Berlino, 11 dicembre 2025 – “La Cina è il principale alleato della Russia e le permette di portare avanti questa guerra”. È con queste parole, pronunciate oggi a Berlino nella sede della rappresentanza bavarese, che il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha acceso i riflettori sul ruolo di Pechino nel conflitto in Ucraina. Un’affermazione netta, arrivata poco dopo le 10 del mattino, che ha subito scatenato reazioni e analisi tra diplomatici e osservatori internazionali.
Cina e Russia: il sostegno che fa la differenza
Nel suo discorso, Rutte ha messo in chiaro che senza l’appoggio cinese la Russia non potrebbe continuare questa guerra. Ha sottolineato quanto siano importanti gli aiuti – economici, tecnologici e indirettamente anche militari – che Pechino avrebbe fornito a Mosca dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, nel febbraio 2022. “La Cina fornisce componenti, tecnologie e supporto finanziario”, ha spiegato davanti a una platea di funzionari tedeschi e giornalisti internazionali. Non ha dato dettagli tecnici, ma il messaggio era chiaro: senza questa rete di sostegno, il Cremlino non potrebbe reggere il conflitto.
La tensione tra Occidente e Pechino
Le parole di Rutte arrivano in un momento delicato per i rapporti tra Occidente e Cina. Negli ultimi mesi, Bruxelles e Washington hanno più volte chiesto a Pechino di non aggirare le sanzioni imposte a Mosca. Secondo fonti europee, il tema è stato al centro delle discussioni anche durante l’ultimo vertice UE-Cina dello scorso novembre. “Non possiamo ignorare il ruolo di Pechino”, ha detto un funzionario tedesco presente all’incontro, che ha preferito restare anonimo. La Cina, da parte sua, ha sempre respinto le accuse di fornire armi o equipaggiamenti direttamente utilizzabili in battaglia, sostenendo di mantenere una “neutralità attiva” e invitando al dialogo.
Il boom degli scambi commerciali tra Mosca e Pechino
Secondo i dati del Ministero del Commercio cinese, nel 2024 il volume degli scambi tra Russia e Cina ha superato i 240 miliardi di dollari, un nuovo record. La crescita è spinta soprattutto dalle esportazioni di energia – petrolio e gas – verso la Cina, ma anche da macchinari, semiconduttori e componenti elettronici. “Il commercio tra i due Paesi non è mai stato così intenso”, osserva Sergej Ivanov, analista del Moscow Carnegie Center. Tuttavia, diversi esperti occidentali avvertono che dietro questi numeri potrebbe nascondersi un flusso costante di tecnologie a doppio uso, cioè utilizzabili sia in campo civile che militare, che rafforzerebbero le capacità belliche russe.
Le accuse occidentali e la risposta di Pechino
Non è la prima volta che la Nato punta il dito contro la Cina per il suo presunto sostegno alla Russia. Già a giugno, durante il summit di Washington, molti leader occidentali avevano espresso “profonda preoccupazione” per le forniture tecnologiche cinesi a Mosca. Pechino aveva respinto definendole “infondate” e aveva invitato l’Alleanza Atlantica a non “scaricare le proprie responsabilità”. Anche oggi, fonti vicine al Ministero degli Esteri cinese hanno ribadito che “la Cina non fornisce armi letali alla Russia” e che “il commercio bilaterale segue le regole internazionali”.
Cosa significa per la guerra in Ucraina
Secondo Rutte, il sostegno cinese è un fattore chiave per capire come l’economia russa riesca a reggere sotto le sanzioni. “Senza questa rete di appoggi, la capacità della Russia di proseguire il conflitto sarebbe molto più debole”, ha spiegato. Un punto di vista condiviso da diversi think tank europei: uno studio dell’European Council on Foreign Relations pubblicato a ottobre rivela che almeno il 40% delle importazioni tecnologiche russe arriva da aziende cinesi o da intermediari asiatici.
Diplomazia sotto pressione, cosa succede ora
Il rapporto tra Cina e Russia resta un nodo cruciale per le cancellerie occidentali. Nei prossimi giorni sono previsti nuovi incontri tra rappresentanti europei e cinesi per discutere sanzioni e controlli sulle esportazioni. Intanto, a Berlino, le parole di Rutte continuano a far discutere: “Non si può più parlare solo di una guerra russo-ucraina, ma di uno scenario globale”, ha confidato un diplomatico francese uscendo dalla sala. Nei corridoi della rappresentanza bavarese, la sensazione è che la partita sia ancora tutta da giocare.
