Generazione Z: il timore e il pessimismo che segnano il futuro

Generazione Z: il timore e il pessimismo che segnano il futuro

Generazione Z: il timore e il pessimismo che segnano il futuro

Giada Liguori

Dicembre 11, 2025

New York, 11 dicembre 2025 – I giovani della Generazione Z negli Stati Uniti, nati tra la fine degli anni Novanta e i primi Duemila, vedono il mondo come un posto spaventoso. Sono sempre più pessimisti sul futuro e mostrano un atteggiamento cinico verso la possibilità di cambiare le cose. A scattare questa fotografia è la ricerca guidata da Gabriel Rubin, docente di Giustizia e diritti umani alla Montclair State University, presentata al convegno della Società americana per l’analisi del rischio (Sra). Lo studio, partito nel 2022, si basa su 104 interviste a giovani del Nord-Est degli Stati Uniti.

Da speranza a disincanto: il volto nuovo della Generazione Z

Rubin racconta come la Generazione Z abbia cambiato atteggiamento negli ultimi anni. “All’inizio, nel 2022, le interviste erano piene di ottimismo”, spiega. Poi, mese dopo mese, qualcosa si è incrinato. La pandemia e le tensioni politiche hanno scavato una crepa di sfiducia. “Oggi molti pensano che cambiare davvero le cose sia quasi impossibile”, aggiunge Rubin. Tra i timori più diffusi ci sono la perdita dei diritti, la paura della criminalità e le discriminazioni, temi che tornano spesso nelle parole dei ragazzi.

Pandemia e social: il doppio colpo che ha cambiato tutto

Il lockdown per il Covid-19 ha segnato profondamente il modo in cui i giovani guardano al rischio. Durante quei mesi di isolamento, molti hanno sviluppato una visione più cupa del futuro. Il cinismo è cresciuto soprattutto di fronte a problemi enormi come il cambiamento climatico. “Trovare soluzioni a breve termine sembra un’impresa impossibile”, racconta uno degli intervistati. Intanto, i social media non aiutano: troppe informazioni, spesso confuse e contrastanti, che aumentano ansia e insicurezza.

Il rischio visto in bianco e nero

Un aspetto che emerge con forza è come la Generazione Z percepisca il rischio senza vie di mezzo. “O è tutto sicuro, o è pericolosissimo”, osserva Rubin. Questa visione estrema rende difficile affrontare l’incertezza di ogni giorno con equilibrio. La paura della criminalità, delle discriminazioni e delle difficoltà economiche si sommano a un senso generale di vulnerabilità.

Le ragazze e le paure legate ai diritti

Lo studio mette in luce anche una differenza di genere: le giovani donne sono più sensibili ai temi dei diritti, soprattutto quelli legati alla maternità e all’autodeterminazione. “Le ragazze hanno espresso preoccupazioni ben precise sul riconoscimento dei loro diritti”, racconta Rubin. In generale, però, la paura sembra più legata a fattori interiori che a minacce reali. Questo indica che l’ansia diffusa nasce spesso da una visione personale del mondo, più che da eventi concreti.

Il futuro secondo la Generazione Z: tra impotenza e speranza

In chiusura, lo studio di Gabriel Rubin restituisce un quadro sincero delle paure che attraversano la Generazione Z americana. Un gruppo che si sente spesso senza voce davanti alle grandi sfide del pianeta e fatica a immaginare un domani migliore. “Dobbiamo ascoltare questi ragazzi”, ha concluso Rubin durante il convegno Sra. Solo così si potrà provare a ricostruire un clima di fiducia e ridare loro la speranza di poter davvero cambiare le cose.