Alla ricerca delle prime stelle: un viaggio nell’universo primordiale

Alla ricerca delle prime stelle: un viaggio nell'universo primordiale

Alla ricerca delle prime stelle: un viaggio nell'universo primordiale

Matteo Rigamonti

Dicembre 12, 2025

Roma, 12 dicembre 2025 – Gli astronomi stanno dando la caccia alle prime stelle nate dopo il Big Bang, una delle sfide più intriganti della cosmologia moderna. Uno studio pubblicato su The Astrophysical Journal Letters, guidato dall’Università di Toledo (Ohio), suggerisce che queste antichissime luci potrebbero trovarsi in una galassia lontanissima, chiamata Lap1-b, osservata grazie al telescopio spaziale James Webb (JWST) della Nasa, dell’Agenzia Spaziale Europea e di quella Canadese. L’annuncio, arrivato ieri sera, apre nuove strade per capire le origini dell’universo.

Caccia alle prime stelle nella galassia Lap1-b

Il team guidato da Eli Visbal ha scoperto in Lap1-b, a oltre 13 miliardi di anni luce di distanza, segnali che fanno pensare alla presenza delle famose stelle di Popolazione III. Secondo le teorie più accreditate, questi astri sarebbero nati poche centinaia di milioni di anni dopo il Big Bang e rappresenterebbero le prime luci a illuminare il cosmo primordiale. “Abbiamo trovato indizi molto forti – ha detto Visbal – che suggeriscono la presenza di stelle antichissime, nate in condizioni davvero estreme”.

Cosa rende speciali queste stelle

Lo studio indica che le stelle in Lap1-b rispondono a tre requisiti fondamentali per essere considerate tra le prime generazioni di stelle. Prima di tutto, si sarebbero formate in un alone di materia oscura con una massa stimata intorno a 50 milioni di volte quella del Sole. Poi, sono estremamente grandi: tra 10 e 1.000 volte la massa del Sole, molto più imponenti rispetto alle stelle comuni che vediamo oggi nella Via Lattea. Infine, queste stelle si raggruppano in piccoli gruppi, un dettaglio che combacia con le simulazioni dei primissimi momenti dell’universo.

Un gas che parla di un universo giovane

Un elemento chiave a sostegno dell’ipotesi arriva dall’analisi della composizione del gas intorno a Lap1-b. Gli scienziati hanno trovato quasi solo idrogeno ed elio, gli elementi più leggeri creati subito dopo il Big Bang, con solo qualche traccia di litio. “Questa composizione – ha spiegato Visbal – è tipica di un universo ancora molto giovane, dove pochissime stelle massicce sono già esplose, spargendo elementi più pesanti”. Insomma, il gas osservato sembra proprio quello previsto per le prime fasi della storia cosmica.

Come il James Webb e la lente gravitazionale hanno fatto la differenza

La scoperta è stata possibile grazie all’unione della potenza del James Webb Space Telescope con un trucco della natura chiamato lente gravitazionale. La gravità di oggetti molto pesanti piega lo spazio-tempo e ingrandisce la luce di galassie lontanissime, mostrando dettagli che altrimenti non vedremmo. “Questa tecnica – ha spiegato uno degli autori – si sta rivelando fondamentale per esplorare le epoche più remote dell’universo”.

I dati vanno confermati con altre osservazioni, ma la strada è chiara per trovare altri oggetti ancora più distanti e antichi. “Siamo solo all’inizio – ha ammesso Visbal – ma questi risultati ci aiutano a capire dove guardare e come cercare le prime stelle”.

Un passo avanti per la storia dell’universo

Se confermata, questa scoperta sulle prime stelle dopo il Big Bang sarebbe un salto importante per ricostruire la storia dell’universo. Gli scienziati sperano di capire meglio come si sono formate le prime galassie e come la materia ha preso forma nelle strutture che vediamo oggi. “Ogni nuova scoperta – ha chiuso Visbal – ci porta un po’ più vicino alle origini di tutto ciò che vediamo”.

Per ora, Lap1-b resta sotto la lente del James Webb. Il telescopio continuerà a scrutare il buio cosmico, alla ricerca delle prime luci che hanno rischiarato l’universo dopo il Big Bang.