Roma, 11 dicembre 2025 – Il Ministero dell’Economia e delle Finanze sta mettendo a punto in queste ore la soluzione per il nodo dei dividendi nella manovra di bilancio, con l’obiettivo di evitare la doppia tassazione a partire dal 2026. Fonti vicine al dossier rivelano che il piano del Mef punta a coprire i minori introiti previsti con un intervento deciso sulla Tobin tax, l’imposta sulle transazioni finanziarie, che potrebbe raddoppiare passando dallo 0,2% allo 0,4%. Una mossa pensata per mantenere i conti in ordine senza pesare su altri settori.
Tobin tax raddoppiata per coprire il buco sui dividendi
La scelta di agire sulla Tobin tax – spiegano fonti del ministero – nasce dalla necessità di trovare risorse fresche per compensare la revisione della tassazione sui dividendi. L’idea è evitare che gli utili distribuiti dalle società vengano tassati due volte: una prima volta in capo all’azienda, poi ancora al socio. “Stiamo lavorando a una soluzione che garantisca equità e semplicità”, ha detto un funzionario del Mef nella tarda serata di ieri. Il raddoppio dell’aliquota sulle transazioni finanziarie, che partirebbe dal 1° gennaio 2026, dovrebbe portare un gettito extra sufficiente a bilanciare la minore entrata derivante dalla modifica sui dividendi.
Secondo le stime che circolano in Parlamento, l’aumento della Tobin tax potrebbe far entrare nelle casse dello Stato alcune centinaia di milioni di euro in più ogni anno. Un intervento che, almeno in teoria, non dovrebbe pesare sui piccoli risparmiatori, ma colpire soprattutto operatori professionali e investitori istituzionali.
Affitti brevi, cambia la tassazione: novità per chi ha più case
In parallelo al dossier dividendi, il Mef sta rivedendo anche le regole fiscali sugli affitti brevi, tema caldo nelle ultime settimane nel confronto tra le forze di maggioranza. La proposta prevede che la cedolare secca al 21% resti valida per la prima casa anche nel 2026, mentre per la seconda abitazione salirà al 26%. La vera novità riguarda chi possiede tre o più immobili destinati agli affitti brevi: per loro scatterà la tassazione come reddito d’impresa, una soglia che finora scattava solo dal quinto immobile in poi.
Questa modifica – spiegano fonti vicine al ministero – vuole “contrastare forme di elusione e garantire maggiore equità fiscale”, come ha sottolineato un tecnico presente ai tavoli di lavoro. La nuova norma, inserita nel disegno di legge di bilancio in discussione al Senato, mira a definire in modo più chiaro quando l’attività di affitti turistici diventa un’impresa vera e propria.
Autocompensazione e intesa politica: la manovra prende forma
Le misure su dividendi e affitti brevi fanno parte di un meccanismo di “autocompensazione finanziaria”, un termine tornato spesso nelle ultime ore tra i tecnici del Mef. In pratica, ogni taglio alle entrate viene bilanciato da nuove entrate o da una revisione delle aliquote già in vigore. Un equilibrio fragile, raggiunto dopo settimane di trattative tra i partiti della maggioranza e i vertici del governo.
Fonti parlamentari raccontano che l’accordo politico, raggiunto nelle ultime riunioni a Palazzo Chigi – l’ultima lunedì sera – ha superato le principali divergenze. “C’è la volontà di chiudere in fretta per dare certezze a famiglie e imprese”, ha spiegato un deputato della commissione Bilancio. Il testo finale degli emendamenti dovrebbe arrivare in Aula entro la fine della settimana.
Prossimi passi: si attende il via libera definitivo
Il cammino della manovra resta comunque pieno di incognite. I tecnici del Senato stanno ancora esaminando le coperture e valutando l’impatto delle nuove norme su dividendi, Tobin tax e affitti brevi. Solo dopo il via libera della commissione Bilancio si passerà al voto finale in Aula, previsto entro Natale.
Nel frattempo, operatori del settore immobiliare e rappresentanti delle associazioni degli investitori seguono con attenzione gli sviluppi. “Serve chiarezza sulle regole”, ha detto ieri sera il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa. Il clima resta teso ma, secondo le ultime indiscrezioni raccolte tra i corridoi del Parlamento, la strada verso l’approvazione della manovra sembra ormai tracciata.
