Andrea Sempio e Chiara Poggi: i 14 legami misteriosi che svelano segreti nella villetta di Garlasco

Andrea Sempio e Chiara Poggi: i 14 legami misteriosi che svelano segreti nella villetta di Garlasco

Andrea Sempio e Chiara Poggi: i 14 legami misteriosi che svelano segreti nella villetta di Garlasco

Matteo Rigamonti

Dicembre 13, 2025

Milano, 13 dicembre 2025 – Andrea Sempio, 37 anni, indagato per l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, punta tutto su almeno 14 oggetti usati in comune nella villetta di via Pascoli per spiegare la presenza del suo Dna sotto le unghie della vittima. La difesa, illustrata oggi dai suoi avvocati dopo un incontro tecnico a Roma, vuole dimostrare che quel materiale genetico sarebbe finito lì in modo involontario, toccando oggetti quotidiani condivisi nelle settimane prima del delitto.

La difesa punta sui “punti di contatto”

Dall’incontro al laboratorio Genoma di Roma è emerso il piano dei legali di Sempio – Liborio Cataliotti e Angela Taccia – supportati dai consulenti Marina Baldi e Armando Palmegiani. Stanno preparando un rapporto dettagliato sui cosiddetti “punti di contatto”: oggetti come la tastiera del computer, il telecomando della tv e altri elementi della casa dei Poggi, usati sia da Chiara sia da Andrea. “Il telecomando della tv era stato usato da Chiara la mattina dell’omicidio per accendere il televisore”, ha spiegato Cataliotti. “E quello stesso telecomando lo usavano per giocare ai videogiochi con Marco Poggi e Andrea. A me pare una spiegazione semplice e chiara”.

Il rapporto sarà consegnato nei prossimi giorni alla Procura di Pavia, in vista dell’udienza per l’incidente probatorio fissata per il 18 dicembre davanti al gip Daniela Garlaschelli. I consulenti vogliono così offrire un’alternativa alla presenza del Dna maschile sotto le unghie di Chiara, che finora è stato collegato al profilo genetico della linea paterna di Sempio.

Perizia genetica, i dubbi della difesa

Il nodo della questione è la perizia depositata dalla genetista Denise Albani il 4 dicembre. Secondo quel documento, il Dna trovato sotto due dita di Chiara Poggi corrisponderebbe a quello di Andrea Sempio o di un suo familiare in linea paterna. Ma la difesa insiste sul fatto che questa compatibilità non è una prova certa al 100%. “Sono dati che non hanno una certezza assoluta”, ha detto uno dei consulenti, citando un precedente lavoro del perito De Stefano risalente al 2014.

Gli avvocati non vogliono mettere in discussione direttamente la perizia, ma sottolineare che con i dati a disposizione non si possono trarre conclusioni definitive. “La perizia è come una pistola ad acqua”, hanno commentato nei giorni scorsi, lasciando intendere che non puntano a rovesciare tutto, ma a mettere in luce i limiti delle prove scientifiche finora raccolte.

Gli oggetti condivisi nella villetta

Nel dettaglio, la difesa ha concentrato l’attenzione su almeno 14 oggetti che sarebbero stati toccati sia da Chiara Poggi sia da Andrea Sempio nelle settimane prima del delitto. Tra questi, spiccano la tastiera del computer – dove Sempio avrebbe giocato con il fratello della vittima e altri amici – e il telecomando della tv in soggiorno. Secondo i legali, questi oggetti potrebbero aver fatto da veicolo per un trasferimento involontario del Dna.

Durante la riunione dell’11 dicembre, gli avvocati hanno annunciato anche l’intenzione di rivolgere una serie di domande alla perita Albani durante l’udienza, per chiarire alcuni punti tecnici e metodologici della sua perizia.

L’incidente probatorio e il mistero dell’impronta 33

L’udienza per l’incidente probatorio è fissata per il 18 dicembre e potrebbe andare oltre una sola giornata. Non si esclude che la difesa chieda un approfondimento sulla cosiddetta impronta 33, una traccia trovata su un muro delle scale dove giaceva il corpo di Chiara Poggi. Secondo una consulenza della Procura di Pavia, quella traccia sarebbe proprio di Andrea Sempio, un elemento che potrebbe avere un peso importante nell’inchiesta.

Il clima resta teso. La difesa insiste sulla possibilità di una contaminazione accidentale e sulla mancanza di certezze scientifiche. La Procura, invece, continua a considerare Dna e impronta come prove chiave per ricostruire quanto accaduto nella villetta di via Pascoli.

Nei prossimi giorni, con il deposito delle relazioni e l’inizio dell’incidente probatorio, si aspettano nuovi sviluppi su un caso che da anni scuote la comunità di Garlasco e tiene alta l’attenzione del Paese.