Rifiuti urbani in crescita: il Mezzogiorno fa progressi nella raccolta differenziata

Rifiuti urbani in crescita: il Mezzogiorno fa progressi nella raccolta differenziata

Rifiuti urbani in crescita: il Mezzogiorno fa progressi nella raccolta differenziata

Giada Liguori

Dicembre 11, 2025

Roma, 11 dicembre 2025 – Nel 2024 la produzione di rifiuti urbani in Italia ha messo segno un aumento, accompagnato da una maggiore attenzione alla raccolta differenziata. Il Mezzogiorno, in particolare, continua a ridurre il divario con il resto del Paese. È quanto emerge dal rapporto Rifiuti urbani 2025 dell’Ispra, presentato questa mattina nella sede dell’istituto in via Vitaliano Brancati. Il documento scatta una fotografia precisa su numeri, trend e criticità di un settore chiave per la transizione ecologica.

Rifiuti in crescita: sfiorati i 30 milioni di tonnellate

I dati Ispra parlano chiaro: nel 2024 sono stati prodotti 29,9 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, con un aumento del 2,3% rispetto all’anno precedente. Un trend che segue la lieve crescita economica registrata, con il PIL e la spesa delle famiglie che sono cresciuti entrambi dello 0,7%. Nei 14 comuni italiani con più di 200mila abitanti – tra cui Roma, Milano, Napoli e Torino – la produzione è salita dell’1,8%. Gli esperti Ispra spiegano che dietro questo dato c’è sia la ripresa dei consumi sia l’aumento della popolazione urbana.

Raccolta differenziata, Italia oltre il 67%: il Nord guida la classifica

Sul fronte della raccolta differenziata l’Italia fa un altro passo avanti, toccando una media nazionale del 67,7%. Il Nord è sempre in testa con il 74,2%, seguito dal Centro (63,2%) e dal Sud (60,2%). Le regioni più virtuose sono l’Emilia-Romagna (78,9%) e il Veneto (78,2%), ma a sorprendere c’è anche la Sardegna con un ottimo 76,6%. A completare il podio ci sono Trentino-Alto Adige (75,8%), Lombardia (74,3%) e Friuli-Venezia Giulia (72,7%).

Tra le grandi città spicca Bologna, con una raccolta differenziata al 72,8%. Seguono Padova (65,1%), Venezia (63,7%) e Milano (63,3%). “Siamo soddisfatti dei risultati – ha detto il direttore generale Ispra, Alessandro Bratti – ma resta molto da fare, soprattutto nelle aree metropolitane del Sud”.

Riciclo in aumento, ma la sfida continua

Il riciclo dei rifiuti urbani ha raggiunto il 52,3%, in crescita rispetto al 50,8% del 2023. L’obiettivo per il 2025 è arrivare al 55%, mentre per il 2030 si punta al 60%. Nel 2024 hanno lavorato 625 impianti per la gestione dei rifiuti urbani, con più della metà dedicati al trattamento della frazione organica. “Il sistema degli impianti regge – ha ammesso Bratti – ma servono investimenti più veloci per rispettare i target europei”.

Costi più alti, la gestione pesa sulle tasche delle famiglie

Crescono anche le spese legate alla gestione dei rifiuti: nel 2024 il costo medio annuo per ogni cittadino ha toccato i 214,4 euro, contro i 197 euro dell’anno prima. Il Centro Italia è la zona più cara, con 256,6 euro pro capite, seguito dal Sud (229,2 euro) e dal Nord (187,2 euro). Questa differenza rispecchia le diverse condizioni infrastrutturali e organizzative tra le aree del Paese.

Secondo l’Ispra, l’aumento è dovuto sia all’inflazione sia alla necessità di aggiornare gli impianti per rispettare le nuove norme europee. “Le tariffe sono salite – ha spiegato un funzionario del Comune di Firenze – ma i cittadini vogliono servizi più efficaci e trasparenti”.

Pnrr, 2,1 miliardi per rifiuti ed economia circolare

Il Pnrr ha stanziato 2,1 miliardi di euro per la gestione dei rifiuti e per progetti legati all’economia circolare. Questi fondi dovrebbero servire a modernizzare gli impianti e a ridurre il divario tra Nord e Sud. “Il Mezzogiorno sta recuperando – ha detto Bratti – ma servono tempi certi per i cantieri e una gestione più efficiente”.

In sintesi, l’Italia mostra segni di miglioramento nella gestione dei rifiuti urbani: più raccolta differenziata e riciclo, ma anche costi in aumento e sfide aperte sugli impianti. Il 2025 sarà un anno decisivo per capire se il Paese riuscirà a raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unione europea.