Il cioccolato fondente: un alleato contro l’invecchiamento

Il cioccolato fondente: un alleato contro l'invecchiamento

Il cioccolato fondente: un alleato contro l'invecchiamento

Giada Liguori

Dicembre 11, 2025

Milano, 11 dicembre 2025 – Nel cioccolato fondente si nasconde una sostanza che potrebbe aiutare a rallentare l’invecchiamento: si chiama teobromina e, secondo uno studio del King’s College di Londra pubblicato sulla rivista Aging, livelli più alti di questa sostanza nel sangue sarebbero legati a un’età biologica più giovane rispetto a quella anagrafica. La scoperta, resa nota ieri, apre nuove strade sul rapporto tra cibo e salute, anche se – avvertono i ricercatori – non basta mangiare più cioccolato per vedere risultati certi.

Teobromina e invecchiamento: cosa dice lo studio

Lo studio, guidato dalla professoressa di Epigenomica Jordana Bell, ha coinvolto due gruppi di cittadini europei: uno con 509 persone, l’altro con 1.160. Gli scienziati hanno messo a confronto i livelli di teobromina nel sangue con vari segnali dell’età biologica, come la lunghezza dei telomeri – quelle “capette” che proteggono i cromosomi e si accorciano con gli anni – e alcune modifiche chimiche al Dna. “Abbiamo trovato un legame tra un componente chiave del cioccolato fondente e la possibilità di restare giovani più a lungo”, ha detto Bell, ma ha subito precisato: “Non stiamo dicendo che tutti debbano mangiare più cioccolato fondente”.

Età biologica: perché conta davvero

L’età biologica misura lo stato di salute del corpo rispetto agli anni che si hanno davvero. Se è più bassa dell’età anagrafica, vuol dire che il corpo è “più giovane” a livello cellulare. Nel corso della ricerca, chi aveva più teobromina nel sangue mostrava anche meno segni di invecchiamento cellulare. “Questo studio ci aiuta a capire come alimenti comuni possano nascondere indizi per vivere meglio e più a lungo”, ha aggiunto Bell.

Cioccolato fondente: attenzione ai limiti

Nonostante l’entusiasmo, gli esperti invitano a non esagerare. Il cioccolato fondente contiene anche zuccheri, grassi e altre sostanze che, se consumate troppo, possono far male. “Mangiare più cioccolato non significa automaticamente fare un favore alla salute”, ha ribadito la docente del King’s College. Il vero valore dello studio, secondo gli autori, sta nell’aver aperto una nuova pista per capire il ruolo delle sostanze degli alimenti nel processo di invecchiamento.

Teobromina: cos’è e dove si trova

La teobromina è un alcaloide naturale presente soprattutto nel cacao e quindi nel cioccolato fondente. Nota per essere tossica per i cani – come ricordano spesso i veterinari – nell’uomo è già stata legata a un rischio minore di malattie cardiache. Solo ora però si comincia a vedere un possibile effetto nel rallentare l’invecchiamento delle cellule. “È una scoperta molto interessante”, ha commentato il genetista Ramy Saad, anch’egli del King’s College. Per Saad, continuare a studiare questa strada potrebbe portare a “scoperte importanti sull’invecchiamento”.

Cosa ci riserva il futuro

Gli autori sottolineano che serviranno altri studi per capire se la teobromina potrà essere usata come integratore o se si potrà separare il suo effetto positivo dagli altri componenti del cioccolato. Al momento, dicono, non ci sono indicazioni precise per aumentare la sua assunzione tramite la dieta. “Siamo solo all’inizio”, ha ammesso Bell, “ma questi risultati mostrano che anche quello che mangiamo ogni giorno può influire su come invecchiamo”.

Per ora, quindi, resta la raccomandazione di mantenere una dieta equilibrata e varia, senza affidarsi a cibi o sostanze miracolose. Eppure, tra i tanti studi scientifici, il cioccolato fondente torna sotto i riflettori: non solo per il suo sapore, ma forse anche per un piccolo aiuto contro il tempo che passa.