro di Bankitalia?

Nella nota dei gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia si ricorda che il capitale della Banca d’Italia, comprese le riserve d’oro, è diviso tra vari soggetti: banche, assicurazioni, fondazioni, enti previdenziali, fondi pensione, tutti con sede in Italia. Molti di questi sono privati e, come sottolineato, alcuni sono riconducibili a gruppi stranieri. “Non possiamo permettere che soggetti privati mettano le mani sull’oro degli italiani”, si legge nel documento. Per questo si chiede una legge che dica chiaramente che l’oro custodito da Bankitalia è di proprietà pubblica.

Perché serve questa norma?

Fratelli d’Italia richiama anche quanto scritto sul sito ufficiale della Banca d’Italia, dove si dice che l’oro è “di proprietà dell’istituto”. Secondo il partito di maggioranza, questo rende ancora più urgente una legge che dica senza dubbi che le riserve auree sono un patrimonio di tutti gli italiani. “Un motivo in più per ribadire che l’oro è di tutti”, sottolinea la nota. L’emendamento al Senato punta proprio a fissare per legge questo principio.

Le reazioni politiche non si fanno attendere

L’iniziativa ha subito acceso il dibattito. Alcuni esponenti dell’opposizione e diversi esperti temono che questo possa mettere a rischio l’indipendenza della Banca d’Italia o creare problemi con le regole europee. Fratelli d’Italia però respinge al mittente queste critiche: “L’allarmismo è ingiustificato”, si legge ancora nel documento visto dall’ANSA. Il partito ribadisce che si tratta solo di confermare un principio semplice: l’oro è dei cittadini italiani. Nessuna intenzione di toccare l’autonomia della banca centrale o di violare le norme europee.

Il nodo delle quote e chi sono gli azionisti

Al centro della discussione c’è la composizione della proprietà della Banca d’Italia. Le quote sono divise tra tanti soggetti privati e pubblici: grandi banche italiane come Intesa Sanpaolo e Unicredit, assicurazioni, fondazioni bancarie. Alcuni azionisti sono legati a gruppi esteri. Tuttavia, come ha più volte chiarito la stessa Banca d’Italia, detenere azioni non dà diritto sulle riserve auree o sulle decisioni di politica monetaria. “L’oro non sarà mai a disposizione di chi ha quote private”, sottolinea Fratelli d’Italia.

Il quadro europeo e i precedenti

La questione non è nuova in Europa. In molti Paesi dell’Eurozona, la proprietà dell’oro delle banche centrali è regolata da leggi che ne garantiscono la natura pubblica. In Italia il tema torna ciclicamente, soprattutto quando si discute di bilanci e finanze pubbliche. Fonti parlamentari assicurano che l’emendamento di Fratelli d’Italia non cambierà il lavoro quotidiano della Banca d’Italia, ma vuole rafforzare una tutela sia simbolica che legale sulle riserve.

Cosa succederà ora?

Il testo dell’emendamento passerà nelle prossime settimane alle commissioni del Senato per l’esame. Il governo non ha ancora preso una posizione ufficiale, ma fonti vicine all’esecutivo spiegano che si discuterà con il Ministero dell’Economia e con i vertici della Banca d’Italia. Nel frattempo, il dibattito resta acceso dentro e fuori Palazzo Madama. “Non vogliamo polemiche inutili – ha detto un deputato di Fratelli d’Italia – vogliamo solo mettere nero su bianco un principio che dovrebbe essere ovvio: l’oro di Bankitalia è degli italiani”.