Nardò, 11 dicembre 2025 – Tatiana Tramacere, 27 anni, sparita per dieci giorni e ritrovata il 4 dicembre nella casa dell’amico Dragos-Ioan Gheormescu a Nardò, ha deciso di parlare. Ieri sera, in diretta su Rai 3, ha risposto alle domande di Chi l’ha visto? e ha letto una lettera scritta durante le sue notti insonni dopo il ritorno. Un racconto intenso, a tratti spezzato, che cerca di far capire i motivi di una fuga che ha tenuto con il fiato sospeso la famiglia, la comunità salentina e tutto il Paese.
Tatiana Tramacere rompe il silenzio: “Una guerra silenziosa dentro di me”
Davanti alle telecamere, Tatiana ha parlato a fatica, con la voce bassa e lo sguardo che spesso scappava. “Ogni volta che c’è un controllo io scappo, per non affrontarlo”, ha detto, svelando un disagio profondo. Non è stata una bravata o un modo per farsi notare sui social – lo ha chiarito subito – ma una lotta che porta dentro da tempo. “Dragos mi ha protetto, mi ha sempre aiutato. Non ha colpe lui, né io”, ha spiegato, sottolineando come l’amico trentenne le abbia offerto ascolto e rifugio nei giorni più difficili.
Quando i Carabinieri sono arrivati nella casa di Dragos, Tatiana si è nascosta in un armadio. “Ho avuto un attacco di panico. Quando ho paura mi chiudo in me stessa”, ha raccontato. Le urla, il caos: tutto è diventato insopportabile. “Di quello che vivo non parlo con nessuno, mi tengo tutto dentro”, ha ammesso, facendo capire quanto sia dura dare un nome a quel malessere che la spinge a scappare.
La lettera di scuse: “Non volevo far preoccupare nessuno”
Durante l’intervista ha letto una lettera scritta “di notte”, come ha detto lei stessa. Un testo breve ma intenso, rivolto alla famiglia, alle forze dell’ordine e ai cittadini di Nardò che si sono mobilitati per cercarla. “Chiedo scusa alla mia famiglia, ai Carabinieri, a ogni cittadino di Nardò e a tutte le persone che, pur senza conoscermi, si sono impegnate a trovarmi”, ha detto con la voce rotta dalle lacrime. “Non volevo far preoccupare nessuno. Non ho agito con lucidità, mi sono fatta travolgere da emozioni troppo forti e da una fragilità che non riuscivo più a gestire”.
Un passaggio della lettera è stato dedicato anche ai Carabinieri e ai giornalisti: “Grazie a chi ha cercato di raccontare con rispetto quello che stavo vivendo. Dentro di me c’era un groviglio di emozioni, cercavo risposte”. Tatiana ha parlato di una “battaglia che combatto da due anni, una guerra silenziosa con qualcosa che mi supera, che a volte mi spezza”. Parole semplici, ma cariche di un dolore difficile da spiegare.
Dragos, il rifugio senza giudizi
Durante l’intervista, Tatiana ha voluto difendere l’amico Dragos da ogni sospetto. “Dragos non mi ha mai giudicato, mi ha dato ascolto e un posto dove stare quando non sapevo dove andare”, ha ribadito. Nessuna malizia, nessuna cattiva intenzione: solo il bisogno di un rifugio quando il dolore diventava troppo grande. “Ho visto il panico trasformarsi in senso di responsabilità e poi in vergogna”, ha aggiunto.
Parlando dei commenti e dei giudizi arrivati sui social dopo la sua scomparsa, Tatiana ha sfogato la sua rabbia: “Se non sapete cosa una persona sta passando, quali battaglie sta combattendo, non parlate”. Un appello a capire e rispettare il dolore degli altri.
Un ritorno difficile: tra silenzio e la voglia di guarire
Ora Tatiana sente il bisogno di mettere ordine nei pensieri e nei sentimenti. “Non per giustificarmi, ma per spiegare cosa è successo nella mia testa e nel mio cuore”, ha detto. Ha chiuso l’intervista con parole semplici: “Ci sono momenti in cui la realtà diventa troppo pesante da reggere. In quei momenti non pensi chiaramente, cerchi solo di non sentire quel rumore dentro che però cresce sempre di più”.
La storia di Tatiana Tramacere – dieci giorni trascorsi in una casa amica, lontana da tutto e da tutti – si chiude così: con una richiesta di comprensione e la voglia di tornare nel silenzio necessario a curare quel male invisibile che l’ha spinta a scappare. Una vicenda che lascia tante domande aperte, ma anche uno spazio per ascoltare e stare vicino.
