Imprese: Barbaresco di Mediobanca avverte, Crescita in Italia dovuta a un aumento delle ore di lavoro, non a produttività

Imprese: Barbaresco di Mediobanca avverte, Crescita in Italia dovuta a un aumento delle ore di lavoro, non a produttività

Imprese: Barbaresco di Mediobanca avverte, Crescita in Italia dovuta a un aumento delle ore di lavoro, non a produttività

Matteo Rigamonti

Dicembre 11, 2025

Milano, 11 dicembre 2025 – Negli ultimi tre anni, il Pil pro capite italiano è cresciuto in media dello 0,8% all’anno. A dirlo è Gabriele Barbaresco, direttore dell’Area Studi di Mediobanca, che oggi ha presentato i dati durante un incontro stampa organizzato da Centromarca a Milano. Ma attenzione: questo risultato è stato raggiunto “solo grazie all’aumento dell’occupazione e delle ore lavorate”. Senza questi fattori, la produttività oraria sarebbe addirittura calata dell’1,3%. Insomma, il vero nodo resta una produttività che non cresce, un problema strettamente legato alla questione dei salari.

Salari reali in calo, produttività ferma: un binomio che pesa

Nel primo semestre del 2025, la retribuzione oraria reale in Italia è ancora sotto di circa il 5% rispetto al 2019. E questo pesa, soprattutto se si pensa che già sei anni fa i salari erano fermi da tempo. “Il tema dei salari è legato a quello della produttività”, ha sottolineato Barbaresco. La crescita economica recente, ha spiegato, è arrivata quasi solo perché si è lavorato di più, non perché si lavora meglio. In pratica, si fa più fatica ma i risultati non migliorano.

Lavoro in aumento, ma nei settori meno produttivi

Barbaresco ha fatto un quadro chiaro: “Nel 2023-24, l’occupazione nella manifattura è cresciuta del 2%, ma la produzione è scesa del 5,3%”. Un segnale evidente che i nuovi posti di lavoro si concentrano soprattutto in settori a basso valore aggiunto o in attività considerate “improduttive”. Le stime dicono che, tra oggi e il 2028, ci sarà bisogno di 3,1-3,6 milioni di lavoratori, ma l’80-90% servirà solo a sostituire chi va in pensione o lascia il lavoro.

Mancano i lavoratori qualificati, cresce la difficoltà di trovare personale

Un altro problema è la difficoltà crescente nel trovare personale qualificato. I contratti difficili da coprire sono passati dal 26% nel 2018 al 50% nel 2023. “Due terzi di questa difficoltà dipendono dal cosiddetto labour shortage, cioè dalla mancanza di candidati”, ha spiegato Barbaresco. Questo fenomeno costa all’Italia circa 2,5 punti di Pil ogni anno.

Manifattura italiana: export ancora forte ma costi alle stelle

L’Italia resta un paese con una manifattura orientata all’export, con punti di forza ben noti: qualità, specializzazione e competenze tecniche. Però il settore soffre per l’aumento dei costi, soprattutto quelli dei beni intermedi e dell’energia. Tra il 2020 e il 2025 il prezzo dell’energia è salito del 20%. “Anche nei nostri punti di forza ci sono rischi”, ha ammesso Barbaresco, citando il settore medtech come esempio.

La sfida futura: digitalizzazione e filiere più robuste

Barbaresco ha rivolto un appello chiaro: da un lato ai politici, invitati a sostenere i settori a maggior valore aggiunto e a puntare sull’autonomia strategica; dall’altro agli imprenditori, chiamati a vedere la transizione digitale non come una spesa, ma come un investimento. “Bisogna passare dall’adozione alla vera integrazione della digitalizzazione”, ha spiegato. Solo così si potrà davvero migliorare l’organizzazione e la cultura aziendale.

Imprese leader e private equity: la spinta per innovare

Un altro punto fondamentale riguarda il rafforzamento delle filiere. “Le imprese leader devono conquistare i segmenti più pregiati delle catene globali del valore e trasmettere conoscenze alla rete di fornitori italiani”, ha detto Barbaresco. Il capitalismo familiare italiano, che assicura qualità e competenze, oggi deve però modernizzare la governance e puntare di più sugli asset intangibili.

Infine, il ruolo dei fondi di private equity: “Non sono più solo efficientatori, ma portano proposte imprenditoriali orientate alla crescita”. In questo quadro, torna centrale la sfida di far fruttare il risparmio privato italiano per sostenere investimenti e innovazione nei prossimi anni.