Washington, 11 dicembre 2025 – Donald Trump ha annunciato ieri sera che gli europei hanno chiesto un incontro con lui e Volodymyr Zelensky per il prossimo fine settimana, in una località europea ancora da definire. La notizia è arrivata durante una riunione a porte chiuse con alcuni imprenditori americani, poco dopo le 17, in un hotel nel centro di Washington. “Gli europei vogliono un incontro con noi e Zelensky nel fine settimana in Europa”, ha detto Trump rispondendo ai giornalisti. Poi ha aggiunto: “Decideremo in base a quello che ci proporranno”.
Europa spinge per un vertice sulla crisi ucraina
La richiesta di un vertice trilaterale tra Trump, Zelensky e i rappresentanti dell’Unione Europea arriva in un momento di grande tensione diplomatica. Al centro della discussione c’è la gestione della crisi in Ucraina e il futuro degli aiuti occidentali a Kiev. Fonti europee raccontano che la proposta è partita da Parigi e Berlino, con il sostegno di Bruxelles. L’obiettivo è chiaro: trovare un accordo comune su come continuare a sostenere militarmente e finanziariamente l’Ucraina, dopo le recenti incertezze negli Stati Uniti.
Nelle ultime settimane, infatti, il Congresso americano ha rallentato l’approvazione di nuovi fondi per Kiev. Questa situazione ha allarmato i governi europei, preoccupati per la tenuta del fronte occidentale. “Serve chiarezza sulle intenzioni degli Stati Uniti”, ha spiegato ieri sera un funzionario francese vicino al dossier. “Senza una linea chiara rischiamo di indebolire la posizione europea”.
Trump resta cauto: “Decideremo dopo l’incontro”
Durante l’incontro con gli imprenditori, Trump ha usato toni cauti. Non ha confermato né escluso la sua partecipazione al vertice, lasciando intendere che la decisione finale dipenderà dagli esiti dei colloqui preliminari. “Decideremo in base a quello che ci porteranno”, ha ribadito, riferendosi ai suoi consiglieri e agli inviati al lavoro sui dettagli.
Fonti vicine all’ex presidente parlano di prudenza: Trump vuole evitare errori in una fase delicata della campagna elettorale americana. Il tema Ucraina resta divisivo anche tra i repubblicani, con una parte del partito favorevole a ridurre l’impegno diretto degli Stati Uniti nel conflitto.
Zelensky aspetta segnali dagli alleati
Da Kiev, il presidente Volodymyr Zelensky segue con attenzione le mosse dei suoi partner occidentali. Negli ultimi giorni ha intensificato i contatti con i leader europei – tra cui il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron – chiedendo garanzie sulla continuità degli aiuti. “L’Ucraina non può permettersi esitazioni”, ha detto ieri un consigliere della presidenza ucraina. “Ogni ritardo potrebbe pesare sul campo”.
Secondo fonti ucraine, Zelensky sarebbe pronto a partecipare al vertice già nel fine settimana, se la situazione militare lo permetterà. La presenza di Trump, invece, resta incerta fino all’ultimo.
Il nodo degli aiuti e la posizione europea
Al centro delle trattative c’è il futuro degli aiuti militari e finanziari all’Ucraina. L’Unione Europea sta valutando un nuovo pacchetto da 50 miliardi di euro per il 2026, ma molti governi chiedono certezze sul ruolo americano. “Non possiamo restare soli”, ha detto ieri sera il premier polacco Donald Tusk, a margine di una riunione straordinaria a Varsavia.
La Commissione europea sta preparando una bozza di dichiarazione da presentare al termine del possibile vertice. L’intento è mostrare unità e fermezza verso Mosca, ma anche tranquillizzare l’opinione pubblica interna, sempre più scettica sull’impegno prolungato in Ucraina.
Attesa per la risposta americana
Nelle prossime ore sono attese novità dalla Casa Bianca e dal team di Trump. Gli alleati europei sperano in un segnale positivo che rilanci il dialogo transatlantico sulla crisi ucraina. Ma la cautela resta d’obbligo. “Non possiamo permetterci passi falsi”, ha confidato ieri un diplomatico italiano a Bruxelles.
Solo quando le delegazioni torneranno dai primi colloqui si capirà se il vertice tra Trump, Zelensky e i leader europei potrà davvero tenersi nel fine settimana. Per ora resta solo l’attesa, tra telefonate riservate e agende ancora aperte.
