Sussidi alla disoccupazione negli Usa: un balzo sorprendente a 236.000 richieste

Sussidi alla disoccupazione negli Usa: un balzo sorprendente a 236.000 richieste

Sussidi alla disoccupazione negli Usa: un balzo sorprendente a 236.000 richieste

Matteo Rigamonti

Dicembre 11, 2025

New York, 11 dicembre 2025 – Le richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti hanno fatto un salto importante nell’ultima settimana, toccando quota 236.000. È quanto emerge dal report diffuso ieri dal Dipartimento del Lavoro, che registra un aumento di 44.000 domande rispetto ai sette giorni precedenti. Un numero che va oltre le previsioni degli esperti, fermi a circa 220.000. È il rialzo più marcato dal 2020, anno segnato dalla pandemia e dalle sue pesanti conseguenze sull’economia mondiale.

Boom delle richieste di sussidio: il livello più alto dal 2020

Il rapporto, pubblicato alle 14 ora italiana, ha sorpreso parecchi addetti ai lavori. “Non ci aspettavamo un aumento così netto, anche se il mercato del lavoro resta ancora solido”, ha spiegato Mark Zandi, capo economista di Moody’s Analytics, contattato telefonicamente da Manhattan. Il dato si riferisce alla settimana conclusasi il 7 dicembre e rappresenta il picco più alto degli ultimi cinque anni, esclusi i momenti più duri della pandemia.

Il Dipartimento del Lavoro ha precisato che l’incremento riguarda in particolare alcuni Stati del Midwest e della costa est, dove si sono registrate chiusure temporanee in settori come la logistica e la ristorazione. “È un fenomeno da tenere d’occhio, ma non significa ancora che il mercato del lavoro stia cambiando in modo definitivo”, ha aggiunto Zandi.

Analisti sorpresi, mercati cauti

Gli esperti di Wall Street avevano messo in conto un aumento più contenuto delle domande di disoccupazione, puntando a circa 220.000. Il numero reale, superiore di 16.000 unità, ha creato qualche dubbio tra gli investitori. Tuttavia, le principali borse americane hanno chiuso senza grandi scossoni. “Il mercato del lavoro americano rimane forte, ma questi dati indicano che la fase di raffreddamento potrebbe essere iniziata”, ha commentato Goldman Sachs in una nota.

Le prime analisi collegano l’aumento anche a fattori stagionali e ad alcuni licenziamenti annunciati da grandi aziende nei settori tecnologico e retail. “Movimenti simili sono abbastanza normali a dicembre”, ha detto un funzionario del Bureau of Labor Statistics.

Deficit commerciale in calo, ai minimi dal 2020

Nello stesso giorno, il Dipartimento del Commercio ha reso noto che il deficit commerciale degli Stati Uniti è sceso a 52,8 miliardi di dollari a settembre, il livello più basso da giugno 2020. Il dato, arrivato alle 15 ora locale, evidenzia una ripresa delle esportazioni e una crescita limitata delle importazioni.

Nel dettaglio, le importazioni sono salite dello 0,6%, raggiungendo 342,1 miliardi di dollari, mentre le esportazioni sono cresciute del 3%, arrivando a 289,3 miliardi. “La domanda estera per i prodotti americani è tornata a salire dopo mesi di rallentamento”, ha spiegato il portavoce del Dipartimento del Commercio durante il briefing con i giornalisti.

Un quadro economico a tinte contrastanti

I numeri sulle richieste di sussidio e la riduzione del deficit commerciale danno segnali opposti sullo stato dell’economia americana. Da un lato c’è l’aumento delle domande, che potrebbe indicare un rallentamento nel mercato del lavoro. Dall’altro, la crescita delle esportazioni e la contrazione del deficit mostrano un miglioramento della competitività delle aziende Usa sui mercati esteri.

“Il quadro è complesso”, ammette Sarah Johnson, analista di Oxford Economics. “C’è qualche segnale di debolezza nel lavoro, ma la bilancia commerciale migliora grazie alla ripresa della domanda globale”.

Cosa aspettarsi nei prossimi mesi

Gli economisti invitano a non trarre conclusioni affrettate dai dati recenti. “Siamo in una fase di passaggio”, spiega Johnson. “Bisognerà vedere i prossimi numeri per capire se l’aumento delle richieste è un episodio isolato o l’inizio di una tendenza”. Intanto, la Federal Reserve segue con attenzione la situazione: eventuali segnali di debolezza nel mercato del lavoro potrebbero condizionare le scelte sui tassi d’interesse.

Per ora, gli Stati Uniti si trovano davanti a uno scenario incerto: tra segnali di rallentamento interno e una ritrovata spinta nelle esportazioni. Solo i dati dei prossimi mesi diranno quale strada prenderà l’economia americana.