Bari, 11 dicembre 2025 – Una giovane di 26 anni è finita in manette a Bari con l’accusa di tentato omicidio. La sera dell’8 marzo scorso ha sparato tre colpi di pistola contro l’uomo con cui aveva avuto una relazione. Gli investigatori della squadra mobile hanno ricostruito che la donna ha agito dopo che lui, informato della sua gravidanza, si sarebbe rifiutato di riconoscere il bambino. Uno dei proiettili ha raggiunto la vittima a una gamba. La sparatoria è avvenuta in una zona periferica della città, poco dopo le 20.
Spari a Bari: una storia di gelosia e rifiuto
All’inizio sembrava un’aggressione casuale, ma la verità è venuta a galla grazie al lavoro della squadra mobile di Bari. L’uomo, un trentenne del quartiere San Paolo, aveva detto ai soccorritori di essere stato colpito da uno sconosciuto mentre correva in via Francesco Eugenio Silvestri. Solo dopo, gli investigatori hanno notato alcune discrepanze nel suo racconto. Sono state raccolte testimonianze, controllate le telecamere di sorveglianza e analizzati i tabulati telefonici di entrambi.
A quanto pare, la donna ha aspettato il suo ex vicino a un parco e gli ha ribadito la notizia della gravidanza. La discussione è degenerata in pochi istanti. “Non voglio saperne”, avrebbe detto lui, secondo gli inquirenti. A quel punto la 26enne ha tirato fuori la pistola e ha sparato tre colpi a distanza ravvicinata.
Arresto e restrizioni per la giovane
Nei giorni scorsi, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Bari ha disposto la custodia cautelare per la donna. È stata arrestata e posta agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. La Procura ha aperto un fascicolo per tentato omicidio. Durante una perquisizione in casa della giovane è stata trovata e sequestrata la pistola semiautomatica calibro 7,65 usata nella sparatoria.
Il pm Anna Maria Rossi ha spiegato che “la gravità del gesto e il rischio che si ripeta hanno reso necessaria una misura restrittiva”. La difesa, guidata dall’avvocato Michele D’Amico, ha chiesto una perizia psichiatrica per capire in che stato emotivo fosse la donna al momento dei fatti.
La città sotto shock, i testimoni e le parole della polizia
Nel quartiere San Paolo la notizia ha fatto presto il giro. Qualcuno ha raccontato di aver udito “tre colpi secchi” poco dopo le otto di sera. “Pensavamo fossero petardi”, ha detto una donna che abita al civico 14. Solo l’arrivo di polizia e ambulanza ha rivelato la serietà dell’accaduto.
Il capo della squadra mobile, Marco Lorusso, ha sottolineato come “la collaborazione dei cittadini sia stata decisiva per ricostruire la dinamica”. L’uomo ferito è stato dimesso dall’ospedale Policlinico dopo alcuni giorni. La prognosi parla di trenta giorni per la ferita alla gamba sinistra.
Una storia complicata e nuovi sviluppi
Gli inquirenti spiegano che tra i due c’era stata una relazione durata qualche mese. La gravidanza era stata comunicata all’uomo pochi giorni prima dell’aggressione. “Lui non voleva riconoscere il bambino”, dicono fonti investigative, “e questo ha fatto scattare la reazione della donna”. Al momento, la 26enne non ha precedenti penali.
L’inchiesta va avanti. Nei prossimi giorni saranno ascoltati altri testimoni e si faranno nuove perizie balistiche. La Procura vuole capire se ci siano state pressioni o minacce prima dell’episodio. Intanto nel quartiere resta un clima teso. “Non ci aspettavamo una cosa del genere”, ha ammesso un conoscente della coppia.
