Washington, 11 dicembre 2025 – Nelle ultime ore, gli Stati Uniti hanno svelato ai principali Paesi occidentali i dettagli sul futuro Consiglio di pace per Gaza, parte del piano di stabilizzazione voluto dall’amministrazione Biden. Fonti vicine ai colloqui raccontano che Germania e Italia sono tra i primi Stati invitati a far parte di questo organismo internazionale. La notizia, pubblicata dal sito Axios e confermata da diplomatici europei, arriva proprio mentre la comunità internazionale cerca una strada concreta per uscire dalla crisi nella Striscia.
Italia e Germania: protagonisti nel nuovo Consiglio di pace
Il piano americano, presentato nelle ultime settimane a Bruxelles e in incontri riservati tra le capitali europee, prevede la nascita di un Consiglio di pace che dovrà gestire la transizione dopo il conflitto a Gaza. Secondo le fonti, l’invito a Italia e Germania è arrivato tra lunedì sera e martedì mattina, direttamente ai ministeri degli Esteri. “Siamo stati messi al corrente delle intenzioni degli Stati Uniti e stiamo valutando con attenzione la situazione”, ha detto un funzionario della Farnesina che ha chiesto di restare anonimo. Nessuna conferma ufficiale, per ora, da Roma, dove però a Palazzo Chigi si respira prudenza: “Il dossier è molto delicato e richiede una riflessione profonda”, ha spiegato una fonte vicina alla premier Meloni.
La Forza internazionale di stabilizzazione sotto l’ombrello dell’ONU
Accanto al Consiglio, il piano prevede anche la creazione di una Forza internazionale di stabilizzazione (Isf), che opererà sotto l’egida delle Nazioni Unite. L’obiettivo è chiaro: mantenere la sicurezza e far rispettare gli accordi durante la fase di transizione, evitando vuoti di potere o nuovi scontri. Axios segnala che diversi Paesi si sono già detti pronti a inviare truppe, tra cui Indonesia, Azerbaigian, Turchia ed Egitto. “Siamo pronti a dare il nostro contributo per la pace nella regione”, ha dichiarato ieri il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry al Cairo. Anche Ankara ha confermato l’interesse: “La Turchia appoggia ogni iniziativa multilaterale che porti stabilità”, ha detto il portavoce del governo turco Fahrettin Altun.
Reazioni caute e nodi ancora da sciogliere
La proposta americana ha raccolto reazioni prudenti nelle principali capitali europee. A Berlino, il portavoce del ministero degli Esteri ha sottolineato che “ogni decisione va presa in stretto coordinamento con i partner internazionali e nel rispetto del diritto internazionale”. A Roma, si aspetta di conoscere più dettagli prima di assumere impegni concreti. “Non escludiamo nulla, ma serve chiarezza sulle regole d’ingaggio e sulla catena di comando”, ha spiegato un diplomatico italiano. Restano molti interrogativi: dalla composizione precisa della forza multinazionale, ai finanziamenti, fino ai rapporti con le autorità palestinesi e israeliane.
Gaza, una crisi che non si placa
La situazione nella Striscia di Gaza resta fragile come non mai. Negli ultimi giorni, secondo l’Onu, sono oltre 1.200 le persone sfollate a causa dei nuovi scontri tra Hamas e Israele. Le organizzazioni umanitarie parlano di una crisi sanitaria e alimentare senza precedenti. In questo scenario, la comunità internazionale prova a trovare una soluzione che eviti nuovi violenti scontri. “Ci vuole un impegno collettivo e responsabile”, ha ribadito ieri il segretario generale dell’ONU António Guterres.
Italia: cosa succederà adesso?
Nei prossimi giorni sono previsti nuovi incontri tra i Paesi coinvolti. L’Italia, dicono fonti diplomatiche, deciderà se partecipare al Consiglio di pace e alla forza multinazionale solo dopo aver ottenuto garanzie sulla sicurezza dei propri militari e sulla chiarezza del mandato ONU. “Non abbiamo ancora preso decisioni”, ha chiarito un funzionario del Ministero della Difesa. Ma la pressione internazionale cresce: gli Stati Uniti vogliono chiudere la lista dei partecipanti entro fine anno. Solo allora si capirà se Roma sarà davvero in prima linea nella gestione della crisi mediorientale.
