Un neonato tra i dieci protagonisti della scienza del 2025

Un neonato tra i dieci protagonisti della scienza del 2025

Un neonato tra i dieci protagonisti della scienza del 2025

Giada Liguori

Dicembre 11, 2025

Philadelphia, 11 dicembre 2025 – Con le guance paffute e una piccola cannula nel naso, il neonato KJ Muldoon è diventato il volto della scienza del 2025, secondo la rivista Nature. Nato a Philadelphia pochi mesi fa, KJ è stato il primo al mondo a ricevere una terapia iperpersonalizzata grazie all’editing genetico Crispr. La sua storia, raccontata in primavera, ha commosso medici e ricercatori: affetto da una rara malattia metabolica, oggi è il più giovane tra i dieci protagonisti scientifici dell’anno scelti dalla prestigiosa rivista.

Nature premia i volti che hanno fatto la differenza nel 2025

La lista pubblicata ieri sera da Nature non celebra solo grandi scoperte. “Vogliamo riconoscere chi ha spinto oltre i confini della conoscenza e chi ha difeso l’onestà nella scienza”, ha detto Brendan Maher, capo delle rubriche della rivista. “In un anno complicato per la ricerca mondiale, è stato bello vedere il lavoro di tanti scienziati. Solo pochi però sono entrati nella nostra selezione”. Oltre a KJ, ci sono nomi che hanno acceso il dibattito pubblico e scientifico negli ultimi mesi.

Tra politica e innovazione: i protagonisti del momento

Tra le figure più discusse negli Stati Uniti c’è Susan Monarez, ex direttrice dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC). Nominata e poi allontanata dall’amministrazione Trump, Monarez aveva criticato i licenziamenti interni e le politiche sui vaccini sostenute da Robert F. Kennedy Jr. La sua storia ha acceso un acceso dibattito sulla gestione della sanità pubblica americana.

A livello globale, la sudafricana Precious Matsoso ha guidato i negoziati per il primo Accordo pandemico mondiale promosso dall’Organizzazione mondiale della sanità. Un’intesa che, secondo fonti OMS, potrebbe rivoluzionare la risposta internazionale alle emergenze sanitarie. Dalla Cina arriva invece Liang Wenfeng, un finanziere che ha lanciato DeepSeek: un’intelligenza artificiale a basso costo pensata per offrire agli scienziati strumenti di ricerca avanzati senza barriere economiche.

Biomedicina in prima linea contro le malattie

Nel campo della biomedicina spicca l’entomologo brasiliano Luciano Moreira, della Fondazione Oswaldo Cruz di Belo Horizonte. Moreira ha avviato la prima “fabbrica” di zanzare infette dal batterio Wolbachia, con l’obiettivo di frenare la diffusione di malattie come la dengue. “Nelle aree pilota abbiamo già visto un calo dei casi”, ha raccontato in una recente intervista.

Sempre in biomedicina, la biologa israeliana Yifat Merbl del Weizmann Institute è stata definita da Nature una vera “detective molecolare”. Il suo lavoro sui proteasomi – i centri di riciclo delle proteine nelle cellule – ha aperto nuove strade contro le infezioni. Dall’Inghilterra arriva la neurologa Sarah Tabrizi dello University College di Londra: la sua terapia sperimentale promette di rallentare la malattia di Huntington, una patologia genetica mortale per cui si cerca una cura da decenni.

Spingendo i confini della conoscenza

Non solo medicina. Il fisico americano Tony Tyson dell’Università della California ha finalmente visto entrare in funzione il telescopio Vera Rubin in Cile, un progetto nato trent’anni fa. “Le prime immagini delle galassie lontane sono sorprendenti”, ha confidato Tyson ai colleghi. La geoscienziata cinese Mengran Du dell’Accademia delle Scienze ha invece raggiunto i 9.000 metri di profondità su un sommergibile, documentando l’ecosistema più profondo mai osservato sulla Terra.

Onestà e trasparenza per far crescere la scienza

A chiudere la lista di Nature c’è l’indiano Achal Agrawal, esperto di scienza dei dati. In India ha contribuito a smascherare casi di frode e plagio nella ricerca accademica, cambiando le regole per la valutazione degli istituti superiori. “Serve trasparenza per far crescere la scienza”, ha detto in un’intervista locale.

La selezione di Nature, più che mai quest’anno, racconta una scienza che cambia in fretta. Tra laboratori all’avanguardia, battaglie politiche e storie umane come quella del piccolo KJ Muldoon, la scienza del 2025 mostra un volto complesso ma pieno di speranza concreta.